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La pandemia mette in ginocchio i musei: così Pollock e Courbet vanno all’asta

Sono sempre di più i musei che negli Stati Uniti hanno deciso di mettere in vendita opere importanti delle proprie collezioni per finanziare le perdite dovute al Coronavirus. Così le case d’asta fanno affari d’oro e il patrimonio culturale rischia di trasformarsi definitivamente in una questione privata.
A cura di Redazione Cultura
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Sta facendo discutere la decisione di alcuni importanti musei negli Stati Uniti di mettere in vendita opere d'arte della propria collezione. Dopo l'Everson Museum of Art di Syracuse, New York, che la settimana scorsa ha messo in vendita un'opera di Jackson Pollock, un'altra prestigiosa istituzione ha dichiarato di mettere in vendita parte del proprio patrimonio per finanziare le perdite dovute alla pandemia. Secondo quanto riferisce il New York Times, anche il Brooklyn Museum di New York ha deciso di mettere all'asta ben dodici opere della sua collezione permanente per raccogliere capitali. E non opere secondarie. Dai dipinti firmati da Lucas Cranach il Vecchio fino a Gustave Courbet e Camille Corot, le tele del museo newyorchese saranno vendute durante un'asta prevista per il 15 ottobre nella sede di New York della famosa casa d'aste Christie's. Altre opere del Brooklyn Museum saranno messe in vendita on line, dal 1 al 20 ottobre. Christie's ha confermato che il valore totale stimato prima della vendita delle 12 opere è compreso tra 2,3 milioni – 3,5 milioni di dollari.

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La vendita di opere d'arte da parte di musei e istituzioni culturali genera negli Stati Uniti, come dappertutto, sempre feroci critiche. Anne Pasternak, direttrice del Brooklyn Museum, ha dichiarato al New York Times che, sebbene la decisione di vendere sia stata difficile, si tratta della mossa giusta per garantire la longevità della collezione. Pasternak ha dichiarato che l'obiettivo dell'istituto è quello di creare un fondo di 40 milioni di dollari, generando 2 milioni di dollari all'anno per pagare la gestione della raccolta di 160.000 articoli.

La questione, al di là della crisi finanziaria in cui gioca un ruolo di primo piano la pandemia da Coronavirus, riguarda anche il problema più vasto dell'ammodernamento delle collezioni e il ruolo dei musei nella società contemporanea. E di certo il caso del Brooklyn Museum non è isolato e non lo resterà, negli Usa e nel mondo.

Due settimane fa, come detto, il Museo Everson ha annunciato che venderà un'opera di Jackson Pollock da Christie's per un valore compreso tra i 12 milioni e 18 milioni di dollari. Già nel 2018, in epoca pre-Covid, il Berkshire Museum ha raccolto 40 milioni di dollari di vendite da Sotheby's per 13 opere d'arte. E in Europa, dove è certamente un discorso ancor più complesso, di recente il Museo Rodin di Parigi ha annunciato che per fronteggiare la crisi dovuta al Coronavirus, venderà alcune opere del grande scultore francese ricavate dai calchi originali.

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