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L’inflazione rallenta leggermente a febbraio, ma volano i prezzi del carrello della spesa

Gli ultimi dati Istat aggiornati rivedono al ribasso l’inflazione, ma segnalano anche un aumento netto dei prezzi dei beni alimentari e di cura, il cosiddetto carrello della spesa.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Cala l'inflazione, ma il carrello della spesa è sempre più vuoto. Gli ultimi dati dell'Istat, pubblicati oggi dall'Istituto, stimano che l'indice nazionale sia aumentato dello 0,2% su base mensile e del 9,1% su base annua. Le stime preliminari, però, erano del 9,2%. Perciò si parla di un parziale rallentamento. Certo, parliamo in ogni caso di una flessione minima, frutto dell'attenuazione delle tensioni sui prezzi dell'energia. Negli ultimi mesi, infatti, il prezzo del gas è tornato a un livello accettabile, dopo che le contromisure europee hanno cominciato a dare effetti efficaci contro il tentativo russo di ricattare l'Europa con i combustibili fossili. In generale, però, l'inflazione continua a mordere: il dato acquisito per il 2023 è del più 5,4% per l'indice generale e del più 3,7% per la componente di fondo.

Andando a guardare nello specifico, i beni energetici sono in calo del 16,4%. Allo stesso tempo, però, sono aumentati molti altri beni: più 15,5% alimentari lavorati e più 8,7% alimentari non lavorati. Parliamo di un dato su base annua, mentre sul mese la crescita è più moderata ma comunque consistente. Aumentano i prezzi dei servizi culturali e dei trasporti, ma anche, più in generale, del cosiddetto carrello della spesa.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona – quello che viene chiamato, appunto, carrello della spesa – registrano un'accelerazione in termini tendenziali dal più 12,0% su base annua al più 12,7%. Sostanzialmente stabili, invece, i prodotti ad alta frequenza d'acquisto, che passano dal più 8,9% al più 9,0%.

L'Istat segnala che l'aumento del carrello è dovuto – considerando l'aumento mensile – agli alimentari non lavorati (più 2,4%), ai tabacchi (più 1,9%), agli alimentari lavorati (più 0,9%), ai trasporti (più 0,8%), ai beni durevoli (più 0,7%) e a quelli non durevoli (più 0,6%). Insomma, i prodotti del carrello della spesa crescono tutti, mentre l'inflazione viene bilanciata solo grazie al calo del costo dell'energia.

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