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Danilo Toninelli chiude i porti italiani a un’altra Ong: “Divieto di attracco per la nave Open Arms”

Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha annunciato la chiusura dei porti italiani per la nave Ong Open Arms: “In ragione della nota formale del ministero dell’Interno che adduce motivi di ordine pubblico dispongo il divieto di attracco nei porti italiani per la nave Ong Open Arms”.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’Italia chiude i suoi porti ancora una volta alle imbarcazioni delle Ong. Dopo l’annuncio di questa mattina del ministro dell’Interno Matteo Salvini, secondo cui nessuna Ong sbarcherà in Italia durante l’estate, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli annuncia il divieto di attracco per la “nave Ong Open Arms”. “In ragione della nota formale che mi giunge dal ministero dell'Interno e che adduce motivi di ordine pubblico – fa sapere il ministro attraverso un comunicato – dispongo il divieto di attracco nei porti italiani per la nave Ong Open Arms, in piena ottemperanza dell'articolo 83 del Codice della Navigazione”.

In un primo momento il ministero aveva comunicato che l'imbarcazione a cui non era stato concesso l'approdo nei porti italiani era la nave da soccorso Astral, salpata questa mattina da Malta e che si trova in navigazione nel Mediterraneo in acque internazionali. A bordo dell’imbarcazione Astral non ci sarebbero migranti ma solamente quattro parlamentari europei: la nave avrebbe dovuto unirsi alla stessa Open Arms che si trova al largo delle coste libiche. Entrambe le imbarcazioni sono gestite dalla Ong spagnola Proactiva Open Arms. La Open Arms aveva chiesto a Malta di poter accogliere l'imbarcazione nei suoi porti per i rifornimenti, ma La Valletta non aveva concesso l'approdo. Così come fatto ora anche dall'Italia.

Toninelli, intervistato quest’oggi dall’Huffington Post, ha parlato anche del ruolo della Guardia costiera italiana: “Ha salvato oltre 600mila vite negli ultimi anni” e svolge un lavoro definito “prezioso e imprescindibile”. “Salvini non mi ha affatto provocato e la Guardia Costiera non ha preso da me alcuna direttiva – prosegue il ministro delle Infrastrutture -. Loro continueranno sempre a rispondere agli Sos, ma il quadro giuridico è cambiato e la Libia ha tutte le prerogative per effettuare salvataggi nel proprio mare con il proprio centro di coordinamento e la propria Guardia costiera”.

Secondo Toninelli, quindi, non c’è “nessun appiattimento sulla Lega, ma un lavoro coordinato tra i due alleati di governo per garantire regole e legalità in relazione a questo fenomeno”. Infine, il ministro pentastellato assicura: “Noi salveremo sempre le vite umane, ma è proprio la legge del mare a dire che il porto più vicino all'emergenza è quello in cui i naufraghi dovrebbero essere accolti”.

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