32 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il lockdown costa all’Italia 47 miliardi di euro al mese

“La società e l’economia italiane sono attraversate dalla più grave crisi della storia repubblicana. Del tutto inattesa, di natura esogena, dai tempi di propagazione più rapidi tra mercati e paesi, dagli impatti sui livelli di attività economica e sul lavoro più profondi, più concentrati nel tempo e più pervasivi tra settori e territori rispetto all’ultima grande crisi avviatasi a fine 2008”: così comincia il report redatto da Svimez sull’impatto della crisi economica nata dall’emergenza coronavirus. Un documento nel quale si calcola l’impatto del lockdown in una perdita da 47 miliardi di euro al mese.
A cura di Annalisa Girardi
32 CONDIVISIONI
Immagine

Quanto costa all'Italia il lockdown imposto dalla pandemia di coronavirus? Secondo un report pubblicato da Svimez, l'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, la chiusura costa al nostro Paese 47 miliardi di euro al mese: nello specifico, 37 al Centro-Nord e 10 al Sud. Nonostante l'emergenza da Covid-19 stia interessando maggiormente le Regioni settentrionali, l'impatto economico potrebbe essere più grave nel Meridione, ostacolandone la ripresa, in quanto questo territorio sta ancora scontando gli effetti di oltre un decennio di stagnazione economica.

Nel report si sottolinea come il nostro Paese stia vivendo uno shock economico senza precedenti. "La società e l’economia italiane sono attraversate dalla più grave crisi della storia repubblicana. Del tutto inattesa, di natura esogena, dai tempi di propagazione più rapidi tra mercati e paesi, dagli impatti sui livelli di attività economica e sul lavoro più profondi, più concentrati nel tempo e più pervasivi tra settori e territori rispetto all’ultima grande crisi avviatasi a fine 2008", si legge.

Rispetto alle attività produttive fermatesi con il lockdown, Svimez ne calcola circa 5 su 10 in tutto il territorio nazionale: una stima che, senza considerare settori come l'Agricoltura o la Pubblica Amministrazione, comporta un crollo del 50% in termini di fatturato, valore aggiunto e occupazione. E che colpisce senza distinzioni l'industria, i servizi e il commercio. La perdita si traduce in questo senso nel 3,1% del Pil italiano: si tratta di "788 euro pro capite al mese nella media italiana". In questo quadro, i lavoratori più a rischio sono gli autonomi e le partite Iva: "Se si analizza l’intero sistema economico, tenendo conto anche del sommerso, sono interessati dal lockdown il 34,3% degli occupati dipendenti e il 41,5% degli indipendenti".

Secondo Svimez al momento sarebbero fermi circa 2,5 milioni di lavoratori indipendenti, per una perdita complessiva di fatturato per oltre 25,5 miliardi in tutta Italia. "L'obiettivo del decreto Cura Italia è quello di non lasciare indietro nessuno, ma i lavoratori autonomi sono compensati solo per il 30% delle perdite subite", si precisa. Un concetto che non vale solo per le partite Iva. Il decreto sviluppa infatti un intervento di maggior spesa corrente pari a 1,2 punti del Pil: ma questa cifra è meno della metà di quanto si perderà a causa del lockdown. In generale Svimez calcola che il Centro Nord risulterà compensato, grazie all'intervento del governo, per il 40% delle perdite che sta subendo, mentre il Sud per il 50%. Qui però "la maggiore fragilità e precarietà del mercato del lavoro rende più difficile assicurare una tutela a tutti i lavoratori, precari, temporanei, intermittenti o in nero".

Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, circa 1,8 milioni di persone nel settore privato rimangono comunque prive di tutela. " Infine, va considerato che, oltre a circa due milioni di lavoratori irregolari è possibile stimare circa 800 mila disoccupati in cerca di prima occupazione che per effetto della crisi presumibilmente non potranno accedere al mercato del lavoro nei prossimi mesi, concentrati
prevalentemente nel Sud
". Per concludere, Svimez calcola un calo del Pil dell'8,4% nel Paese: sebbene le perdite si concentrino soprattutto al Centro Nord, l'epicentro della crisi sanitaria, il Sud "incontra lo shock in una fase già tendenzialmente recessiva, prima ancora di aver recuperato i livelli pre-crisi, ancora inferiore di 15 punti percentuali rispetto al 2007".

32 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views