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Cgil: 4 milioni di occupati lavorano meno e peggio di quanto vorrebbero

Uno studio condotto dalla Cgil avverte che sono sempre di più i lavoratori in stato di disagio, cioè quelli che sono stati costretti ad accettare un lavoro a tempo determinato e part time.
A cura di Antonio Palma
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Cgil: 4 milioni di occupati lavorano meno e peggio di quanto vorrebbero

Con la crisi economica crescono sempre di più i lavoratori cosiddetti in stato di disagio, cioè coloro che pur avendo un'occupazione lavora meno di quanto vorrebbe ed a condizioni diverse da quelle auspicate. Come rileva la Cgil in un ricerca sulla qualità dell'occupazione, elaborata dall'Ires sui dati Istat, infatti, nel 2012 sono ormai oltre quattro milioni i dipendenti a tempo determinato e occupati stabili in part time non per scelta ma perché non hanno trovato di meglio sul mercato del lavoro. Un quadro problematico quello che emerge dalla ricerca Ires Cgil che oltre a sottolineare il notevole calo dell'occupazione in generale, circa 456 mila unità in meno, ci ricorda che  a peggiorare in maniera preoccupante sono anche le condizioni di lavoro per chi ha un impiego. Confrontando i dati del primo semestre 2008 rispetto a quello del  primo semestre 2012 lo studio della Cgil rileva che in quattro anni i lavoratori in stato di disagio sono aumentati di circa 718 mila unità pari ad un +21,4%. Al contempo i dipendenti stabili a tempo pieno calano di 544 mila unità così come gli autonomi full time (-6,1%). Se a questo già desolante quadro si aggiunge il calo dei lavoratori part time stabili e volontari  si supera il milione di persone.

Solo il 17,2% delle nuove assunzioni è stato a tempo indeterminato – Come evidenzia lo studio condotto dal sindacato infatti quest'anno solo il 17,2% delle nuove assunzioni è stato a tempo indeterminato, con i lavoratori costretti ad accettare quello che trovano, "altro che choosy" commentano dalla Cgil. La realtà che emerge dall'indagine è "meno lavoro, peggioramento delle condizioni e diminuzione delle ore lavorate" commentano il presidente della Fondazione Di Vittorio, Fulvio Fammoni, e la delegata Cgil, Serena Sorrentino. Un quadro che secondo i due "è sicuramente determinato dalla crisi, ma anche e in modo evidente delle scelte sbagliate fatte per contrastarla" che con "la legge 92/2012 di riforma del mercato del lavoro" si ripropongono, essendo un provvedimento "inadeguato e paradossale che rischia di "aumentare ulteriormente quest'area di disagio".

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