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Morta a 80 anni Françoise Hardy, cantautrice e icona francese nel mondo

È morta a 80 anni Françoise Hardy, cantautrice e icona della Cultura francese. Era malata di cancro.
A cura di Francesco Raiola
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Françoise Hardy (foto di Mondadori via Getty Images)
Françoise Hardy (foto di Mondadori via Getty Images)

Françoise Hardy una delle icone mondiali Francia, cantante e attrice, è morta a 80 anni, come comunicato dal figlio Thomas Dutronc, anch'egli cantautore, che postando sui propri social un'immagine che lo ritraeva, bambino, con la madre ha scritto: "Mamma se n'è andata". La cantautrice, che ha portato al successo canzoni come "Comment te dire adieu", "Le temps de l'amour" e "Tous les garçons et les filles", era da tempo malata di cancro e lascia dietro di sé una discografia importante, ma soprattutto l'immagine di una delle icone della Cultura e della musica francese nel mondo, con 60 anni di carriera alle spalle e un totale di 28 album, l'ultimo dei quali, "Personne d'autre" pubblicato nel 2018.

Hardy soffriva di un cancro al sistema linfatico che le era stato diagnosticato nel 2004 e l'aveva portata negli ultimi anni a essere una voce importante nel dibattito sul fine vita. La malattia l'aveva portata a subire anni di terapie contro il cancro, finché nel 2015 era stata anche in coma indotto dopo che le sue condizioni erano peggiorate, portando non poche conseguenze nel futuro, come problemi nel parlare e nella respirazione, fino alle parole a favore dell'eutanasia, esprimendosi contro le scelte del suo Paese sull'argomento.

Hardy nacque nel 1944 in una Francia occupata dai Nazisti e durante un raid aereo, cresciuta dalla madre a causa dell'assenza del padre che unitosi alla Resistenza fu deportato a Dachau e riconobbe la figlia solo anni dopo. Fu a 16 anni, dopo una vita resa non semplice dalla nonna, che scoprì la musica e il rock, in particolare, quando ricevette in regalo la sua prima chitarra e cominciò a scrivere le sue prime canzoni, esibirsi in pubblico e soprattutto proporsi all'industria discografica, scelta per lo spettacolo Le Petit Conservatoire de la Chanson de Mireille che le diede per la prima volta visibilità, fino alla firma con Disques Vogue – etichetta di un'altra icona francese come Johnny Hallyday – nel 1961, che diede il la a una carriera formidabile.

La cantautrice divenne protagonista dello yè-yè francese, ispirata com'era dalla chanson francese e dalle influenze pop e rock che stavano esplodendo in quegli anni e assieme ad artisti come Sylvie Vartan e il già citato Johnny Hallyday divennero figure emblematiche di quel periodo culturale d'Oltralpe. A far esplodree il mito di Hardy fu senza dubbio quella che sarebbe diventata una delle sue canzoni simbolo, ovvero "Tous les garçons et les filles", che ne mostrò anche le caratteristiche da autrice e che vendette circa due milioni e mezzo di copie, portandola in testa alle classifiche francesi, come sarebbe successo anche a canzoni come Je Suis D’Accord e Le Temps de L’Amour.

Hardy cominciò a essere notata anche all'estero e tradusse le sue canzoni in inglese, spagnolo e pure in italiano. Proprio nel nostro Paese ebbe successo con canzoni come È all'amore che penso e L'età dell'amore oltre a La Maison où j'ai grandi, cover di Il ragazzo della via Gluck di Adriano Celentano e partecipò anche al Festival di Sanremo nel 1966 assieme a Edoardo Vianello, con cui cantò Parlami di te.

Il suo nome fu anche spesso al centro dei giornali di Gossip, soprattutto quando nel 1981 sposò un altro dei cantautori più amati della Francia, ovvero Jacques Dutronc, diventando una delle coppie più note della musica francese. Quella tra Hardy e Dutronc fu una relazione tumultuosa, anche a causa dell'infedeltà dell'uomo da cui ebbe un figlio, Thomas, nel 1973. I due non divorziarono mai e nonostante Hardy parlò di una dipendenza i due rimasero in buoni rapporti. Hardy ispirò anche stilisti come Yves Saint Laurent e Paco Rabanne oltre a essere modello per tante fotografie di moda, fu ritratta da Richard Avedon, David Bailey e William Klein. La cantautrice fu adorata dai Rolling Stones, David Bowie, da registi come Jean-Luc Godard, mentre Bob Dylan le dedicò una poesia per le note di copertina del suo album del 1964 Another Side of Bob Dylan.

Nel 2004 le fu diagnosticato il morbo di Hodgkin che portò a una lunga malattia che avrebbe superato con la chemioterapia, benché gli effetti ebbero un'importante ricaduta sulla sua carriera. Nonostante ciò, Hardy non si fermò, pubblicando vari album come Parentheses, La Pluie sans paille nel 2010 e L'Amour fou nel 2012. Nel 2015, però, ebbe una ricaduta e il tumore su allargò ala laringe, continuando una serie di trattamenti invasivi che comunque non le impedì di pubblicare, nel 2018, l'album Persona d'autre, ma nel 2019 dovette annunciare la fine della sua carriera anche a causa della perdita dell'udito a un orecchio. Da quel momento si battè per l'eutanasia e non aveva nascosto la voglia di "andarsene presto e velocemente", come dichiarò a Paris Match.

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