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La voce della guerra: una poesia di Franco Arminio

Franco Arminio pubblica una poesia che, ispirata alla guerra scoppiata a causa dell’invasione russa in Ucraina, parla dell’inevitabilità dell’amore.
A cura di Franco Arminio
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Franco Arminio ha scritto una poesia ispirata alla pace che fanpage.it vi mostra in anteprima. Poeta e paesologo irpino di Bisaccia, Arminio è uno degli intellettuali italiani più noti, autore di oltre 30 libri, si occupa anche di Cinema e fotografia. Tra i suoi libri ricordiamo Viaggio nel cratere (Sironi), Vento forte tra Lacedonia e Candela (Laterza), Terracarne (Mondadori), Cartoline dai morti (Nottetempo) Geografia commossa dell’Italia interna (Bruno Mondadori), Cedi la strada agli alberi (Chiarelettere), La cura dello sguardo, (Bompiani) Lettera a chi non c’era (Bompiani) e l'ultimo, pubblicato da Einaudi "Studi sull'amore". È fondatore del Festival "La luna e i calanchi" di Aliano e della casa della paesologia a Bisaccia, tra i premi ricevuti ricordiamo il premio Gorky con Cartoline dai morti, il premio Volponi e Carlo Levi con Terracarne, il premio Brancati e il premio Napoli alla cultura vinto nel 2021.

Il testo de La voce della guerra

Questa è l’ora
di non dare più nessuna vacanza
all’utopia, uscire in strada
nella neve o col sole,
andare a leggere i nomi dei soldati
di antiche guerre, ripetere
la loro strada, dal mattino
in cui uscirono di casa, fino alla scheggia
che ruppe loro il cuore, fino
al pianto di madri nere e impietrite
in Irpinia e in Ucraina.
I mercanti che furono scacciati dal tempio
hanno avuto molte rivincite,
hanno messo in croce molte volte gli innocenti,
hanno piantato il cipresso al posto dell’ulivo.
Questa è l’ora di pensare all’eroica giovinezza
dei soldati afgani e di quelli morti a Caporetto
col seno delle madri in fondo ai passi.
Questi che vediamo adesso a Oriente
e ad Occidente, capi di tutto e capi del niente,
mai avranno un singhiozzo di vergogna
per quello che fanno e che faranno
in un mondo che si fa cupo deserto
invece di sognare il dolce ardore del disarmo.
È vero, c’è la guerra, ma qualcuno
steso nel rifugio sta dicendo
alla sua donna: la tua voce
non è mai stata così bella.

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