La crisi spinge le italiane a fare le badanti: +13,9% rispetto al 2013

Sono sempre più le italiane, magari laureate, “costrette” a fare le colf o badanti. Ce lo dicono gli ultimi dati Inps che sembrano assolutamente smentire il luogo comune secondo il quale gli italiani si rifiuterebbero di fare lavori considerati di basso rango, lasciandoli agli stranieri. Nell’ultimo anno è aumentato il numero di assistenti agli anziani e di domestiche di nazionalità italiana. Le badanti italiane sono infatti passate dalle 56mila del 2013 alle 63.789 del 2014, il 13,9% in più); lo stesso per le collaboratrici domestiche nostre connazionali, cresciute del 4,3% a quota 205mila, confermando un trend cominciato nel 2013. In realtà i numeri dell’istituto previdenziale ci dicono che tra il personale straniero si è ridotto il numero di domestiche (-5,8%), causato probabilmente dal fatto che la crisi economica ha spinto sempre più famiglie a rinunciare a colf e badanti. Un calo comunque in linea con gli anni precedenti (nel 2013 era stato di -5,1% rispetto al 2012), dopo l’importante aumento registrato nel 2012 grazie alla sanatoria sui lavoratori extracomunitari irregolari.
Il 2014 conferma poi che il lavoro di badante è svolto soprattutto dalle donne, che sono l'87% del totale, e si concentra nel Nord-Est (il 19,7% dei contribuenti si trova in quest'area), Lombardia in primis. Parlando di età, invece, la maggior parte delle colf ha tra i 45 e i 49 anni, con 147.604 lavoratori (16,4%) e solo il 2,7% ha meno di 25 anni. Nel contempo i lavoratori domestici uomini diminuiscono in modo significativo, passando dai 212.441 del 2009 ai 117.037 del 2014. In realtà il dato generale, appare in controtendenza con quello relativo agli assistenti di anziani di nazionalità italiana (+4,3% nel 2014 sul 2013, +9,5% tra il 2012 e il 2014) con un aumento a livello regionale che arriva addirittura al +15,5% in Calabria. I domestici stranieri scendono tra il 2012 e il 2014 nel complesso di 15 punti percentuali. Solo nell'ultimo anno i domestici stranieri sono calati del 14,7% in Campania e del 13,1% in Calabria.