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Cos’è successo allo spread e perché siamo tornati a parlarne

Lo spread tra titoli di stato italiani e tedeschi ha raggiunto i 200 punti, ieri, poi scendere leggermente. Il dato ha sollevato un dibattito politico, perché potrebbe essere legato all’annuncio della Nadef fatto mercoledì sera dal governo Meloni.
A cura di Luca Pons
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Ieri, lo spread tra Btp e Bund ha toccato i 200 punti. Dalle opposizioni, ma anche da Confindustria, è partito l'allarme dicendo che questo rialzo è rischioso, conferma il momento di difficoltà dell'economia italiana ed è colpa della Nadef recentemente annunciata dal governo Meloni. Invece il ministero dell'Economia ha tranquillizzato, dicendo che non ci sono i rischi di una crisi come nel 2011 e che bisognerebbe preoccuparsi solo se lo spread arrivasse su livelli molto più alti.

Cos'è lo spread e come funziona

Per "spread Btp-Bund" si intende la differenza tra due cose. Da una parte, il tasso d'interesse (o ‘rendimento') dei titoli di Stato decennali dell'Italia (chiamati Btp), cioè i titoli di Stato che l'Italia vende per finanziarsi e che poi deve ripagare nell'arco di dieci anni con un certo tasso d'interesse. Dall'altra parte, la stessa cosa ma per la Germania (i titoli si chiamano Bund), dato che quella di Berlino è storicamente considerata l'economia più solida in Europa.

Normalmente, più uno Stato è ‘a rischio' (pad esempio perché è in una brutta situazione economica e quindi non è garantito che riesca a ripagare i debiti), più serve un tasso d'interesse alto per convincere gli acquirenti a comprare i suoi titoli di Stato. Perciò, se i titoli italiani hanno un tasso molto più alto di quelli tedeschi e lo spread sale, può essere un segnale che qualcosa non va.

Cos'è successo sui mercati

Come detto, ieri lo spread ha toccato i 200 punti base, che vuol dire una differenza del 2% tra i tassi d'interesse per i titoli di Stato. È stato il dato più alto da diversi mesi: l'ultima volta che aveva superato questa soglia in modo stabile era il dicembre 2022. Il tasso di interesse in sé, per l'Italia ha raggiunto il 4,93%, non solo il più alto in tutta l'area Euro ma il più alto per l'Italia dal 2012.

Nonostante il tasso d'interesse fosse decisamente alto, lo spread è rimasto ‘solo' a 200 perché anche negli altri Paesi europei, inclusa la Germania (al 2,94%, il massimo da 11 anni), c'è stato un rialzo generale. Quindi l'Italia comunque a una distanza contenuta. Oggi, alla riapertura dei mercati lo spread è rimasto poco al di sotto della soglia dei 200 punti, e il tasso d'interesse italiano si è un po' abbassato.

Perché lo spread è salito a 200 punti

Il motivo per cui lo spread è salito non è certo, perché spesso sono molti elementi diversi a influenzare l'andamento dei mercati. Molti comunque hanno sottolineato che proprio il giorno prima il governo Meloni aveva annunciato la sua Nadef, con la ‘sorpresa' che nel 2024 l'esecutivo intende indebitarsi per poco meno di 14 miliardi di euro, invece di 4 come era previsto.

Più debito significa che l'Italia, con l'andare del tempo, sarà costretta a pagare sempre di più ogni anno per restare in pari con i creditori. In più, nel 2024 e probabilmente anche negli anni successivi, l'Italia potrebbe non rispettare le regole di bilancio europee (le trattative per riformarle sono in corso proprio in questi mesi). Un altro aspetto che i mercati, in generale, non apprezzano.

Il ministero dell'Economia ha sostenuto invece che non si tratta di una risposta dei mercati alla Nadef. La situazione economica mondiale è delicata: l'inflazione è ancora alta, le banche centrali sia in Europa che negli Stati Uniti stanno continuando ad alzare i tassi d'interesse per contrastarla. Nel frattempo il prezzo del petrolio continua a salire grazie all'intesa Russia-Arabia Saudita, cosa che rende possibile l' aumento dei prezzi (sia per i trasporti che, di riflesso, per tutti gli altri prodotti) anche il prossimo anno. Quindi il problema non sarebbe l'Italia, o la Nadef del governo Meloni.

Il Mef tranquillizza, le opposizioni attaccano

Federico Freni, sottosegretario al Mef, oggi ha detto a Radio 24 :"Non è affatto un livello di spread preoccupante. Non siamo nel 2011, anche perché l'Italia è considerato oggi un Paese molto più affidabile. Mi preoccuperò quando lo spread dovesse salire sopra una soglia di guardia, ad esempio 340/350 punti, che è il massimo dal 2018 ad oggi".

Angelo Bonelli, deputato e portavoce di Europa Verde, ha attaccato: "Mentre lo spread è a 200, il Governo decide di aumentare il debito nella prossima finanziaria di ben 14 miliardi di euro per accontentare il ministro Salvini per realizzare il ponte dello Stretto di Messina", mentre Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha detto che i mercati hanno "svelato il bluff del governo". Anche Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, in un'intervista a Repubblica ha sottolineato: "Visto il maxi debito pubblico italiano, lo spread ci preoccupa molto".

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