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Morto Eduard Limonov, lo scrittore russo che ispirò il capolavoro di Emmanuel Carrère

È morto in Russia, all’età di 77 anni, lo scrittore Eduard Limonov. Tradotti in oltre 23 lingue, i suoi libri sono diventati straordinariamente famosi dopo che un altro scrittore, ben più famoso di lui, Emmanuel Carrère, dedicò alla figura di questo controverso personaggio uno dei romanzi più belli e famosi del ventunesimo secolo.
A cura di Redazione Cultura
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Uno scrittore e un romanzo. Eduard Limonov è stato questo e molto altro prima di morire, oggi, a 77 anni. A dare l'annuncio l’agenzia di stato russa Ria Novosti, che ha ripreso le parole di Serghej Shargunov, vice della Duma (la Camera bassa del Parlameno russo) su Telegram. Lo scrittore e politico è deceduto a causa di complicazioni in seguito a un intervento chirurgico in Russia, dove era tornato dopo molti anni di esilio all'indomani della caduta dell'URSS.

Eduard Limonov, scrittore

Si chiamava Eduard Veniaminovich Savenko, nome di battaglia Eduard Limonov, ed è stato autore di oltre 70 libri. Aveva compiuto 77 anni lo scorso 22 febbraio.

"Limonov", il romanzo di Carrère

Per anni la sua attività letteraria non era stata molto nota, finché non era diventato straordinariamente famoso come personaggio di un romanzo di uno dei più grandi scrittori contemporanei, Emmanuel Carrère, che nel 2011 pubblicò "Limonov", romanzo che racconta la straordinaria vita di quest'uomo, i cui scritti sono stati poi tradotto in 23 lingue. Così, nel risvolto di copertina dell'edizione del romanzo, edito in Italia da Adelphi, viene presentato Eduard Limonov:

Limonov non è un personaggio inventato. Esiste davvero: «è stato teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio» si legge nelle prime pagine di questo libro. E se Carrère ha deciso di scriverlo è perché ha pensato «che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale».

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