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Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari sui finti sold out: “L’obbligo dei numeri porta al burnout”

I Pinguini Tattici Nucleari hanno commentato, con un post su Instagram, il tema del problema dei live e dei biglietti svenduti: “Io ritengo che un sistema che esige che tutti gli artisti facciano numeri finisce con avere artisti che i numeri li danno”.
A cura di Vincenzo Nasto
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Riccardo Zanotti, via IG
Riccardo Zanotti, via IG

Tra i temi principali nell'industria discografica italiana, nelle ultime settimane, c'è sicuramente quello del problema dei live: un argomento che potrebbe influenzare il futuro non solo delle nuove generazioni di artisti, ma anche parte del nuovo pubblico che assiste a eventi del vivo (qui l'inchiesta di Fanpage). E dopo il primo post polemico, compiuto attraverso una sceneggiatura redatta dallo stesso Federico Zampaglione, frontman dei Tiromancino, è arrivata un'altra testimonianza del mondo della musica. Stiamo parlando di un gruppo che negli ultimi anni grazie a concerti sold-out in palazzetti e stadi, ha superato quota un milione di biglietti venduti: i Pinguini Tattici Nucleari.

Il commento dei Pinguini Tattici Nucleari sui live truccati e biglietti svenduti

Con un post su Instagram, che ritrae il frontman della band Riccardo Zanotti, la band ha voluto lasciare un messaggio, condividendo anche le dinamiche che hanno portato alla produzione di uno dei brani più interessanti dell'ultimo album Hello World: stiamo parlando di Burnout. Nel post viene sottolineato lo stato di stress e stanchezza del gruppo per la lavorazione al nuovo album: "Eravamo parecchio stanchi e stressati, perché lavoravamo da mesi alle nuove canzoni, senza pause. Era una di quelle mattine senza idee, dove sta a te capire che anche non avere idee è di per sé un’idea. Allora mi sono detto: scriviamo una canzone sul senso di sconforto e frustrazione che si prova, ogni tanto, a fare gli artisti e a non sapere che strada prendere".

La band a Fanpage.it: "La nostra paura in questo momento è proprio quella di dover ripetere sempre questi successi di questi anni"

Nell'intervista a Fanpage.it, proprio la band aveva raccontato l'origine del brano: "Io penso che noi esseri umani e soprattutto le persone che si occupano di un campo creativo, artistico, sono fatte per non stare bene, quindi quando sei lì che scalpiti per arrivare a un minimo risultato stai malissimo perché non ce la fai, e l'abbiamo fatto per anni, quando voli alto, invece, fa ancora più male quando cadi in picchiata. La nostra paura in questo momento è proprio quella di dover ripetere sempre questi successi di questi anni, quando nella realtà dei fatti non è possibile".

La riflessione del gruppo: "Io ritengo che un sistema che esige che tutti gli artisti facciano numeri finisce con avere artisti che i numeri li danno"

Ma nella parte finale del post, pubblicato sui canali social della band, si arriva al tema centrale. Infatti, in riferimento alle conversazioni sui finti sold out e i biglietti svenduti, la band si lancia in un messaggio nei confronti di tutti gli artisti italiani, soprattutto i più giovani: "Io ritengo che un sistema che esige che tutti gli artisti facciano numeri finisce con avere artisti che i numeri li danno. Non fa bene a nessuno, in nessun contesto. Nella canzone canto: io volevo solo fare l’artista, non avere mille burnout. Ecco, questo è il mio augurio".

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