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Lola Young cancella il tour dopo il malore: cosa succede alla cantante paragonata a torto a Amy Winehouse

Lola Young cancella il tour europeo, inclusa la data di Milano del 29 maggio 2026. La cantante britannica affronta problemi di salute mentale e dipendenze, con paragoni ad Amy Winehouse e riferimenti al manager Nick Shymansky.
A cura di Vincenzo Nasto
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Lola Young, via Comunicato Stampa
Lola Young, via Comunicato Stampa

Lola Young, la cantante della hit Messy, ha cancellato tutto il tour, compresa la data italiana prevista per il 2026. "Parto per un po'. Mi dispiace dire che dovrò annullare tutto per il prossimo futuro. Spero davvero che mi darete una seconda possibilità, una volta che avrò avuto il tempo di lavorare su me stessa e tornare più forte. Vi voglio bene, Lola". Il tour di Lola Young sarebbe dovuto partire il prossimo 6 ottobre da Manchester, per poi arrivare in Canada, negli Stati Uniti e ritornare poi in Europa, dove avrebbe attraversato Belgio, Francia e Italia, il 29 maggio 2026. La scelta di Lola Young si incastra in una linea narrativa in cui sempre più teenager e post-adolescenti, coinvolti nell'industria musicale, sentono la necessità di fare un passo indietro, non riuscendo a sostenere le pressioni o il segmento performativo del proprio lavoro.

Lo svenimento sul palco di New York, dopo i problemi all'esordio al Coachella Festival

Ci sono stati alcuni segnali, alcuni meno recenti, alcuni che distano solo poche ore. Basti pensare quando ha annullato la partecipazione al concerto degli Audacy a Newark per problemi di salute mentale, ma soprattutto, durante il suo debutto a Coachella lo scorso 11 aprile, quando aveva vomitato sul palco giustificando l'episodio con il nervosismo per la performance. Solo pochi giorni fa invece, la cantante era svenuta sul palco di New York, durante l'esibizione al Forest Hills Stadium per l'All Things Go Music Festival. La reazione dei fan, come per gli altri episodi, è legata alla preoccupazione per la sua condizione anche fisica, dopo aver perso completamente i sensi e aver battuto la testa, come mostra il video qui sotto.

L'esordio con la vittoria all'Open Mic Uk e la Brit School di Adele

Le luci dello spettacolo hanno illuminato ben presto la cantante di Croydon. Basti pensare alle sue partecipazioni, sin da 14enne, a talent musicali come Open Mic UK e Got What It Takes? (qui sotto puoi trovare un'esibizione in finale nel 2015, a soli 14 anni). Si dovranno attendere 4 anni per ascoltare il suo primo Ep, chiamato Intro, in cui tocca elementi adolescenziali come l'amore non corrisposto in Blind Love, in cui la storia viene raccontata a ritroso. O l'esperienza dello stallo, non solo emotivo, in 6 Feet Under, in cui si descrive "immobile", mentre il mondo gira attorno a sé. L'attesa tra la vittoria del concorso e il primo Ep, almeno 4 anni, la vedono la Brit School, la stessa che ha dato in natali ad Adele.

In verità, c'è anche un'altra artista che ha attraversato l'istituto, riuscendo a compiere attraverso sé il sogno di ogni musicista: Amy Winehouse. È innegabile non osservare le similitudini tra le due cantanti: dall'attuale aspetto da pin-up che contraddistingueva lo style della cantante di Back to Black, all'autoanalisi dei propri vizi e disturbi. Non sarà il solo collegamento con la cantante di Enfield, ma c'è bisogno di sottolineare che nel racconto musicale di Young, non sono mai stati nascosti alcuni disturbi diagnosticati. Come quella dell'ADHD, o il disturbo schizoaffettivo, ma soprattutto la dipendenza da sostanze, soprattutto la cocaina. Anzi, proprio Messy (qui l'articolo di Federico Pucci), tra i brani di maggior successo degli ultimi anni, come l'album che lo contiene I’m Only Fking Myself*** nasce dopo il periodo di riabilitazione affrontato a causa della dipendenza da cocaina.

Lola Young cancella il suo tour: avrebbe fatto tappa anche a Milano

Le condizioni di Lola Young si sono ritenute tali da dover cancellare tutto il suo prossimo tour, che avrebbe fatto tappa anche in Italia, e come in passato, c'è chi ha sottolineato che il suo stato di salute deriverebbe anche dalle scelte del suo manager. E arriviamo all'ultima connessione con Amy Winehouse, perché il manager di Lola Young non è altro che Nick Shymansky, che portò Amy al successo e giurò di non fare più il manager dopo la sua morte. A sei anni dalla sua scomparsa invece, quando incontrò nel 2017 la cantante, diplomatasi alla Brit School, sottolineò che non aveva mai visto una cantante così forte, e allo stesso tempo vulnerabile.

Lola Young ha lo stesso manager di Amy Winehouse

L'associazione più semplicistica tra le due cantanti, legata anche al verificarsi degli episodi legati ad abusi e dipendenze, non è necessariamente la più giusta da percorrere. Soprattutto quando è necessario analizzare la natura traumatica di determinati abusi di sostanze stupefacenti, ma soprattutto il contesto, incredibilmente più ampio, in cui opera la musica e l'immagine di Lola Young. Le disastrose coincidenze che si mostrano lì, in maniera quasi giudiziosa anche sulla presenza del manager che ha accompagnato le carriere di entrambe le musiciste, non preoccupano Nick Shymansky.

L'intervista al manager e la comparazione tra Lola Young e Amy Winehouse

Solo lo scorso marzo, in un'intevista a MBW, aveva sottolineato ciò che associava le due cantanti: "Ho lavorato, mi sono formato e ho dato sangue, sudore e lacrime a quello che penso sia uno dei più grandi talenti che questo paese abbia mai avuto, Amy [Winehouse], e ho perso all'ultimo ostacolo. Non c'era modo, dal momento in cui ho assunto Lola, che non avrei riversato su di me tutta l'angoscia e la frustrazione per quello che è successo con Amy".

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