Definisce l’ex moglie “una nave scuola”, la Cassazione lo condanna

Ha paragonato la sua ex moglie a una nave scuola, con riferimento alla vastità delle sue trascorse relazioni amorose, e per questo è stato condannato dalla Corte di Cassazione. Lui, un ex marito di Messina, a quanto pare spesso, quando vedeva la moglie separata, le diceva che era “una nave scuola”. Aggiungeva anche, per essere più chiaro, che aveva sempre avuto degli amanti. Ebbene, secondo i giudici della Cassazione, “i termini rivolti dall’imputato alla ex moglie si rivelano chiaramente offensivi secondo l’apprezzamento della generalità dei consociati”. In pratica l'espressione è da considerarsi ingiuriosa perché così è percepita dalla comunità. Per questo motivo la Suprema Corte ha respinto la tesi dell’imputato che avrebbe voluto scampare alla condanna sostenendo che quelle frasi erano solo parole di “tenue” contenuto offensivo.

Una tesi che però non hanno accettato i giudici della Cassazione i quali, con la sentenza 37506 della Quinta sezione penale depositata oggi e relativa all’udienza svoltasi il 13 maggio, hanno confermato il verdetto emesso dal Tribunale di Messina il 22 settembre 2010 con il quale l’ex marito era stato condannato a pagare 450 euro di multa. L’imputato si era separato dalla moglie nel 2002 ma non aveva digerito la chiusura del rapporto e “in più occasioni”, tra il 22 e il 28 settembre di quell’anno, aveva apostrofato la ex coniuge paragonandola alla “nave scuola” che insegna ai non iniziati la pratica del sesso.