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Manovra, ok alla cassa integrazione per autonomi: come funziona e chi ne può fare richiesta

Tra le novità introdotte dagli emendamenti alla manovra c’è la cassa integrazione per i lavoratori autonomi: si tratta di un assegno tra i 250 e gli 800 euro al mese per sei mesi, per accedervi bisogna aver subito perdite del 50% rispetto ai tre anni precedenti, con il reddito dichiarato inferiore a 8.145 euro. C’è anche l’esonero dai contributi previdenziali dovuti dai lavoratori autonomi e dai professionisti per i redditi sotto i 50mila euro con perdita di fatturato sopra al 33%.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Emendamento dopo emendamento la nuova manovra economica prende vita in commissione. Tantissime le nuove misure, tra queste è arrivato il via libera della commissione Bilancio della Camera all'emendamento, riformulato, che introduce la cassa integrazione anche per i lavoratori autonomi. La novità storica porta ad una nuova misura che si chiamerà Iscro: Indennità di continuità reddituale e operativa. Si tratta di un assegno con una cifra che va da un minimo di 250 euro ad un massimo di 800 euro al mese per sei mesi. Per accedervi bisogna aver subito perdite del 50% rispetto ai tre anni precedenti, inoltre il reddito dichiarato non deve essere superiore a 8.145 euro.

C'è un altro limite: potranno richiedere l'indennità solo le partite Iva aperte da almeno 4 anni. Sarà l'Inps a gestire l'aspetto pratico della misura: infatti sarà proprio l'ente previdenziale ad effettuare i pagamenti dell'Iscro. Per ora l'indennità sarà valida solo per gli autonomi della gestione separata dell'Inps, ma la ministra del Lavoro, la pentastellata Nunzia Catalfo, ha già annunciato la sua intenzione di estenderlo presto anche ai professionisti degli ordini.

L'Iscro, o cassa integrazione per autonomi, non sarà l'unica novità per questa categoria di lavoratori. Grazie ad un altro emendamento alla manovra, c'è il via libera al fondo da 1 miliardo di euro nel 2021 per l'esonero dai contributi previdenziali dovuti dai lavoratori autonomi e dai professionisti. Se si è percepito un reddito inferiore ai 50mila euro, registrando un calo di fatturato nel 2020 superiore al 33% dell'anno precedente i lavoratori potranno accedere al fondo, che vuol dire essere esonerati dal versamento dei contributi previdenziali.

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