Lutto nel mondo della fotografia: morto a 89 anni Fulvio Roiter

“Perché fotografo? Per emozionare, per trasmettere tutto quello che ho dentro, per comunicare il mio stato d’animo”. Così parlava del suo lavoro, Fulvio Roiter. Il grande fotografo nato nel 1926 a Meolo e scomparso all'età di 89 anni, famoso per aver ritratto, come nessun altro, la sua città, Venezia. Si è spento “serenamente, senza alcun accanimento”, ha raccontato la moglie, proprio all'ospedale della città della Laguna, che grazie ai suoi scatti aveva contribuito a diffondere nel mondo con un’immagine sognante, poetica e pittorica, tipica del paesaggio italiano. Eppure, raccontava con schiettezza in una delle ultime intervista, “la fotografia è al 70% casualità, come la vita stessa. Casualità e mistero. Quella coppietta che sta camminando sulla riva – spiegava il maestro, indicando due ragazzi abbracciati – è così in quel momento. Cosa faccio? la fotografo assieme?, la separo?, aspetto? Non c’è quasi mai il tempo. L’intuizione è fulminante, passa…e tac!”.
Roiter nei primi anni ’50 Roiter aveva aderito al circolo fotografico “La Gondola. La notorietà arrivò presto grazie al volume in bianco e nero su Venezia (“Venise à fleur d’eau”), ), il suo primo libro fotografico, datato 1954. Due anni dopo vinse la seconda edizione del Premio Nadar con il libro Ombrie, pubblicato per le Editions Clairefontaine. i.oi arrivarono i viaggi in Brasile, Persia, Libano, Andalusia, Belgio, Turchia, Messico, Spagna, Irlanda, Louisiana e Tunisia da cui furono tratti numerosi libri di viaggio. Di lui diceva Alberto Moravia: “Fulvio Roiter è un fotografo che giustifica la mia idea che la fotografia quanto più è bella tanto più è misteriosa. Le fotografie di Roiter sono spesso molto belle; dunque altrettanto misteriose? naturalmente questo non succede con tutte le fotografie e con tutti i fotografi”.