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Uno street artist spagnolo ha imbrattato il suo stesso murale in segno di protesta

Gonzalo Borondo, uno street artist spagnolo, ha deciso di imbrattare un suo murale in mostra presso lo spazio espositivo dell’evento “Street Art in Blu 3”. L’opera è stata imbrattata con dello spray bianco da un uomo la cui identità non è ancora stata specificata ma che, forse, potrebbe essere lo stesso Borondo, secondo cui la messa in mostra è avvenuta senza il suo consenso.
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Gonzalo Borondo, uno street artist spagnolo, ha deciso di imbrattare un suo murale in mostra presso lo spazio espositivo dell'evento "Street Art in Blu 3", una manifestazione dedicata all'arte di strada (che ospita, tra le altre cose, le opere di Banksy e del bolognese Blu) che si è tenuta a Torino, nei locali messi a disposizione dal Teatro Colosseo. L'opera è stata imbrattata con dello spray bianco da un uomo la cui identità non è ancora stata specificata ma che, forse, potrebbe essere lo stesso Borondo.

Gonzalo Borondo, senza titolo, 2005, Bologna
Gonzalo Borondo, senza titolo, 2005, Bologna

Perché Gonzalo Borondo ha imbrattato il suo stesso murale?

L'artista ha rivendicato la decisione di cancellare il suo murale in alcune stories su Instagram – in cui ha definito gli organizzatori di Street  Art in Blu 3 come "Thives", ossia ladri. Secondo Borondo, infatti, si sarebbe trattato di un'appropriazione indebita a tutti gli effetti: l'opera – che raffigurava un uomo e una donna seduti a un tavolo e non aveva un titolo – era stata realizzata a Bologna quindici anni fa, sfruttando il muro di una caserma abbandonata. L'opera è stata estromessa dalla parete originaria senza il consenso dell'artista – che è notoriamente animato da ideali anticapitalisti e slegati dal profitto – per poi venire esposta a pagamento nel Teatro Colosseo. Ecco perché Borondo ha spiegato che "più che una difesa di quella precisa opera, il nostro gesto è stata una presa di posizione contro la pratica di ‘strappare' le opere dai muri ed esporle", aggiungendo anche che questa tendenza rappresenta "una moda molto pericolosa, perché questi lavori nascono da un dialogo diretto con la superficie e con il contesto. Portandole via da quel contesto spariscono come opere. Non sono fatte in studio, in un monologo con me stesso: sono il risultato di un dialogo con una parete, un museo, un cortile, un cimitero, un mercato".

Chi è Gonzalo Borondo?

Nato a Valladolid nel 1989, nel 2003 si è trasferito a Madrid, dove ha avuto inizio la sua esperienza con la street art. Come si può evincere dalla sua pagina Wikipedia, nel 2005 ha iniziato a frequentare stabilmente lo studio del pittore José García Herranz; nel 2010 ha partecipato a un festival artistico pubblico a Istanbul, iniziando a dipingere su pareti di grandi dimensioni. Da allora ha realizzato numerose opere in tutto il mondo, installazioni urbane e murales: le sue creazioni sono state esposte in Florida, a Kiev, a Barcellona e Delhi. Tra le installazioni più importanti si ricordano "Hierarchie”, realizzata per l’Urban Nation Museum di Berlino nel 2017, e "Cenere”, un intervento permanente composta nella cappella cimiteriale di Selci nello stesso anno. Come ha riportato Il Post, quello di Borondo non è un caso isolato: cinque anni fa, il graffitista bolognese Blu rimosse le sue opere dai muri del capoluogo emiliano. In quell'occasione, la rimozione fu giustificata dall'atteggiamento di Genus Bononiae, un’istituzione culturale sostenuta dalla fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, che rimosse  le opere degli street artist bolognesi per esporle nella mostra "Street Art. Banksy & Co".

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