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Elezioni politiche 2018

Di Maio: “Non ci saranno fuoriusciti M5s in Parlamento, espulsi rinunceranno a proclamazione”

Luigi Di Maio si dice certo che nella prossima legislatura non ci saranno fuoriusciti del M5s in Parlamento, nonostante le espulsioni durante la campagna elettorale dopo il caso rimborsopoli e non solo: “Tutti coloro che erano in posizioni eleggibili nelle liste per i plurinominali hanno già firmato il modulo per la rinuncia” e i candidati degli uninominali “sono per la maggior parte in collegi perdenti”, garantisce.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dopo l’invito di Silvio Berlusconi, poi parzialmente smentito, rivolto a coloro che verranno eletti con il MoVimento 5 Stelle e che potrebbero poi cambiare casacca, a rispondere è il capo politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio che esclude la possibilità che ci siano transfughi: “Tutti coloro che erano in posizioni eleggibili nelle liste per i plurinominali hanno già firmato il modulo per la rinuncia altrimenti avrei agito per danno di immagine”, assicura intervistato a Italia 18 su Sky Tg 24. Il candidato del M5s assicura anche sui candidati degli uninominali “che non hanno detto la verità”: “Sono per la maggior parte candidati in collegi perdenti”. In sostanza, secondo Di Maio, “non esisteranno gli ex M5s in Parlamento”. Anche se difficilmente la strada della rinuncia alla proclamazione sarà praticabile, come sottolineano molti esperti giuristi.

Di Maio chiederà al presidente della Corte d’appello di non proclamare gli eletti a cui il leader M5s ha chiesto un passo indietro dopo il caso rimborsopoli o per gli altri casi emersi in queste settimane. “Queste persone – aggiunge riferendosi a Cecconi e Martelli – hanno firmato o stanno firmando un modulo con cui rinunciano alla proclamazione”. E il capo politico del M5s si augura che “in futuro si possa fare una norma per cui durante la campagna elettorale si possa mettere qualcuno fuori dalle liste nel caso in cui si scopra qualcosa che non va sul candidato”.

La proposta di convergenza sui temi

Di Maio torna ad affermare che il M5s cercherà una convergenza sui temi subito dopo il 4 marzo in caso di mancanza di una maggioranza. Ma non si sbilancia sui gruppi a cui potrebbe rivolgersi: “Fino a che non conosceremo la composizione dei singoli gruppi è inutile parlare di convergenza sui temi. Faccio un appello a tutti i gruppi per vedere se saranno disponibili a una convergenza sui temi”. Secondo Di Maio si possono “stabilire tempi, modi e metodi per approvare le varie norme” con precisione già dall’inizio della legislatura.

Il business dell’accoglienza

Di Maio risponde anche a chi gli chiede un commento sulle parole di Roberta Lombardi, candidata del M5s alla presidenza della regione Lazio, riguardo a turismo e migranti: “Credo che sia auspicabile che in Italia ci siano più turisti e che non si favorisca il business dell’immigrazione”. Ma assicura che la Lombardi “non è intollerante e razzista”, il problema sarebbe la semplificazione di un concetto con un slogan.

Razionalizzazione delle forze dell’ordine

No al corpo unico di polizia, ma sì a una razionalizzazione dei corpi: è questa, in sintesi, la posizione del capo politico del M5s. Ringraziando le forze dell’ordine, Di Maio afferma: “Non so se l’accorpamento dei due corpi sia possibile. In questo momento è inquietante pensare a un unico corpo con centinaia di migliaia di persone comandate da una sola persona”.

Legittima difesa: ‘Non voglio un'arma in casa'

A Di Maio viene posta una domanda sulla possibilità che una persona armati entri in casa sua durante la notte. Se il capo politico del M5s fosse armato, cosa farebbe per reagire? “Io spero sempre di poter reagire senza dover utilizzare un’arma. Noi abbiamo chiesto di tutelare la legittima difesa maggiormente. Ma io non voglio un’arma in casa e non la vorrei mai, perché so che in quel momento posso giocare sulla vita di una persona, invece voglio che si assumano 10mila persone tra polizia e carabinieri per ridurre il rischio che mi entri in casa qualcuno”.

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