“Ozzy Osbourne morto per eutanasia”, l’ipotesi del suo biografo Ken Paisli

Ozzy Osbourne è morto lo scorso 22 luglio, a poche settimane di distanza dal suo ultimo concerto, ma le circostanze in cui è avvenuta la sua morte non sarebbero poi così chiare. Secondo lo scrittore Ken Paisli che ha scritto la biografia del frontman dei Black Sabbath, la morte non sarebbe stata naturale, ma il cantante potrebbe essersi sottoposto all'eutanasia.
L'ipotesi del biografo Ken Paisli
L'ipotesi dello scrittore non sarebbe del tutto inverosimile e il libro sulla vita di Osbourne, dal titolo Ozzy la storia, in uscita il 6 agosto, potrebbe fare luce sull'ultimo periodo vissuto dal cantante. Paisli, nel descrivere il re della musica metal, ha infatti scritto nel suo libro, come anticipato sulle pagine de Il Messaggero:
Da buon ipocondriaco ha sempre detto che più che di morire aveva il timore di soffrire, come aveva visto soffrire ai tempi suo padre negli ultimi giorni in ospedale, e questo credo non sia accaduto
D'altra parte era stato proprio il cantante a dichiarare in un'intervista a Rolling Stones: "Mi piace l’idea che se si ha una malattia terminale, si può andare in un posto in Svizzera e fare le cose in fretta".
I dettagli che potrebbero avvalorare la tesi di Paisli
L'ipotesi eutanasia, quindi, non sarebbe da escludere anche per altri motivi. Il Parkinson 2 di cui soffriva Osbourne non sarebbe stato allo stadio finale, almeno stando a quanto riportato sul Messaggero e, inoltre, anche nel comunicato diffuso dalla famiglia per annunciarne la morte, non si fa alcun riferimento al luogo in cui è avvenuta, tantomeno alla cause. Nella nota, infatti, c'è scritto solo che Ozzy se n'è andato circondato dall'amore. Altro elemento significativo è la pubblicazione di una foto scattata il 5 luglio, fuori il camerino del concerto di Birmingham, dove appariva la scritta The Final Show, ovvero "lo spettacolo finale" che, a detta di Ken Paisli, assumerebbe un significato ancor più importante, vista la rapidità con cui, poi, è arrivata la sua fine, come se il cantante fosse consapevole che quello sarebbe stato davvero il suo ultimo concerto.