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La Nuova Scuola italiana non ha limiti: da Kid Yugi a Ele A, passando per Tony Boy

Il Gran Rap non passa mai di moda, anche quando si parla delle nuove generazioni musicali: dal successo di Kid Yugi a Ele A, Tony Boy, Artie 5ive e Cecchy.
A cura di Vincenzo Nasto
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Kid Yugi, Ele A e Tony Boy
Kid Yugi, Ele A e Tony Boy

Dalla Nuova Scena alla Nuova Scuola il passo è breve. Sì, perché con la fine del primo rap talent di Netflix, un pubblico ancora più ampio ha lanciato il proprio sguardo su alcuni giovani protagonisti del mondo rap italiano. Un universo più eterogeneo di quanto si pensi, in grado di qualificare ancora ottime individualità, in un mare di musica pubblicata che alcune volte sembra ricalcare le stesse tratteggiature. Anzi, in un momento in cui il mercato rap italiano sembra essersi stabilizzato, non dovendo più spingere sulla quantità di artisti da portare in classifica, la proliferazione di nuove leve con tematiche e sonorità lontane dal rumore bianco di qualche anno fa, lascia ben sperare. È il caso di Kid Yugi, aka Francesco Stasi da Massafra, ma anche Ele A, nome d'arte della giovane rapper svizzera Eleonora Antognini: senza dimenticare Tony Boy, all'anagrafe Antonio Hueber. Ma potremmo parlare anche di Artie 5ive o Cecchy da Napoli: c'è un immaginario per tutti i gusti.

E sembra quasi manchevole l'espressione Nuova Scuola, quando parliamo di artisti, come Kid Yugi, che solo una settimana fa pubblicava il suo secondo album dopo The Globe del 2022. Proprio il progetto d'esordio aveva definito il carattere distintivo del giovane cantante lucano: aveva mostrato una verticalità di argomenti, citazionismo teatrale e cinematografico, che aveva fatto alzare lo sguardo anche ai big della scena, che lo hanno scelto per collaborare nei propri dischi, come ha fatto Tedua nella sua La Divina Commedia. Solo pochi giorni fa è uscito I nomi del diavolo, un progetto in cui sono inclusi brani come Capra a tre teste proprio con Tony Boy e Artie 5ive, ma anche i singoli con Tedua, Geolier, Ernia, Sfera Ebbasta, Papa V e Nerissima Serpe. Un cenacolo di vecchi e nuovi protagonisti della scena rap italiana che fotografia anche quanto il giovane autore abbia conquistato non solo il pubblico negli scorsi mesi.

Un progetto che non sembra essersi minimamente ammorbidito per un pubblico più ampio, anzi, ha ricercato nella scrittura di Kid Yugi la propria eccezionalità. Si passa dagli elementi più romantici in Eva e Lilith alla citazione de Il signore delle mosche, romanzo dello scrittore britannico William Golding. L'aspetto tetro e cupo di I nomi del Diavolo non disdegna una denuncia sociale, come accaduto in King Lear di The Globe. Allora venne inserita una barra sul Cadmio, la tossina legata all'inquinamento dovuto alla presenza delle acciaierie nella sua provincia natale Taranto. Questa volta, la citazione arriva già nel titolo del brano, Ilva, in cui compare anche Fido Guido, conterraneo di Kid Yugi. Il risultato? Superati i 20 milioni di stream in cinque giorni, influenzati anche dai 7 milioni raccolti da Paganini, uno dei singoli già pubblicati. Ma soprattutto, la prima posizione nei Top Album Debut Global: il cantante tarantino ha fatto meglio anche di Blue Lips di ScHoolboy Q.

E per chi sembra aver raggiunto una prima consacrazione internazionale c'è chi, come Ele A, ha deciso di muovere piano i primi passi allontanandosi quasi completamente dallo stereotipo femminile nel rap italiano. Una scelta che per adesso sembra non averle acceso i riflettori del pubblico generalista, ma che nel frattempo ha permesso a personaggi come Bassi Maestro di collaborare con lei. Sin dalle prime uscite con Mikado e Globo, il flow di Ele A ha sorpreso per l'estrema ricerca tecnica nella scrittura, anche a scapito della melodia, che viene volontariamente messa al secondo posto. Sulle produzioni boom bap è già ora una delle autrici più riconosciute, e il suo primo Ep, Globo, uscito nel 2023, è solo un assaggio. Nel frattempo, è stata tra le migliori interpreti del Red Bull Posse NiHao, con gli Slings e Diss Gacha: altri due nomi che hanno trovato nello slang la capacità di attrarre il pubblico, coniando una terminologia diventata poi il loro immaginario musicale.

E poi, c'è anche chi, come Tony Boy non potrebbe magari essere integrato nella definizione di Nuova Scuola, soprattutto per la quantità di musica pubblicata dal 2018. Sul talento padovano aleggia una sorta di consacrazione a livello nazionale, da quando, lo scorso settembre, è salito sui palchi del Marrageddon, il festival rap di Marracash. Ma la sua storia comincia molto prima, e anche essendo classe 1999, ha visto l'uscita di due Ep e due album: dai primi due episodi di Going Hard a Umile e Nostalgia (export). A questi si aggiungono le collaborazioni anche con Capo Plaza e Ava in Moon, ma anche Rock n'roll con Sick Luke. Il suo cloud rap, un immaginario oscuro che non sempre riflette la realtà esterna, ma che scava dentro di sé, sembra aver tracciato una strada che in molti sembrano cercare di imitare, non con gli stessi risultati. La sua iper-produzione musicale lo rende uno degli artisti più prolifici e versatili della Nuova Scuola.

Per chi aspetta che la fortuna arrivi, c'è chi Aspettando la Bella Vita sembra averla finalmente accolta: stiamo parlando di Artie 5ive che nel 2023 è stato uno dei protagonisti più riconosciuti della scena rap italiana, e non solo per Anelli e Collane con Anna. Con Tony Boy e Kid Yugi sembrano formare il trio più desiderato della Nuova Scuola italiana, testimoniato dal numero di collaborazione tra i tre autori: da Paninaro a Capra a tre teste passando per il remix di Dem. Rispetto agli altri due autori, Ivan Arturo Parioli ha sfruttato la versatilità, allargando il campo sonoro a tracce dembow, ma anche fornendo un immaginario maggiormente legato al sud America, senza parodiarlo, risultando credibile. Nel frattempo, ha deciso anche di spingersi in un territorio, come il joint album con Rondodasosa, che si fa fatica a definire come membro della Nuova Scuola, anche se Artie 5ive risulta tre anni più grande dell'autore di San Siro. C'è chi invece sta muovendo i primi passi come il classe 2001 Cecchy, da Ponticelli, Napoli. L'autore, che ha esordito su Spotify con Ponticelli Jungle nel 2021, sembra essersi ritagliato uno spazio nella scena rap napoletana, che solo negli ultimi hanno ha fatto sfilare nomi del calibro di Geolier, J Lord, ma anche Plug e Vettosi. Bisognerà attendere, ma ci son tutte le premesse per vivere, serenamente, una quarta e una quinta fase del rap italiano.

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