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“Rinascimento Dissoluzione”: dentro la chat Whatsapp di Vittorio Sgarbi e Morgan

Vittorio Sgarbi e Morgan hanno creato una chat su Whatsapp per “arruolare geni”: ecco di cosa discutono i membri del gruppo.
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Comincia tutto intorno alle 10.30 del mattino, almeno per me. “Morgan ti ha invitato al gruppo Rinascimento Dissoluzione”. Amministratori: lo stesso Morgan e Vittorio Sgarbi, fondatore del gruppo. Partono notifiche a pioggia, il telefono impazzisce. Centinaia di contatti si aggiungono, alla stessa velocità decine spariscono. “Toglietemi di qui, grazie” scrive qualcuno. Dentro c’è di tutto. Politici e giornalisti, critici e curatori, esponenti della cultura, sindaci, revisori. C’è il compositore Mario Lavezzi. C’è Emanuele Trevi: “Non vi abbandono, ma aiutatemi a silenziare la chat” e c’è Sergio Castellitto: “Sono curioso, Vittorio”. C’è Bobo Craxi. C’è chi giurerebbe di aver visto persino Ornella Vanoni.

Arrivano i primi interventi dei più curiosi: “Curioso questo rinascimento che si dissolve. Come il manierismo, insomma”. Ed è Morgan a dare subito chiaro il senso delle cose: “Come si dissolve? Si erige”. “E cosa fate, allora?”. “Nulla di che” replica Morgan “semplicemente arruoliamo geni”. È un’esperienza marinettiana, tanto è vero che è lo stesso Morgan a fare un primissimo manifesto poco più tardi:

Questa chat è il teatro del mondo
una cosa che neanche comprendo
ma può essere un dono
solo se non abbandono.
C’è Sgarbi con l’antica rubrica
e quintali di nomi scritti a matita.
C’è Morgan col prurito alle dita
ad ogni sua uscita rischia la vita.
Insomma, ad esser moderni
si viene fraintesi
Però lasciate che esterni
almeno così si capisce la tesi:
Parole e cultura,
contatto e scrittura,
ironia e trasparenza.

E, a questo ritmo, altra gente arriva, altra se ne va; ma il “pentolone” cresce. Qualcuno ironizza su Gennaro Sangiuliano nominato Ministro della Cultura, e allora provo a fare 2+2 e immagino che forse tutto questo parte proprio a margine della presentazione della squadra del nuovo governo Meloni. Intanto, la giornata va avanti, le notifiche aumentano. Entra lo scrittore Aurelio Picca: “Sono con voi”.

Le persone condividono foto di Sgarbi con sue citazioni, altri articoli sui chiacchierati ministeri della natalità, del mare e della sovranità alimentare, altri esprimono ancora la loro idea sul momento difficile “del nostro Paese. L’effetto è quello straniante di essere dentro una enorme chat di famiglia però con illustrissimi e wannabe (non più giovani) ma senza la condivisione selvaggia di video di TikTok (almeno per adesso). Vittorio Sgarbi, verso sera, promette: “Faremo una riunione”. Giovanni Lani non ha dubbi: “Siamo l’elite”.

Qualcuno dice a Dagospia della chat, magari dentro c’è pure lui, Dago in persona, e pubblica il flash col solito strillo caciarone. Gli accoliti della chat ripubblicano gli screen del pezzo, Morgan condivide un discorso che fa da tempo sul mondo dei giornali: “È finita la pacchia del trash. Se i giornalisti non si danno una calmata farà molta fatica a rifiorire la cultura”. E invoca la responsabilità sui titoli degli articoli di stampa: “Il titolista deve essere una professione riconosciuta che dovrà attenersi a delle regole e a delle responsabilità . Il titolo di un articolo dovrà essere firmato da un autore (non stampato sotto ma dovrà essere attribuibile ad un responsabile) non sarà più una zona di sciacallaggio e di continua generazione di cause legali. La giustizia ha di più importante da fare. E la stampa deve tornare nobile, non selvaggia e offensiva o mistificatrice”.

Ancora Morgan, intorno alle due di notte, pone la questione: “Riflettevo sul fatto che non sia un partito ma è qualcosa di simile solo che si occupa di arte. Dunque un partito dell’arte non può che essere un Artito”. Basta questo che per tutta la notte ci si interroga su quello che dovrà essere questa cosa che per ora conta 512 persone in un gruppo Whatsapp (questo sembrerebbe il limite, la capienza massima). Un’alleanza, un partito, un movimento? “Chiamiamoci “ARTIvisti!” suggerisce uno, “Circolo delle arti?” chiede un altro che poi si risponde da solo: “Sa di salotto, però”. Intanto, sono già le 5 del mattino e Morgan propone l’inno ufficiale di Rinascimento Dissoluzione: “Risorgerem”, di cui citiamo parte del testo.

Carezzeremo l’altro, rispetteremo l’arte,
riprenderemo smalto, rifioriremo Marte.
Riprenderemo il nostro, risveglieremo il gusto
sconfiggeremo il mostro e riscopriremo il mondo.
RISCOPRIREM, RINASCEREM.

E Vittorio Sgarbi, prima che il gallo canti mattino, chiarisce a tutti: “Il Rinascimento definisce, non ha bisogno di essere definito”. E giù cuori e applausi virtuali mentre si fa strada l’ipotesi di una migrazione su Telegram, che non ha il limite dei 512 contatti. È una chat Whatsapp, per ora. Anche i Cinquestelle partirono da MeetUp.

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