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Michel Houellebecq fa retromarcia: “Mi sono sbagliato, il problema non è l’Islam ma la delinquenza”

Michel Houellebecq sta per pubblicare un libro autobiografico in cui affronta temi vicini come razzismo, sesso e Islam. Con qualche sorpresa.
A cura di Redazione Cultura
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Michel Houellebecq si è ricreduto, almeno in parte, sull'Islam e sulla pericolosità dell'intera comunità musulmana, stando a quanto scritto in "Qualche mese della mia vita" il libro che uscirà in contemporanea mondiale il prossimo 26 maggio e che in Italia sarà pubblicato da La Nave di Teseo nella collana Oceani (con la traduzione di Milena Zemira Ciccimarra). È un libro in cui lo scrittore francese, il più famoso al mondo e anche il più controverso, racconta, appunto, quelle che è successo nei mesi scorsi, da un intervento molto criticato sull'Islam e la polemica con la Grande Moschea di Parigi, il razzismo, la pornografia e i problemi legali legati proprio alla querelle su un film hard girato da un regista olandese da cui si è sentito truffato.

In un intervento riportato dal Corriere e dall'Ansa, Houellebecq pare fare marcia indietro sull'Islam. Lo scrittore fa riferimento a una conversazione con Michel Onfray pubblicata sul Front Populaire che aveva chiesto di poter rivedere e correggere senza che gliene fosse data la possibilità. Stefano Montefiori, corrispondente del Corriere a Parigi, scrive che Houellebecq ha detto: "Quanto ai musulmani, sono stato stupido a non rileggere con maggiore attenzione quel testo. Era molto lungo, è vero, ma visto i precedenti avrei dovuto fare più attenzione", specificando, come riporta l'Ansa "che il problema non sia l'Islam, ma la delinquenza".

"Non volevo offendere i musulmani, ma mettere in guardia contro il pericolo che una piccola minoranza di loro, gli islamisti jihadisti, potessero provocare una reazione violenta, attentati in stile Bataclan al contrario, che davvero non mi auguro, portando la Francia alla guerra civile" riporta il Corriere. Houellebecq ha ribadito di non essere più d'accordo con alcune ossessioni dei suoi amici di destra, come l'idea "dell'assimilazione forzata". Houellebecq ha anche parlato del film hard di cui è, suo malgrado, protagonista. Nei mesi scorsi se n'è molto parlato, e pareva che lo scrittore fosse a suo agio ma scopriamo che, invece, si è sentito truffato, convinto che alcune scene girate fossero destinate a rimanere private.

Houellebecq aveva girato delle scene di sesso a Parigi con la moglie e un'altra donna, convinto che fosse esclusivamente per l'Onlyfans di quest'ultima, senza capire che il sito fosse aperto a chiunque si abbonasse. E quelle scene sono state poi utilizzate anche da Stefan Ruitenbeek, regista olandese del film, che ha potuto dal momento che ha fatto firmare allo scrittore un contratto che permetteva anche l'uso retroattivo di quelle scene: "Questo contratto è disgustoso. È completamente assurdo firmare un contratto del genere. Ma ciò che in parte riduce la mia stupidità è che non avevo alcuna intenzione di girare foto porno. Invece la clausola che rendeva retroattivo il contratto e offriva allo scarafaggio (così lo scrittore chiama il regista olandese, ndr) la possibilità di usufruire delle due ore di riprese effettuate a Parigi, non l'avevo assolutamente vista. Quando me ne sono reso conto, ho iniziato ad avere paura" com aha detto a Le Journal de dimanche. Houellebecq, però, ci tiene a specificare: "Non trovo niente di malsano nella pornografia, e non capisco la crociata degli ambienti conservatori".

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