Il significato del brano tratto da “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa alla Maturità 2025

Tra le tracce della prima prova alla Maturità 2025 c'è anche la possibilità di fare l'analisi del testo di un brano tratto da Il Gattopardo di Tomasi si Lampedusa (1896 – 1957) pubblicato postumo nel 1958, anno dopo la sua morte. Il libro di Tomasi di Lampedusa, che prima della pubblicazione per Feltrinelli, era stato rifiutato sia da Mondadori che da Einaudi, è considerato il romanzo più popolare del Dopoguerra italiano e racconta i cambiamenti che sono avvenuti in Sicilia nel periodo del Risorgimento, partendo dallo sbarco di Garibaldi, raccontando il declino dell'aristocrazia borbonica e il passaggio verso l'Italia Unita. Per raccontarlo lo scrittore narra le vicende della famiglia di Don Fabrizio Corbe, principe di Salina, il Gattopardo, appunto. Questo è il testo proposto dal Ministero dell'Istruzione.
Il testo tratto da Il Gattopardo assegnato alla Maturità 2025
Il Ministero dell'Istruzione ha scelto questo brano tratto dal libro. Il brano è tratto dalle pagine 66-168 dell'edizione curata da Giorgio Bassani per Feltrinelli:
La prima visita di Angelica alla famiglia Salina, da fidanzata, si era svolta regolata da una regia impeccabile. Il contegno della ragazza era stato perfetto a tal punto che sembrava suggerito parola per parola da Tancredi; ma le comunicazioni lente del tempo rendevano insostenibile questa eventualità e si fu costretti a ricorrere ad una ipotesi: a quella di suggerimenti anteriori allo stesso fidanzamento ufficiale: ipotesi arrischiata anche per chi meglio conoscesse la preveggenza del principino, ma non del tutto assurda. Angelica giunse alle sei di sera, in bianco e rosa; le soffici trecce nere ombreggiate da una grande paglia ancora estiva sulla quale grappoli d'uva artificiali e spighe dorate evocavano discrete i vigneti di Gibildolce ed i granai di Settesoli. In sala d'ingresso piantò li il padre; nello sventolio dell'ampia gonna sali leggera i non pochi scalini della scala interna e si gettò nelle braccia di don Fabrizio: gli diede, sulle basette, due bei bacioni che furono ricambiati con genuino affetto; il Principe si attardò forse un attimo più del necessario a fiutare l'aroma di gardenia delle guancie adolescenti. Dopo di che Angelica arrossì, retrocedette di mezzo passo: *Sono tanto, tanto felice …' Si avvicinò di nuovo e, ritta sulla punta delle scarpine, gli sospirò all'orecchio: "Zione!": felicissimo gag (…] e che, esplicito e segreto com'era, mandò in visibilio il cuore semplice del Principe e lo aggiogò definitivamente alla bella figliola. Don Calogero intanto saliva la scala e andava dicendo quanto dolente fosse sua moglie di non poter essere li, ma ieri sera aveva inciampato in casa e si era prodotta una distorsione al piede sinistro, assai dolorosa. *Ha il collo del piede come una melanzana, Principe." Don Fabrizio esilarato dalla carezza verbale […] si passò il piacere di andare lui stesso subito dalla signora Sedára, proposta che sbigotti don Calogero che fu costretto, per respingerla, ad appioppare un secondo malanno alla consorte, una emicrania questa volta, che costringeva la poveretta a stare nell'oscurità.
Il commento al testo tratto da Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa
Angelica è la figlia del Sindaco del paese don Calogero Sedàra che farà breccia nel cuore di Tandredi, figlio del Gattopardo: "Se le Loro Eccellenze lo permettono verrò con mia figlia, con Angelica, che da un mese non fa che parlare del piacere che avrebbe a esser da loro conosciuta, da grande" dice il Sindaco invitando la figlia a casa di Don Fabrizio che non accetterà subito la ragazza, la cui bellezza, però farà capitolare tutti.
E proprio la bellezza della ragazza viene sottolineata in questo passo del libro che descrive la prima visita di Angelica alla famiglia Salina, una visita che la ragazza affronta quasi come se il fidanzato Tancredi l'avesse edotta ma, spiega il narratore, questa cosa non sarebbe stata così facile. Eppure lei riesce a conquistare in un attimo Don Fabrizio, così come fa il padre, adulandolo e rivolgendosi a lui con l'appellativo di "principe" ("esilarato dalla carezza verbale"). Un passo che caratterizza i personaggi, con l'aristocratico che cede alle lusinghe e il SSindaco che, a sua volta, sa come trattare e muoversi con chi è più nobile di lui.
Angelica è in quella casa perché il Sindaco aveva voluto fortemente che ci fosse questo incontro, portando la figlia al posto della moglie, data come malata a casa. Un malanno non reale, come si nota anche dal passo finale, quando Don Fabrizio propone di andarla a trovare costringendo don Calogero a trovare un'altra scusa.




