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Svelato il mistero della Gioconda: “La Monna Lisa era napoletana, il paesaggio alle sue spalle lombardo”

Secondo una recente ricerca dell’esperto d’arte Luca Tomio, la Monna Lisa ritratta nel celebre dipinto di Leonardo da Vinci sarebbe Isabella d’Aragona, nipote del re di Napoli. Sullo sfondo del ritratto, invece, la Gioconda sarebbe stata ritratta nel tipico paesaggio montagnoso delle Prealpi lombarde.
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A cura di Redazione Cultura
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Si intitola "Leonardo Da Vinci. Le radici umbre del genio" il volume dello studioso dell'arte Luca Tomio in cui è presente uno studio che rivelerebbe l'identità della famosa Monna Lisa, protagonista del quadro più celebre al mondo, la "Gioconda" di Leonardo da Vinci oggi conservata al Louvre di Parigi. A 500 anni di distanza dalla sua morte, il genio toscano continua a far parlare di sé. L'ipotesi (affascinante) riguarda l'identità della celeberrima Monna Lisa. Secondo Luca Tomio, infatti, in un'intervista concessa al Corriere, all'età di 21 anni Leonardo non si trovava in Toscana come si è fin qui ritenuto, ma in Umbria, dove disegnava paesaggi francescani tra Terni e Rieti.

Partendo da questo dato, cioè dalla presenza in Umbria del genio, il professor Carmelo Petronio, geologo della Sapienza di Roma, ha realizzato un'analisi geomorfologica nel disegno degli Uffizi la Valdarno, dove è stata riconosciuta la Valle di Terni. Con lo stesso metodo, applicato nel paesaggio della Monna Lisa, si è scoperto che non si tratti di paesaggi toscani, ma quello tipico montagnoso delle Prealpi lombarde. A seguire, grazie a riscontri topografici e geografici, nella Gioconda è possibile scorgere a destra, la Valle dell’Adda ripresa a volo d’uccello dalla Forra di Paderno fino alla confluenza nel Lago di Lecco, e a sinistra, le formazioni calcaree tipiche dei monti lecchesi, con in primo piano il Resegone e in evidenza il Pizzo d’Erna e il Canalone della Rovinata. Ma non è tutto. Come dichiara l'esperto di storia dell'arte, sempre al Corriere:

Dall’analisi della copia del dipinto conservata al Prado, identica e perfettamente ripulita, sono emersi due fatti che ci permettono di datare e collocare l’esecuzione della Monna Lisa a Vaprio d’Adda tra la fine del 1511 e i primi mesi del 1512. Il primo dato è che lo stile con cui è dipinto il Resegone è compatibile con i disegni di Leonardo delle Grigne e dello stesso Resegone realizzati nell’estate del 1511, a scopo militare. Il secondo è che l’allievo copista ha seguito passo passo quanto faceva il maestro, e visto che lo stile riconduce a quello di Francesco Melzi, questi elementi fanno convergere l’esecuzione delle due Monna Lisa, quella del Louvre e la copia del Prado, al soggiorno di Leonardo e del suo allievo nella Villa Melzi di Vaprio d’Adda, a partire dal dicembre 1511.

Il che apre la strada a un'altra intuizione, secondo Tomio, e cioè che la figura velata a lutto che compare sullo sfondo dei baluardi a nord del Ducato di Milano e dipinta a Vaprio d’Adda tra il 1511 e il 1512, non può che essere Isabella d’Aragona Sforza. Madre del Duchetto e defraudata del titolo di duchessa dalla politica spregiudicata di Ludovico il Moro, Isabella portava il velo a lutto dalla morte del duca e consorte Gian Galeazzo Maria nel 1494. E non certo a caso, quando Paolo Lomazzo vide il dipinto della Monna Lisa, a Fontainebleau, la definì la "Monna Lisa napoletana", poiché Isabella d’Aragona era nipote del re di Napoli.

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