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Droga a Cosenza, smantellate decine di piazze di spaccio: “Decisivo il ruolo di mamme coraggio”

I carabinieri di Cosenza hanno eseguito 57 ordinanze di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione “Alarico”. Fondamentale nel corso delle indagini il contributo di alcune mamme che hanno collaborato con gli inquirenti pur di salvare dalla tossicodipendenza i loro figli e allontanarli da contesti criminali.
A cura di Susanna Picone
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Più di cinquecento carabinieri del comando provinciale di Cosenza hanno eseguito stamane 57 misure cautelari nei confronti di persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, estorsione continuata, detenzione illegale di armi da fuoco e munizioni, ricettazione, furto in abitazione, spendita e introduzione nello stato di monete falsificate, detenzione e porto in luogo pubblico di arma clandestina, rapina aggravata e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. È il risultato dell’operazione “Alarico” condotta dai carabinieri che hanno smantellato decine di piazze di spaccio a Cosenza. Il gip presso il Tribunale di Cosenza e il Tribunale dei Minorenni di Catanzaro ha emesso 57 ordinanze di custodia cautelare di cui 21 in carcere, 26 agli arresti domiciliari e 10 all’obbligo di presentazione. Di questi tre soggetti sono minorenni. 

Il ruolo delle mamme-coraggio – Ed è stato fondamentale per smantellare le diverse piazze di spaccio, attive anche davanti alle scuole, il ruolo di alcune mamme. “Sottolineiamo l'azione di diverse mamme-coraggio che hanno avuto la forza di denunciare e raccontare cosa facevano i loro figli”, ha detto all'Agi il colonnello Piero Sutera, comandante provinciale dei Carabinieri di Cosenza, in relazione all'operazione Alarico. “Sono coinvolti anche molti minori – ha spiegato il colonnello parlando dell'inchiesta – utilizzati per lo spaccio e abbiamo sequestrato diverse armi, per cui dobbiamo indagare pure su eventuali collegamenti con altre organizzazioni criminali”. Le mamme si sono rivolte ai carabinieri di Cosenza per “per fronteggiare – scrivono gli inquirenti – il grave problema della tossicodipendenza dei figli e al fine di recidere i pericolosi legami da questi ultimi intrattenuti con pericolosi pregiudicati per il procacciamento quotidiano dello stupefacente”. Mamme che quindi hanno collaborato pur di salvare dalla droga i loro figli e allontanarli da contesti criminali.

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