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Perché tutti rendono omaggio a Pino Daniele: da Vasco Rossi ai Coldplay, le dediche a Napoli sono sempre per lui

Perché tutti i cantanti rendono omaggio a Pino Daniele quando sono a Napoli? Il cantautore è il simbolo di una città che ha nella contaminazione uno dei suoi caratteri distintivi.
A cura di Francesco Raiola
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Pino Daniele – ph Luciano Viti:Getty Images
Pino Daniele – ph Luciano Viti:Getty Images

Napoli è Pino Daniele, lo è almeno per i tantissimi artisti italiani e internazionali che si trovano in concerto nella città partenopea. Il luogo comune vuole Napoli come città della musica, grazie a miti come Sergio Bruni e Roberto Murolo, e classici come ‘O sole mio e ‘O surdato Nnammurato, artisti e canzoni conosciute in tutto il mondo. Ma se guardiamo a un artista contemporaneo a cui rendere omaggio per farlo alla città intera (in una relazione che potremmo definire come una sineddoche, la famosa "parte per il tutto") ecco, quello è senza dubbio il Mascalzone Latino. L'ultimo esempio è quello di Fred Again, un producer britannico che in teoria avrebbe molto poco in comune con Pino, ma ha voluto rendergli omaggio con un sample di Yes I know my way. Era più ipotizzabile l'omaggio fatto a Geolier, suo quasi coetaneo, che l'immissione della canzone in un set che ballava tra l'elettronica e la dance.

Eppure Napoli è indissolubilmente Pino Daniele, da Napule è a Terra mia, il cantautore che ha preso il neapolitan power e lo ha reso un fenomeno mondiale (i suoi ammiratori andavano da Chick Corea a Eric Clapton e Pat Metheny) è diventato, negli anni, sempre più simbolo di questa città. La sua scomparsa, avvenuta il 4 gennaio del 2015, ha sicuramente consolidato il suo essere icona della musica napoletana, lui che ha allargato il napoletano a tutto il Mediterraneo, navigando i generi, dal funk al blues al jazz, diventando il rappresentante più amato della Fusion. E forse proprio questa sua capacità di stare dentro ai generi, attraversarli e renderli fruibili a un numero enorme di gente, facendone un prodotto "pop", è il segreto dell'amore per le sue canzoni da parte di tantissimi artisti.

Da anni, ormai, chiunque passa per Napoli regala al proprio pubblico un pezzo di Pino Daniele, lo reinterpreta, lo campiona, cerca di non brutalizzare quello che il cantautore ha reso amatissimo in tutto il Paese. Uno degli esempi più eclatanti è stato sicuramente l'omaggio che Chris Martin e i Coldplay hanno voluto fargli durante i loro concerti allo stadio Maradona dove il cantante intonò Napule è – con una pronuncia notevole per un anglofono -, facendo esplodere lo stadio di Fuorigrotta. Martin si è preparato alla perfezione, studiando la canzone avvicinando i suoni del napoletano ad alcuni a lui più noti.

Pino Daniele – ph Luciano Viti:Getty Images
Pino Daniele – ph Luciano Viti:Getty Images

Lo stesso fece Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari che durante un concerto al Palapartenope si esibì in A me me piace ‘o blues, anch'egli con un accento e un rispetto notevole, facendosi allenare nel dialetto da un loro collaboratore napoletano: "Ci siamo impegnati, perché è una lingua e ci devi entrare anche per un segno di rispetto, altrimenti diventa una macchietta" spiegarono a Fanpage. Ma gli esempi sono infiniti, si va da Vasco Rossi che nel suo ultimo concerto in città cantò Je so pazzo, canzone che cantarono anche Tiziano Ferro e Massimo Ranieri durante il concerto del primo al Maradona, ai Negramaro, al cui cantante, Giuliano Sangiorgi, fu consegnata la chitarradel cantautore, passando anche per le nuove generazioni, come Tedua che alla fine di Soffierà, lasciò andare le note di "Sara non piangere".

Pino Daniele resta il simbolo di questa città che lo ama profondamente. È icona di una città che nella sua storia è sempre stata simbolo di accoglienza, per usare un altro luogo comune, accogliendo il cambiamento e lo straniero. A livello musicale fu la musica americana che i soldati americani portarono durante la seconda guerra mondiale e ha nel porto il simbolo di questa capacità di contaminazione che era anche una delle parole che descrivevano al meglio la musica di Pino. Nonostante questo rapporto di odio e amore con la città – Daniele viveva stabilmente a Roma – il cantautore è riuscito a non perdere mai il contatto con le viscere della sua terra e mettendolo in musica ha reso questo rapporto immortale e soprattutto lo ha regalato a un popolo intero rendendolo riconoscibile e codificabile in tutto il mondo.

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