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Mes, l’Ue non porrà nessuna condizione per i Paesi che useranno il fondo Salva-Stati

Il vice-presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, e il commissario agli Affari europei, Paolo Gentiloni, hanno inviato una lettera all’Eurogruppo, chiamato oggi per il via libera al pacchetto di risposte contro la crisi economica innescata dal coronavirus, in cui si ribadisce che non sono previste condizionalità per l’accesso alla linea di credito del Mes, oltre a quella di utilizzare il sostegno economico per le spese sanitarie. Ma nessuna troika per i Paesi che ne faranno richiesta.
A cura di Annalisa Girardi
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L'Eurogruppo, il vertice dei ministri delle Finanze dell'Eurozona, si riunisce oggi per dare il via libera definitivo al pacchetto di misure contro la crisi economica innescata dall'emergenza coronavirus. Il vice-presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, e il commissario agli Affari europei, Paolo Gentiloni, hanno inviato una lettera al presidente dell'Eurogruppo, Mario Centeno, per sottolineare che nel piano comunitario di risposta all'emergenza non sono previste condizonalità per quanto riguarda la linea di credito messa a  disposizione dal Meccanismo europeo di stabilità, il Mes. Normalmente, gli Stati che fanno ricorso al fondo Salva-Stati sono sottoposti a monitoraggio speciale e a una ristrutturazione del proprio debito: in questo caso, tuttavia, l'unico criterio da osservare riguarda l'esito degli aiuti economici del Mes, che dovranno essere utilizzati unicamente per il sostegno del sistema sanitario messo in crisi dall'emergenza coronavirus.

Nessun programma di aggiustamento, quindi, per gli Stati che richiederanno il sostegno del Mes durante la pandemia. Nessuna troika, in altre parole. L'organismo formato da Commissione Ue, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale che si occupa di tenere sotto controllo i fondi pubblici dei Paesi che hanno bisogno di assistenza finanziaria, non interverrà in questo caso. Gli unici controlli che saranno effettuati saranno quelli sull'esito delle spese compiute attraverso la linea di credito del Mes, per verificare che siano legate al sostegno del sistema sanitario. "La Commissione ritiene che non ci sia bisogno di reporting aggiuntivo" e "non condurrà missioni ad hoc in loco, oltre a quelle previste dal Semestre europeo", sottolineano i commissari nella lettera.

Gli Stati avranno quindi accesso a una linea di credito che per ogni Paese mette a disposizione il 2% del suo Pil: per l'Italia ciò significa una cifra tra i 36 e i 37 miliardi di euro da utilizzare per sostenere le spese sanitarie tramite prestiti a lunga scadenza e interessi agevolati. Fattori estremamente vantaggiosi per un Paese come l'Italia, ha sottolineato Gentiloni: "L'accesso è uguale per tutti ma le condizioni sono più favorevoli per Paesi che normalmente avrebbero tassi di interesse più elevati, come la Spagna e l'Italia, che hanno più convenienza ad avere dei prestiti con una scadenza piuttosto lunga e tassi di interesse più bassi", ha spiegato l'ex presidente del Consiglio europeo.

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