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Imu 2013: un comune su tre ha deciso di aumentarla

Lo dice la Cgia di Mestre, precisando però che solo 35 amministrazioni hanno segnalato al dipartimento delle finanze le nuove delibere sull’aliquota che verrà applicata nel nuovo anno. Nello studio, inoltre, vengono sottolineati aumenti oltre il 120% per uffici e negozi con il passaggio dall’Ici.
A cura di Biagio Chiariello
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Mentre nei palazzi del Governo si discute l'ipotesi di cancellazione/rinvio dell'Imu sulla prima casa, la Cgia di Mestre pubblica uno studio che sottolinea gli "aumenti da brivido" legati alla tassa sugli immobili, specialmente quelli subiti dall'universo delle partite Iva e dagli imprenditori con l'introduzione del balzello. Innanzitutto nell'analisi viene segnalato come un comune italiano su 3 abbia aumentato l'Imu. Su un totale di 109 Comuni capoluogo di Provincia, 35 sono quelle che hanno segnalato al Dipartimento delle finanze le nuove delibere relative all'aliquota che verrà applicata nel 2013: di queste 12 sono quelle che hanno scelto di aumentarla, pari dunque al 34,2% del totale presente nel sito delle Finanze. "Nonostante il numero dei comuni che ha deliberato e inviato alle finanze i propri dati sia ancora esiguo – segnala Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia – la tendenza appare abbastanza chiara: la stragrande maggioranza dei sindaci ha deciso di confermare le scelte prese l'anno scorso. Chi invece ha deliberato l'aumento per il 2013 ha inasprito il carico fiscale prevalentemente sulle seconde case o sui capannoni".

Stando ai dati segnalati, dunque, sono quattro gli enti locali che hanno stabilito di aumentare l'Imu sulla prima casa: Benevento, Bologna, Frosinone e Verona. Per la seconda casa il numero delle amministrazioni che hanno deciso l'aggravio sono 7 (Aosta, Asti, Barletta, Benevento, Ferrara, Lucca e Treviso). Per quanto riguarda l'aliquota sui capannoni sono 6 i sindaci che hanno deciso per l'innalzamento (Asti, Barletta, Benevento, Treviso, Cuneo e La Spezia). C'è anche qualche realtà che ha deciso di diminuire il peso fiscale di questa imposta: sono 5 (Brescia, Cagliari, Pavia e Pesaro) sulla prima casa e Carbonia sulle seconde case e sui capannoni.

La Cgia di Mestre segnala l'allarme per le imprese in riferimento all'Imu. "Per le attività produttive l'Imu è stata una vera e propria stangata" dice Bortolussi.  L'anno scorso gli uffici dei liberi professionisti hanno pagato quasi il 128% in più, i negozi commerciali il 123,5%, i laboratori artigianali oltre il 93%, gli alberghi quasi il 71%, i centri commerciali e i piccoli/grandi capannoni industriali attorno al 70%.

Si tratta di "aumenti da brivido – segnala il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – che ci impongono di lanciare un appello ai sindaci: per quest'anno non ritoccate verso l'alto le aliquote sugli immobili di tutte le attività produttive. Con un Pil che nel 2013 si attesterà attorno al -1,4% e i consumi delle famiglie al -1,6%, se non si arresta l'aumento delle tasse sulle imprese come si può sperare di contenere la disoccupazione?".

"Fortunatamente da fonti governative arriva una buona notizia – sottolineano l'Associazione Artigiani Piccole Imprese di Mestre – Sembra scongiurato l'aumento di 5 punti previsto per quest'anno del coefficiente moltiplicatore che si applica alla rendita catastale per determinare la base imponibile degli alberghi e dei capannoni. Se fosse così, questo ‘congelamento' porterebbe ad uno sconto dell'8,33%, che in termini assoluti sarebbe pari a 270 milioni di euro. Per gli alberghi il mancato aggravio si attesterebbe a 952 euro, per i centri commerciali a 610 euro, per i grandi capannoni a 482 e per quelli piccoli a 279 euro".

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