Cgia: “A causa dei ritardi nei pagamenti le imprese perdono 35miliardi di euro”

Tre milioni e 400 mila imprese italiane, pari al 76% del totale, soffrono di problemi di liquidità dovuti ai ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione. A causa dei mancati incassi le perdite hanno toccato i 35 miliardi di euro. A renderlo noto è stata la CGIA, secondo cui 1.700.000 imprese (il 39% del totale) hanno segnalato che a causa di questi elementi ci sono state conseguenze sulle assunzioni, mentre 900.000 aziende (pari al 20%) hanno valutato la possibilità di licenziare in ragione di problemi conseguenti al ritardo dei pagamenti. 700.000 società (pari al 15% del totale nazionale) invece rischiano il fallimento.
Il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi spiega: "Le cause di queste criticità vanno ricercate nei tempi medi di pagamento effettivi presenti in Italia che intercorrono nelle transazioni commerciali sia tra imprese e Pubblica amministrazione (Pa), sia tra imprese private. Nel primo caso, i giorni medi necessari per il saldo fattura sono 165; nel secondo caso, invece, si arriva a 94 giorni. In entrambe le situazioni siamo maglia nera quando ci confrontiamo con i nostri principali partner dell’UE”. “Sebbene il decreto legislativo n° 192/2012, che recepisce la Direttiva europea contro i ritardi nei pagamenti, sia entrato in vigore da due anni – aggiunge Bortolussi – la situazione non è cambiata molto. Per legge il committente deve pagare il fornitore entro 30 giorni dal ricevimento della merce o dall’emissione della fattura. Salvo accordi tra le parti, il pagamento può slittare sino a 60 giorni e, in casi eccezionali, superare anche quest’ultima soglia. Si auspicava che, finalmente, si fosse stabilito un principio fondamentale: chi lavora deve essere pagato in tempi certi e ragionevoli. Purtroppo, nonostante una leggera riduzione dei tempi medi, rimaniamo i peggiori pagatori d’Europa sia nel pubblico sia nel privato”.
Il numero uno della CGIA ha concluso: "Settecentomila imprese hanno denunciato che, a seguito dei mancati pagamenti, sono a rischio chiusura: pertanto è necessario rivedere la legge attualmente in vigore, rendendo più stringenti le sanzioni contro coloro che deliberatamente non rispettano i tempi di pagamento".