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Il PDL lascia la maggioranza: ora il Governo è a rischio (DIRETTA)

ll Pdl ha annunciato l’astensione sulla fiducia al Governo dopo le parole di Passera. Monti è corso a Palazzo Madama per scongiurare il peggio ma dal Pd chiariscono che anche se c’è il numero legale il Premier dovrà andare al Quirinale.
A cura di Antonio Palma
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Decreto sviluppo, il PDL non vota la fiducia: Governo a rischio

Ore 20.00 – Il Presidente Napolitano confida – nel rispetto delle diverse sensibilità e posizioni politiche – che risulti possibile un percorso costruttivo e corretto sul piano istituzionale, nell'interesse del paese e della sua immagine internazionale. Con un comunicato il Quirinale fa il punto della situazione sulla crisi di governo al termine degli incontri con le forze politiche che fin qui hanno appoggiato Monti in Parlamento.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto questa mattina il segretario e i presidenti dei gruppi parlamentari del PdL che gli hanno illustrato la decisione assunta dal loro partito di considerare conclusa l'esperienza del governo Monti. Al tempo stesso essi hanno espresso il fermo intendimento di contribuire a un'ordinata conclusione della legislatura, anche in vista di adempimenti inderogabili relativi al bilancio dello Stato, riservandosi di decidere l'atteggiamento da tenere in Parlamento su ogni altro provvedimento già all'esame delle Camere.
Il Capo dello Stato ha di conseguenza ritenuto necessario ricevere e ascoltare i rappresentanti delle altre forze politiche che hanno in Parlamento sorretto con la loro fiducia il governo Monti, al fine di verificarne l'orientamento in ordine all'ulteriore sviluppo – nelle nuove condizioni determinate dalla decisione del PdL – dell'attività legislativa.
Il Presidente della Repubblica ha inoltre esaminato concretamente, sia con il Presidente del Senato che successivamente con il Presidente della Camera, le prospettive già delineate nei rispettivi calendari.
Di tutto ciò il Capo dello Stato darà al più presto puntuale ragguaglio al Presidente del Consiglio per discuterne con lui tutte le implicazioni.
Il Presidente Napolitano confida – nel rispetto delle diverse sensibilità e posizioni politiche – che risulti possibile un percorso costruttivo e corretto sul piano istituzionale, nell'interesse del paese e della sua immagine internazionale.

Ore 19.45 – Per quanto riguarda il Pd sembra che l'intenzione sia quella di arrivare fino a gennaio approvando le leggi indispensabili ma con l'appoggio di tutta la maggioranza che fin qui ha sostenuto Monti. Come ha ribadito Bersani a Napolitano sì alla responsabilità ma no al logoramento in Parlamento senza una maggioranza qualificata. Intanto con una data ufficiale e definitiva delle elezioni nel Lazio arrivano le dimissioni del Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti proprio per candidarsi alla Regione. Le dimisisoni sranno effettive entro venti giorni.

Ore 19.30 – Seconodo indiscrezioni nel corso degli incontri al Quirinale tra Napolitano  ed i leader dei partiti della maggioranza  ci sarebbe di nuovo l‘ipotesi di elezioni politiche il 10 marzo con un percorso che prevede l'approvazione di leggi fondamentali come quella di stabilità prima dello scioglimento delle Camere. Sicuramente non ci potrà essere l'election day completo visto che il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, in qualità di commissario ad acta, oggi ha firmato il decreto con il quale fissa le Elezioni regionali nel Lazio per domenica 3 febbraio e lunedì 4 febbraio 2013. Il decreto modifica la data stabilita dalla dimissionaria Presidente Polverini secondo le indicazioni della sentenza del Tar Lazio.

Ore 19.00 – Terminato il colloquio tra il Presidente Napolitano e la delegazione del Pd guidata da Bersani. Al Quirinale è già arrivato anche Pierferdinando Casini, che sarà ricevuto dal Capo dello Stato insieme con il Presidente del Gruppo parlamentare dell'udc alla Camera, Gian Luca Galletti.

Ore 18.40- Parte la campagna elettorale per le elezioni politiche, il Pdl ha lanciato sul Web l'operazione «Memoria e futuro» con un nuovo sito in cui vengono ricordati i successi dei vari governi di centrodestra nell'ultimo decennio. Come ha ricordato il responsabile internet del Pdl in una lettera ai simpatizzanti del parttito "il presidente Berlusconi ha voluto che realizzassimo un sito dedicato a ricordare in sintesi ma con precisione le principali cose fatte nei nove anni di governo"

Ore 18.30 – Il decreto milleproroghe potrebbe essere inserito nel dl stabilità, la notizia proviene da fonti parlamentari. I relatori Giovanni Legnini e Paolo Tancredi si appressterebebro ad inserire nella legge di stabilità  un emendamento che  introduce due proroghe che di fatto aprono la strada alla possibilità di travasare l'intero provvedimento che per consuetudine viene varato sempre a fine anno. Sarebbe un tentativo di accelerare l'iter di alcuni provvedimenti in vista della prematura fine della legislatura.

Ore 18.00 – Dopo una giornata sempre in negativo anche a causa delle notizie che arrivano dal mondo politico recupera leggermenete a fine seduta Piazza Affari che però chiude ugualmente negativa: L'indice Ftse Mib si attesta a -0,86%. Lo spread tra Btp e Bund che in giornata ha superato anche i 330 punti, si attesta invece a a quota 322 punti base.

Ore 17.35 – Si accellera l'iter sulla legge di stabilità con i relatori che presenteranno nuovi emendamenti al testo originario. Il primo riguarda l'Imu e "punta a tradurre in norma l'accordo tra governo e Anci che prevede  il trasferimento degli introiti della tassa agli enti locali" come ha spiegato il relatore Giovanni Legnini del Pd, anche se non risolve altri nodi in quanto la misura, che dovrebbe essere presentata lunedì, resta a saldi invariati. Gli altri emendamenti riguarderanno le ulteriori misure per i territori colpiti dal sisma dell'Emilia e l'incorporazione nel testo del ddl di iniziativa parlamentare sulle cartelle pazze.

Ore 17.20- Si è concluso a Palazzo Grazioli il vertice tra Silvio Berlusconi e lo stato maggiore del Pdl

Ore 17.10- "Voto a marzo dopo la legge di stabilità" lo ha detto Renato Brunetta che partecipa all'incontro di Palazzo Grazioli ai microfoni di Tgcom24. "Abbiamo finalmente detto basta al governo Monti dopo 13 mesi e riforme sbagliate come quella delle pensioni che ci costa dieci miliardi con il problema degli esodati" ha affermato l'ex Ministro del governo Berlusconi.

Ore 17.00 – "Napolitano incontra tutti tranne la Lega" con questo messaggio su twitter il leader del Carroccio si lamenta delle consultazioni informali del Capo dello Stato sulla crisi di Governo.

Ore 16.45 – La commisione bilancio della Camera intanto ha  approvato la legge di attuazione del pareggio di bilancio in Costituzione. Per il Pdl era presente ed ha votato sì solo il relatore, Alberto Giorgetti.

Ore 16.30 – Tramontato ormai l'appoggio a Monti e al Governo, il lavoro parlamentare sembra ruotare tutto attorno all'approvazione della legge di stabilità e della riforma elettorale prima della chiusura anticipata della legislatura, come del resto ha chiesto Napolitano. Il Pdl è intenzionato a non far mancare l'appoggio sul primo provvedimento mentre appare sempre più lontano l'accordo sulla legge elettorale. Le condizioni per un accordo non ci sono quindi la possibilità che si vada al voto ancora con il Porcellum appare molto alta.

Ore 16.15 – Nuovo vertice del Pdl a Palazzo Grazioli tra Berlusconi e i leader del partito, probabilmente per stabilire la linea da tenere nei prossimi giorni. "Si tratta di una riunione sulle elezioni e la campagna elettorale" ha spiegato invece il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. All'incontro sono presenti oltre a Berlusconi e al segretario Angelino Alfano, i capigruppo di Camera e Senato, i coordinatori Bondi e Verdini, Renato Brunetta, Paolo Bonaiuti e Gianni Letta.

Ore 15.15 – Continuano le consultazioni di Napolitano con i gruppi parlamentari. Dopo la delegazione del Pdl, Schifani e Fini, salirà al Quirinale intorno alle 16.45 anche il segretario del Pd, Bersani,  che a quanto si apprende dovrebbe essere accompagnato dai due capigruppo al Senato e alla Camera, Anna Finocchiaro e Dario Franceschini.

Ore 15.00 –  Sono 10 i deputati del Pdl che hanno votato sì, in dissenso con il proprio gruppo, sul decreto sui costi della politica (ieri sulla fiducia erano stati 5): Si tratta di Francesco Biava, Giuliano Cazzola, Marcello De Angelis, Franco Frattini, Mario Landolfi, Gennaro Malgieri, Alfredo Mantovano, Carlo Nola, Barbara Saltamartini e Mario Valducci. 92 sono, invece, i deputati "azzurri" che non hanno partecipato al voto di oggi alla Camera sul dl sui costi della politica. Si tratta del 44,66% dei componenti del gruppo.

Ore 13.45 – La Camera approva il decreto sul taglio dei costi della politica locale con 268 voti favorevoli, un contrario e 153 astenuti.

Ore 13.43 – Alfano ha spiegato le motivazioni del no a Monti: "Noi siamo arrivati a questa scelta perché le cose vanno peggio di un anno fa, non per la persona di Monti" ha detto il segretario del Pdl. "Non abbiamo votato la fiducia perché vogliamo concludere ordinatamente questa legislatura, consideriamo conclusa l'esperienza di Monti ma non vogliamo mandare il Paese allo scatafascio" ha proseguito Alfano addebitando la maggior parte degli errori del Governo al Pd. "Non vogliamo per il futuro un Governo a trazione economica della Cgil, come accaduto per legge lavoro" ha continuato Alfano.

Ore 13.35 – "Noi siamo convinti che il centrodestra era e rimarrà maggioranza nel paese" con questa affermazione il segretario del Pdl Alfano ha introdotto il suo discorso in Aula a Montecitorio tra gli applausi degli uomini del suo partito. Rispondendo poi a Bersani, Alfano ha annunciato "E’ vero che faremo  campagna elettorale fatta di no ai comunisti perché crediamo che facciano leggi sbagliate".

Ore 13.30 – "Ci sono cose che non ci piacciono del governo Monti, ma siamo leali" ha spiegato Bersani e poi proseguendo "Ingenui però no, non possiamo metterci sulle spalle oltre la transizione anche la vostra campagna elettorale". "Oggi muore la speranza per l'Italia perché muore la possibilità di una destra italiana capace di dare il suo contributo per il Paese " ha dichiarato  il segretario del Pd ricordando al Pdl "se voi proponete l’uomo del miracolo noi invece uno sforzo collettivo, lasciamo a voi gli effetti speciali noi saremo sobri, guidati da due parole: Moralità e lavoro" e poi concludendo "abbiamo l'ambizione di metterci in testa al cambiamento".

Ore 13.25 – Parla il segretario del Pd Bersani: "Dalla caduta di Berlusconi in poi, il Pdl non si è mai chiesto se, negli ultimi 10 anni, ha sbagliato qualcosa". "Ci avete raccontato che stavamo meglio degli altri, siete stati degli irresponsabili" ha tuonato Bersani tra gli applausi dei suoi. "L'Imu non è la tassa di Monti, ma la tassa di Berlusconi e Tremonti" ha proseguito il segretario del Pd chiedendo "la Medicina ai problemi pensate davvero che possa venire da Calderoli, Tremonti che ci hanno portato fin qua?".

Ore 13.20- Dozzo della Lega Nord ha invitato i colleghi del Pdl ad "andare fino in fondo e staccare la spina a questi governo", poi rivolto al Presidente Monti "lei non ha salvato questo paese lo ha distrutto salvi almeno il suo onore e vada al Quirinale".

Ore 13.03- Napolitano incontrerà oggi pomeriggio anche i leader di Udc e Pd, Pierferdinando Casini e Pierluigi Bersani. Si configurano così sempre di più come vere e proprie consultazioni quelle del Presidente della Repubblica al Quirinale. Dopo la delegazione del Pdl e il Presidente del Senato, il Capo dello Stato infatti riceverà nel primo pomeriggio anche il Presidente della Camera Gianfranco Fini.

Ore 12.58 – "Chi vota questi provvedimenti, accetta i tagli alla politica, chi decide di non votare questi tagli vuole manternere lo status quo, è importante su questo fare chiarezza" ha detto il leader dell'Udc Casini nelle dichiarazioni di voto, ricordando ai colleghi in Aula l'ordine del giorno su cui si sta discutendo. Casini ha riproposto gli stessi temi di Della Vedova sulle ragioni della crisi, accusando il Pdl di una deriva populista e antieuropeista.

Ore 12.55 – Per molti gruppi politici dunque il problema resta l'approvazione delle legge di stabiltà e della riforma elettorale dando ormai per scontato l'addio a Monti.

Ore 12.50 – Fli voterà convintamente il decreto sui costi della politica, lo ha confermato Della Vedova scagliandosi contro la scelta del Pdl di abbandonare Monti. "A portare il governo Monti non è stata la crisi in sé, ma un decennio di riforme mancate quando c’era la possibilità" ha detto Della Vedova spiegando "Il Pdl toglie fiducia al governo per la sua politica economica, Cicchitto boccia Monti ma i mercati hanno bocciato Cicchitto e il pdl". "Diciamo chiaro agli italiani che la maggioranza delle tasse che oggi pagano sono state volute da pdl e lega e non da Monti" ha conluso della Vedova tra i mugugni provenienti dai banchi dei deputati del Pdl.

Ore 12.45 – Silvano Moffa di Popolo e Territorio si scaglia contro Monti e il suo Governo "bisogna superare il montismo, cioè il pensiero unico che in quest'anno ha dato al paese una sola ricetta quella del rigore merkeliano senza pensare che il Paese è in crisi profonda".

re 12.40 – "Cerchiamo di focalizzarci su come risolvere i veri problemi non sulla discesa in campo di Berlusconi che farà le stesse promesse", lo ha detto Antonio Borghesi dell'Idv nelle dichiarazioni  di voto alla Camera invitando Monti a salire al Quirinale e nello stesso tempo dicendosi disponibile ad ogni percorso previsto da Napolitano per portare a conclusione l'iter per una nuova legge elettorale. "Ove questo governo cadesse senza aver dato vita ad una nuova legge elettorale, sosterremo ogni percorso che il presidente Napolitano indicherà per restituire ai cittadini il diritto di scegliere" ha concluso Borghesi.

Ore 12.35 – Terminato l'incontro tra Napolitano e Schifani. Probabile che anche il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, salirà al Quirinale in giornata per consultazioni con il Presidente della Repubblica.

Ore 12.20 – "L’Italia non ha bisogno di nuovi pifferai, né di Grillo né di Ingroia" così si è espresso l'onorevole Bruno Tabacci durante le dichiarazioni di voto in Aula per confermare il voto favorevole al provvedimento. Voteranno sì al decreto su costi della politica anche i deputati fuoriusciti dall'Idv.

Ore 12.15- Mentre a Montecitorio proseguono le dichiarazioni di voto dei gruppi politici, dai mercati finanziari continuano ad arrivare cattive notizie. Lo spread è constantemente sopra i 330 punti base, mentre Piazza Affari perde oltre un punto percentuale.

Ore 12.05 – Mentre al Quirinale è salito anche il Presidente del Senato, Renato Schifani, alla Camera sono iniziate le dichiarazioni di voto sul decreto legislativo per il taglio dei costi della politica locale.

Ore 11.55- Concluso l'atteso incontro previsto questa mattina al Quirinale tra la delegazione del Pdl guidata da Angelino Alfano e il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sulla crisi di Governo. Al colloquio, durato circa un'ora e mezza, hanno partecipato anche i capigruppo del Pdl in Parlamento, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. Al Quririnale si è recato anche il Presidente del Senato, Renato Schifani, come aveva annunciato ieri dopo il voto dell'Aula.

Ore 11.50 – Tra pochi minuti si conoscerà la posizione ufficiale dei partti di maggioranza sul futuro del Governo Monti. Infatti saranno i leader di Pd e Pdl, Pier Luigi Bersani ed Angelino Alfano, a parlare nelle dichiarazione di voto finale alla Camera sul decreto legge sui costi della politica locale. Le dichiarazioni dei due segretari sono previste intorno alle 13 al termine del dibattito in Aula.

Ore 10.30 – C'è ovviamente grande attesa per l'incontro tra Giorgio Napolitano ed Angelino Alfano. Un confronto che servirà "a capire se esistono le condizioni per continuare la legislatura", ovvero se il Popolo della Libertà ha intenzione di togliere il sostegno parlamentare al Governo guidato da Mario Monti. Del resto, il segretario del PDL sembra deciso a proseguire sulla linea tracciata nel post vertice a via dell'Umiltà, in accordo con Silvio Berlusconi e con i capigruppo di Camera e Senato.

Ore 10.00 – Mentre il Presidente del Consiglio continua a non pensare alle dimissioni, si delinea con sempre maggiore chiarezza quella che è a tutti gli effetti una vera crisi di Governo. Se infatti Napolitano si dice sicuro che "la tenuta istituzionale" non sia a rischio, i partiti sembrano già prepararsi al voto anticipato, probabilmente a febbraio.

Ore 19.15 – Intanto Angelino Alfano ha confermato il ritorno di Silvio Berlusconi e l'addio definitivo alle primarie del Pdl. "Le primarie non ci saranno più perché non c'è bisogno di una successione, c'è Berlusconi in campo" ha annunciato il segretario del Pdl che domani sarà al Quirinale alle 10.30. "Domani alle 10.30 mi recherò dal Presidente della Repubblica a riferire della situazione" ha confermato Alfano anticipando che il Pdl non ha intenzione di boicottare la legge di stabilità perché "non vogliamo far precipitare il Paese in un esercizio provvisorio".

Ore 19.10 – Anche la Camera vota la fiducia al Governo Monti. Approvato il decreto sui tagli ai costi della politica locale con 281 sì, 77 no e 140 astenuti.  Come previsto il Pdl non ha votato facendo mancare la maggioranza assoluta e innescando la crisi di Governo

Ore 19.00 – Tutto è in mano al Quirinale, lo ha confermato Monti durante la conferenza stampa. "Sono stato e sono in contatto con il Presidente della Repubblica e attendo di conoscere sue valutazioni" ha spiegato il Presidente del Consiglio rivelando che è in programma un incontro tra Monti e Alfano. Monti per il momento dunque non si recherà al Quirinale dove invece andrà il segretario del Pdl  domani per chiarire quali sono le posizioni del partito nei confronti del Governo.

Ore 18.40 – Le prime parole di Monti in conferenza Stampa dopo la crisi di Governo a causa del no del Pdl alla fiducia in Parlamento

Ore 18.05 – Monti non può sentirsi responsabile di quello che sta accadendo, lo ha detto Giorgio Napolitano. "L'ho detto a Monti, stanno venendo al pettine nodi antichi e distorsioni e questo governo non può sentirsi carico di responsabilità  per quanto sta accadendo o di tutti i problemi che stanno esplodendo" ha detto il Presidente della Repubblica a proposito della crisi di Governo di queste ore.

Ore 17.45Il Consiglio dei Ministri intanto  ha dato il via libera definitivo al decreto legislativo sull'incandidabilità a cariche elettive e di governo dei condannati in terzo grado  così come era stato previsto dalla legge delega già approvata dal Parlamento. Il Consiglio dei Ministri intanto prosegue e secondo indiscrezioni ci sarebebro stati i primi contatti tra Monti e il Quirinale per parlare della situazione in Parlamento.

Ore 17.43- Inizia la prima chiama per il voto di fiducia sul decreto legge per i costi della politica locale su cui il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ore 17.37 – Cazzola e Frattini del Pdl voterano sì al decreto e alla fiducia al governo in dissenso rispetto alle indicazioni del loro partito. Anche Mantovano voterà a favore.

Ore 17.30 – Cicchitto conferma dunque la posizione del Pdl già espressa al Senato con l'astensione del partito garantendo però il numero legale in Aula per il voto. La scelta del Pdl conferma quindi la crisi di Governo e la fine della maggioranza che fin qui ha appoggiato l'Esecutivo Monti.

Ore 17.25 – Fabrizio Cicchitto conferma che il motivo della crisi con il Governo non sono le parole di Passera, ma la politica economica del governo Monti, fatta solo di rigore. "Non è un povero untorello come il ministro Passera a determinare la nostra presa di posizone, ma qualcosa di molto più serio e consistente, è un dissenso che arriva al suo punto terminale sulla politica economica di questo governo" ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera. Cicchitto, interrotto più volte dai mugugni dell'Aula, ha criticato l'Imu e rigettato le accuse di non voler approvare la legge sulle liste pulite, confermando invece il no alla riforma elettorale.

Ore 17.20- "Stiamo vivendo un giorno convulso e colmo di rischi per colpa di un gesto incomprensibile e irresponsabile del pdl" ha detto il  il deputato del Pd Franceschini nel suo intervento in Aula. "Il Pdl toglie la fiducia senza un motivo plausibile, spero non siano state le parole di Passera né la voglia di eludere il decreto sull'indandidabilità dei condannati" ha proseguito Franceschini ricordnando ai colleghi del Pdl, "Stiamo dando al mondo un pericolosissimo segnale di instabilità e incertezza".

Ore 17.05 – "Mi riservo di compiere nelle prossime ore i conseguenti utili accertamenti", ha detto Napolitano a proposito della situazione in Parlamento. Il Presidente della Repubblica ha chiesto però ai partiti "moderazione e obiettività" nel "valutare i tempi necessari e opportuni per una proficua preparazione del confronto elettorale". Il Capo dello Stato ha ribadito  che è necessario "cooperare responsabilmente a un'ordinata, non precipitosa e convulsa conclusione della legislatura e dell'esperienza di Governo avviata nel 2011″. Napolitano ha sottolineato l'urgenza di approvare prima della fine della legislatura  gli "adempimenti normativi inderogabili", probabilmente la legge lettorale e di stabilità.

Ore 17.00 – Casini ci tiene a ricordare i contenuti del decreto su cui si vota oggi alla Camera cioé i costi della politica. Il leader dell'Udc ha anche ricordato il lavoro di Monti "che ci ha tirato fuori dal baratro e non ci ha portato come qualcuno ha detto" riferito alle parole di Berlusconi. "Spero che nel Pdl ci sia qualche sussulto di dignità" ha concluso Casini.

Ore 16.57 – "L'obiettivo del Pdl è una rottura traumatica nel tentativo patetico per scaricare il governo e sganciare il loro destino da quello della maggioranza che fin qui ha appoggiato il Governo di cui facevano parte" ha detto l'Onorevole Della Vedova confermando il sì di Futuro e Libertà al decreto sui costi della politica e alla fiducia del governo.

Ore 16.53 – "La tenuta istituzionale del Paese è fuori discussione", lo ha detto oggi pomeriggio il Presidente della Repubblica. "Ci sono tensioni politiche preelettotali che anche fuori d'Italia possono essere comprese senza suscitare allarmi sulla tenuta istituzionale del paese, questa tenuta è fuori questione, ho il dovere di riaffermarlo pubblicamente" ha detto Giorgio Napolitano questo pomeriggio. "È necessario cooperare responsabilmente a un'ordinata, non precipitosa e convulsa conclusione della legislatura e dell'esperienza di Governo avviata nel 2011", ha detto ancora Napolitano facendo capire che uan prematura fine del alegislatura passa dal Quirinale.

Ore 16.45 – Il gruppo di Popolo e Territorio non voterà la fiducia al Governo lo ha confermato il portavoce del gruppo degli ex responsabili, il deputato Vincenzo D'anna.

Ore 16.35 – Antonio Di Pietro denuncia il ricatto politico da parte del Pdl nei confronti del Governo. Per il leader dell'Idv il Pdl si vuole astenere per far capire all'Esecutivo che non vuole la legge sull'incandidabilità dei condannati e la nuova legge elettorale. Antonio Di Pietro denuncia l'anomalia di un continuo ricorso alla fiducia da parte del Governo per bypassare il ruolo e la funzione che spettano al Parlamento che questa volta si è ritorto contro con il ricatto del Pdl. Di Pietro infine rivolto a Monti "vada dal Presidente della Repubblica e rimetta il suo mandato e non ceda al ricatto del centrodestra che fa finta di non votare".

Ore 16.25 – Sono iniziate alla Camera le dichiarazioni di voto per la fiducia al Governo Monti sul decreto sui costi della politica.

Ore 15.57 – Il Pdl si asterrà anche sul voto di fiducia alla Camera, lo ha confermato il capogruppo del partito a Montecitorio, Fabrizio Cicchitto. "Sulla base di una valutazione politica generale che va al di là del merito del provvedimento riguardante i costi della politica negli enti locali, abbiamo deciso di astenerci oggi pomeriggio sul voto di fiducia per marcare la nostra posizione fortemente critica sulla sua politica economica" ha detto Cicchitto.

Ore 15.55 – "È andata bene" così ha risposto ai giornalisti Altero Matteoli all'uscita di Palazzo Grazioli dopo il vertice del Pdl. A breve dovrebbe parlare il segretario del partito, Angelino Alfano, per chiarire quale sarà la posizione del Pdl nei confronti del Governo.

Ore 15.50 – Il decreto su costi della politica su cui il Governo ha posto la fiducia alla Camera permetterà risparmi per le spese del personale dei gruppi consiliari fino al 40% e l'abolizione dei vitalizi per i consiglieri già a partire dalle prossime legislature regionali. Con l'esame della Conferenza Stato – Regioni il capitolo sembrava ormai chiuso ma la possibile marcia indietro del Pdl sulla fiducia potrebbe comprometterne l'approvazione.

Ore 15.40 – Con il voto di fiducia al Senato sul dl sviluppo introdotta una nuova normativa che nega il diritto di precedenza per i lavoratori in mobilità nelle società che licenziano. Il maxiemendamento infatti modifica una legge del '91 che prevedeva per i lavoratori in mobilità il diritto di precedenza in caso di assunzioni da parte dell'azienda.

Ore 15.30 – Quella alla Camera sul decreto per i costi della politica e degli Enti locali sarà la fiducia numero 49 del Governo Monti, una media altissima se si pesna che il Premier è a Palazzo Chigi da 55 settimane. Sullo stesso decreto già approvato in prima lettura alla Camera e poi modificato al Senato, l'Esecutivo aveva ottenuto la fiducia dell'Aula di Montecitorio con 424 voti favorevoli e 78 contrari.

Ore 15.15- "Se il Pdl insiste in un atteggiamento irresponsabile noi pensiamo che Napolitano con la sua saggezza troverà il modo per condurre la vicenda in modo ordinato" ha detto Bersani al termine dell'incontro con i capigruppo ribadendo che il Partito Democratico non farà mancare i numeri per la fiducia alla Camera sul decreto sui costi della politica. "Nessuno può pensare che noi abbiamo paura delle elezioni ma davanti al mondo non si può dare l'idea di un Paese che non ha la solidità" ha spiegato il segretario del Pd chiarendo la posizione del partito.

Ore 15.10 – Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, incontrerà questa sera alle ore 19 a Montecitorio il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, per fare il punto sulla situazione politica dopo la scelta del Pdl di uscire dalla maggioranza che fin qui aveva appoggiato Monti e il Governo.

Ore 15.00 – "Abbiamo lavorato molto sodo per adeguarci a tutti i criteri in particolare a quelli richiesti dall'Eurozona per mettere l'Italia in posizione di sicurezza" lo ha detto il Premier Monti in un video messaggioregistato e trasmesso oggi al congresso Pde a Bruxelles. Una dichiarazione che rivendica i risultati dell'Esecutivo in questo anno di Governo ribaditi anche dal Ministro Fornero  che ha dichiarato "questo governo in un anno ha cominciato a risolvere alcuni problemi strutturali del Paese e sono fiduciosa che qualunque sia il governo che verrà dopo continuerà su questa strada, è questo che auspico per il Paese".

Ore 14.50- Ore intense sia per il  Governo che per le forze politiche scandite da riunioni e vertici d'urgenza in attesa di capire l'evolversi della situazione in Parlamento. Se il Governo prosegue da ore il Consiglio dei Ministri già prefissato ma che sicuramente ha assunto altri connotati dopo le vicende di questa mattina, sia Pd che Pdl hanno chiamato a raccolta i vertici del partito per discutere sul da farsi. Lo stato maggiore del Pdl è in riunione nella sede romana di Berlusconi a Palazzo Grazioli dove c'è un gran viavai di auto blu. Presenti  Alfano e Gianni Letta insieme ai capigruppo di Camera e Senato e ai coordinatori nazionali del partito, ma sono stati invitati all'incontro anche Altero Matteoli e Guido Crosetto che si erano schierati apertamente contro il ritorno del Cavaliere. Anche nel Pd riunione d'urgenza con Bersani e capigruppo in Parlamento per stabilire la posizione del partito.

Ore 14.30 – Mentre da Palazzo Chigi non trapela nulla sull'ipotesi che Monti possa salire al Quirinale per consultarsi con Napolitano, sembra che il Pdl sia intenzionato oggi pomeriggio a non votare la fiducia al Governo neanche sul dl enti locali. I deputati del Pdl come hanno fatto i colleghi al Senato potrebbero astenersi sul provvedimento che taglia i costi della politica locale.

Ore 13.30 – Il prossimo banco di prova per il Governo sarà già oggi pomeriggio con il voto alla Camera sul decreto legge per gli enti locali. Anche qui infatti l'Esecutivo ha posto la questione di fiducia e si saprà se il Pdl ha intenzione di sostenere ancora Monti oppure dare l'addio al governo tecnico proseguendo lungo la linea già adottata questa mattina al Senato.

Ore 13.20 – Appena saputo del no da parte del Pdl al voto di fiducia al Governo, il Premier si è recato in Aula a Palazzo Madama dove ha votato sì come senatore a vita. Dopo il voto Monti si è intrattenuto brevemente con il capogruppo del Popolo della libertà, Maurizio Gasparri, probabilmente per avere spiegazioni in merito alla decisione del partito. Una volta appreso l'esito positivo del voto, il Presidente del Consiglio si è recato a Palazzo Chigi e a breve potrebbe convocare una conferenza stampa.

Ore 13.00 – Contro la decisione del Pdl di non votare la fiducia in Aula si è scagliato Pierferdinando Casini. "Siamo all'irresponsabilità allo stato puro, qualcuno ci vuole riportare alla follia, dove eravamo" ha detto leader dell'Udc, concludendo  "così è tornato Berlusconi".

Ore 12.50 – Tutti ora aspettano le mosse di Monti e di Napolitano per capire quale sarà il futuro del Governo tecnico. Bersani ha annunciato che il Pd farà il punto della situazione questa sera con un vertice insieme ai capigruppo, "Stasera si capirà, in un un modo o nell'altro, se la maggioranza c'è" ha detto il segretrio del Pd. Anche il Pdl deciderà nelle prossime ore se quello di oggi sarà l'ultima fiducia al Governo, come ha spiegato Gasparri "Valuteremo cosa fare nei prossimi giorni".

Ore 12.45 – "Prendo atto delle dichirazioni dei gruppi, sono dichiarazioni delicate spero che si possa trovare un punto d’intesa per arrivare alla fine della legislatura con un consenso ampio" ha detto il Presidente del Senato al termine della seduta di Palazzo Madama, precisando "Terrò informato il Presidente della Repubblica".

Ore 12.40 – Si allarga sempre di più lo spread tra Btp e Bund dopo le notizie provenienti dal Senato. Il differenziale ha toccato quota  330 punti base mentre anche Piazza Affari subisce un tonfo a -1,5% mentre poco prima era in positivo.

Ore 12.37 – Chiedono immediate dimissioni di Monti e del suo Governo sia la Lega che l'Idv. "E' evidente che la maggioranza  che ha sostenuto il Governo è venuta meno, il Presidente della Repubblica dovrà prendere atto di questo mutato scenario politico perché  il Paese è senza governo" ha detto il capogruppo dell'Italia  dei valori, Bellisario, nel suo intervento. "Il governo Monti non ha piú la maggioranza al Senato: dimissioni subito" ha detto il segretraio leghista Maroni. "Chiedevamo da mesi al Pdl di abbandonare questo governo oggi lo hanno fatto, speriamo si confermi questa strada che può aprire nuovi scenari politici" ha detto invece Bricolo al Senato.

Ore 12.33 –Dopo il voto in Aula il premier ha abbandondato Palazzo Madama per andare a Palazzo Chigi per il CdM. Il decreto sviluppo ora passerà alla Camera ma la maggioranza ormai sembra non ci sia più visto che a favore hanno votato solo in 127. Contro il maxiemendamento si sono espressi Lega e Idv, a favore Pd e Udc, mentre un gruppetto sparuto di senatori del Pdl si è astenuto per assicurare comunque il numero legale anche se al Senato questo equivale ad un voto contrario.

Ore 12.28 – Dopo l'annuncio del Pdl di non voler partecipare al voto di fiducia al dl sviluppo lo spread è in deciso rialzo. Il differenziale tra i nostri Btp e i Bund tedeschi è salito già oltre i 300 punti attestandosi a quota 317.

Ore 12.25 – A spiegare il significato dell'astensione del Pdl dal voto di fiducia ci ha pensato il capogruppo Maurizio Gasparri: "Consapevoli della rilevanza politica della dichiarazione fatta, non intendiamo scaricare i nostri problemi, ma già da alcune settimane non siamo d’accordo con un governo nato grazie al nostro senso di responsabilità". "Nonostante l'astensione  con i voti di alcuni nostri parlamentare abbiamo fatto approvare la Legge di stabilità quindi ci siamo presi una responsabilità" ha proseguito Gasparri lasciando intuire quindi che il govenro è arrivato agli sgoccioli.

Ore 12.19 – Finocchiaro ha ribadito che "a prescinde dai numeri il voto di oggi al Senato è un fatto politico" importantissimo che ha soluzione solo con la visita del Premier Monti al Quirinale per consultarsi con il Presidente della Repubblica.

Ore 12.16 – Dopo il voto ha chiesto la parola la senatrice e capogruppo Pd Anna Finocchiaro. "Lasciare la maggioranza e astenersi è fatto politico di primo rilievo" ha spiegato la senatrice, proseguendo "La nostra impressione è che le tensioni intere al Popolo delle libertà scaricate addosso al Paese  a poche settimane dalle elezioni compromettono la stabilità dell'Italia".

Ore 12.14 – Solo 169 i senatori presenti in Aula per il voto che pur confermando la fiducia al Governo Monti apre in realtà una crisi politica grave e evidente.

Ore 12.13 – Il Senato ha approvato la fiducia al Governo sul maxiemendamento sostitutivo del decreto sviluppo  con 127 sì, 17 no e 23 astenuti.

Ore 12.10 – Si gioca sul filo di lana la maggioranza necessaria per il voto di fiducia al Governo. Sembra che il Pdl abbia intenzione di non far mancare il numero legale facendo votare alcuni dei suoi senatori anche se il gruppo si asterrà.

Ore 12.06 – Al Senato è iniziata la seconda chiama sul decreto sviluppo e il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, insime al vicecapogruppo, Gaetano Quagliariello, si sono astenuti.

Il Governo Monti rischia di cadere sul decreto sviluppo. I parlamentari del Pdl hanno deciso di non votare la fiducia all'Esecutivo sul maxiemenedamento  sostitutivo del decreto sviluppo astenendosi dalla prima chiama. Le indicazioni del partito sono quelle di non votare l'ennesima fiducia a Monti che è immediatamente corso a Palazzo Madama per scongiurare un addio prematuro. Probabilmente alcuni senatori entreranno in Aula per votare no e non far mancare il numero legale, ma il Pd ha chiarito che in caso di astensione del Pdl,  il Governo è di fatto decaduto e che Monti dovrà trarne le conclusioni recandosi al Quirinale .

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