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È morta a 17 anni Jahi McMath: dal 2013 la famiglia lottava per non staccarle la spina

Il 22 giugno si è spenta nel New Jersey Jahi McMath, una ragazza che è stata al centro di una lunga battaglia legale negli Stati Uniti. Dichiarata cerebralmente morta quando aveva 13 anni a causa delle complicazioni dopo un intervento per asportarle le tonsille, la sua famiglia si era opposta a staccarle la spina.
A cura di Susanna Picone
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Il 22 giugno scorso si è spenta nel New Jersey Jahi McMath, una ragazza che è stata al centro di una lunga battaglia legale tra i medici, che nel 2013 l’hanno dichiarata “cerebralmente morta”, e i genitori, che non hanno voluto staccarle il ventilatore che le consentiva di respirare. Jahi, una bambina afroamericana che viveva in California, aveva tredici anni quando il 9 dicembre 2013 fu operata al Children Hospital di Oakland per un’asportazione di tonsille e adenoidi. Jahi si era risvegliata, sembrava star bene ma poi sopraggiunsero delle complicazioni con l’interruzione del flusso del sangue al cervello che ne determinarono tre giorni dopo l’intervento la morte cerebrale. I suoi genitori si opposero a staccarle la spina perché il cuore della ragazzina continuava a battere. “Lei si muove quando le sono vicina e ciò significa che non è morta”, diceva la madre. Iniziò così una lunga battaglia legale, con lo Stato della California che pubblicò il certificato di morte e la famiglia che riuscì a portare la ragazzina in un’altra struttura di un altro Stato. Il caso di Jahi ha fatto scalpore in America e la vicenda è stata paragonata a quella di Terri Schiavo, la donna in stato vegetativo che nel 2005 fu al centro di un braccio di ferro tra il marito, che voleva staccare la spina, e i genitori, che si opponevano.

La mamma: "Ho fatto tutto il possibile per mia figlia" – Alla fine la giovane, oltre quattro anni dopo quella banale operazione che ha cambiato la sua vita e quella dei suoi familiari, è morta all'età di 17 anni in seguito a un altro intervento nel New Jersey. “Jahi non era morta cerebralmente o morta in nessun modo”, ha detto la mamma Nailah Winkfield. “Era una ragazza con una lesione cerebrale e meritava di essere curata come qualsiasi altro bambino che ha avuto una lesione cerebrale”, ha aggiunto la donna, che in tutti questi anni ha condiviso su Facebook foto e video in cui mostrava i presunti progressi della figlia. “Questi ultimi quattro anni e mezzo non sono stati facili ma posso dormire sapendo che ho fatto tutto il possibile per mia figlia. Il mio desiderio è che lei cambierà alcune leggi e che imparino a non staccare la spina così velocemente”, ha aggiunto ancora la mamma.

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