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L’economia italiana è “appena sopra lo zero”: l’analisi di Confindustria

“L’economia italiana è appena sopra lo zero, con più occupazione, consumi in debole aumento e tassi sovrani stabili. Per la crescita mancano gli investimenti, che non ripartono, e il credito, che è in calo”: questa la analisi del Centro studi di Confindustria, per cui anche a fine 2019 si conferma “il persistere di una sostanziale stagnazione” per quanto riguarda l’economia italiana.
A cura di Annalisa Girardi
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Anche nell'ultimo trimestre del 2019 si conferma "il persistere di una sostanziale stagnazione": lo afferma il Centro Studi di Confindustria (Csc) secondo cui "l'economia italiana è appena sopra lo zero". Si riconosce tuttavia una crescita dell'occupazione, un aumento seppur debole dei consumi e la stabilità dei tassi sovrani. Secondo la nota pubblicata da Confindustria, tuttavia, ciò non sarebbe abbastanza, in quanto allo stesso tempo "l'export cresce a fatica, con i mercati extra-Ue cruciali, ma aumentano i rischi: l'instabilità in Iran e Libia potrebbe causare uno shock petrolifero".

Nonostante l'espansione dell'occupazione sia ripartita, le prospettive sull'export continuano a essere deboli, in quanto pesano le incertezze globali su un'economia, quella dell'Eurozona, generalmente in difficoltà: il Csc sottolinea tuttavia come una modesta espansione dei consumi dovrebbe proseguire. "La fiducia delle famiglie ha recuperato in parte a dicembre, con opinioni più favorevoli sull’economia", anche se "la spesa resta frenata da un risparmio elevato".

Anche la spesa delle imprese, si legge nella nota, resta debole in quanto gli investimenti non danno segni di voler ripartire nemmeno a inizio 2020 e le condizioni per investire rimangono piuttosto incerte. Il rapporto del Csc sottolinea buoni risultati per quanto riguarda la stabilità dei titoli di Stato: "A gennaio il rendimento del Btp decennale rimane in media a 1,29%, poco sopra i minimi di ottobre. Perciò, lo spread dell’Italia è fermo a 154 punti base".

La fragilità dell'economia italiana si inserisce in un quadro altrettanto debilitato: "Ancora debole l'Eurozona. Anche nell'area coesistono dinamiche settoriali opposte: all’acuirsi della fase recessiva nell’industria si contrappone, infatti, la resilienza dei servizi. Nell’industria, le aspettative per i primi mesi del 2020 restano improntate a pessimismo e l’eccesso di capacità produttiva rispetto alla debole domanda rischia di impattare negativamente sull’occupazione del settore. Al contrario nei servizi gli imprenditori si attendono un ulteriore incremento della domanda nei prossimi mesi", si legge nel documento di Csc.

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