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Da Di Battista a Giovanardi: per i non rieletti arriva la buonuscita da 45mila euro a legislatura

Ogni parlamentare non rieletto in questa XVIII legislatura percepirà entro 30 giorni dalla proclamazione dei nuovi eletti un assegno di fine mandato per il reinserimento nella vita lavorativa pari a 45mila euro, esentasse, per ogni legislatura accumulata alle spalle.
A cura di Charlotte Matteini
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I parlamentari non rieletti nella XVIII legislatura percepiranno un assegno di fine mandato pari a circa 45mila euro per legislatura completata. All'assegno, completamente esentasse, hanno diritto tutti i deputati o senatori non rieletti entro 30 giorni dalla proclamazione dei nuovi inquilini di Montecitorio e Palazzo Madama a titolo di reinserimento nella vita lavorativa, una sorta di "buonuscita" per il parlamentare che abbandona la vita pubblica e ha bisogno di tornare a reinserirsi a livello professionale e tornare, magari, a svolgere la professione abbandonata anni prima.

Come riporta Il Giornale questa mattina, ad aver diritto all'assegno di fino mandato quest'anno saranno molti onorevoli conosciuti, da Rosy Bindi ad Angelino Alfano, passando per Anna Finocchiaro, Carlo Giovanardi, Alessandro Di Battista e Gianni Cuperlo. Il Giornale calcola che la cifra complessiva che sarà erogata sarà pari a circa 26 milioni di euro per gli ex deputati e circa 13 milioni per gli ex senatori. Ad alcuni ex deputati ed ex senatori spetteranno solo 45mila euro, ad esempio Di Battista con una sola legislatura alle spalle, mentre l'assegno di fine mandato erogato ad altri ex parlamentari sarà molto più alto e varierà a seconda del numero di legislature accumulate.

Per l'ottenimento di questo assegno di fine mandato, "il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota della propria indennità lorda, pari a 784,14 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l'assegno di fine mandato, che è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi)", si legge sul sito della Camera, dunque l'assegno in sostanza è frutto dell'accantonamento mensile di una quota dell'indennità lorda corrisposta nel corso dei 5 anni di mandato.

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