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General Motors fa causa ad Fca: “Corrompeva con mazzette i sindacati negli Stati Uniti”

General Motors ha annunciato di fare causa a Fca accusandolo di corruzione con lo United Auto Workers, il potente sindacato dei metalmeccanici americano. Ombre anche su Sergio Marchionne. Il titolo del colosso automobilistico, che nega qualsiasi tipo di coinvolgimento, crolla a Wall Street: calo del 2,5% in Borsa.
A cura di Ida Artiaco
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Terremoto in casa Fca. General Motors ha infatti annunciato di fare causa al colosso automobilistico italo-americano, accusandolo di corruzione con lo United Auto Workers, il potente sindacato dei metalmeccanici americano. Lo riporta l'agenzia Bloomberg. In particolare, Gm accusa ex manager, tra cui anche Sergio Marchionne, ex amministratore delegato deceduto nel 2018, di essere ricorso a tangenti per corrompere le trattative sul contratto di lavoro fra il Uaw e le tre case di Detroit fra il 2009 e il 2015. La decisione ha avuto subito pesanti effetti negativi in Borsa, con un calo del titolo di Fca a Wall Street del 2,5%.

"Il piano di corruzione su più anni di Fca ha minato l'integrità delle trattative" per il rinnovo del contratto di lavoro e "causato a Gm sostanziali danni", ha detto Craig Glidden, responsabile legale di General Motors. Il riferimento è alle presunte mazzette che ex manager, tra cui l'ex amministratore delegato Marchionne avrebbero messo sul tavolo per corrompere le trattative fra il Uaw e le case automobilistiche americane per diversi anni fra il 2009 e il 2015. Il risultato secondo l'avvocato, sono stati costi più alti del lavoro per Gm e una posizione meno competitiva sul mercato. Gm ritiene, inoltre, che parte dell'intento di Fca fosse quello di indebolirli finanziariamente e rendere più probabile una fusione con Chrysler.

Nella causa Gm punta il dito contro Fca e tre ex manager della società, che si sono dichiarati colpevoli e sono condannati al carcere per il loro ruolo nello scandalo. Fra questi anche Alphons Iacobelli, che è stato vice presidente e capo negoziatore con il Uaw. Dal canto suo, il colosso italo-americano continua a negare di essere stata a conoscenza della cospirazione fra tre suoi ex manager con funzionari del Uaw per indebolire le norme sul lavoro.

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