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Il mondo del fumetto al Governo: “Festival trascurati, noi asset creativo del Paese”

Lamentano di non essere stati considerati come cinema e teatro nel testo che riguarda il Fondo Cultura istituito dal Decreto Rilancio e per questo si rivolgono direttamente al ministro Franceschini e al governo. I festival del fumetto italiani, per la prima volta riuniti, chiedono maggiore considerazione: “Nostra ricaduta economica di 300 milioni di euro”.
A cura di Redazione Cultura
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I festival di fumetto italiani si riuniscono e chiedono al governo di essere considerati per quel che valgono, cioè come un "asset creativo" molto importante per il Paese. E sperano nell’adozione di misure straordinarie a sostegno delle manifestazioni culturali escluse dal Fondo Cultura. Perché ritengono di non poter essere considerati semplicemente momenti di aggregazione fieristica. Provano ad alzare la voce, i festival del fumetto italiani, riunitisi in un cartello, perché trascurarli, sostengono:

significherebbe vanificare investimenti pluriennali, annientare i risultati raggiunti sino ad oggi e danneggiare irreversibilmente una filiera produttiva, con il rischio di impoverire uno degli asset creativi che contraddistinguono il nostro Paese. Un patrimonio di manifestazioni al servizio della valorizzazione di un linguaggio e di un settore produttivo di cui l’Italia è da tempo uno dei leader mondiali, e primo produttore europeo per numero di titoli all’anno. Un patrimonio festivaliero che intende riaffermare la propria capacità di guardare avanti, sollecitando le Istituzioni a difenderla e sostenerla nella fase di complessa ricostruzione che attende tutta la filiera.

L'appello è stato sottoscritto da 23 manifestazioni di respiro nazionale e internazionale, con un bagaglio storico importante, ben radicate nei propri territori, in dialogo con amministrazioni locali, nazionali ed europee, che ogni anno offrono una pluralità di eventi capaci di attirare un pubblico numeroso ed eterogeneo, che va oltre il milione di presenze con un indotto economico e una ricaduta sui territori intorno ai trecento milioni di euro.

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Nella lunga lista di firmatari: ARF! Festival (Roma), Be Comics! (Padova), B-Geek (Bari), BilBOlBul (Bologna), Cesena Comics & Stories, COMICON (Napoli), Etna Comics (Catania), Lanciano nel Fumetto, Le Strade del Paesaggio (Cosenza), Lucca Comics & Games, Lucca Collezionando, Mostra Mercato del Fumetto ANAFI (Reggio Emilia), Palermo Comic Convention, Pescara Comix & Games, Rapalloonia! Mostra Internazionale dei Cartoonists (Rapallo), Riminicomix, San Beach Comix (San Benedetto del Tronto), TCBF Treviso Comic Book Festival, Teramo Comix, Tiferno Comics (Città di Castello), Torino Comics, Varchi Comics (Montevarchi), Venezia Comics

L’Emergenza Covid-19 ha messo a dura prova tutti i comparti economici e produttivi del Paese. Il settore che sembra più lontano dalla previsione di una ripresa, e ancora privo di politiche per la sua tutela e sviluppo, è proprio quello degli eventi, in particolare quello degli eventi dinamici, ovvero delle manifestazioni affollate – come i festival – che si alimentano principalmente della specificità aggregativa degli assembramenti; l’attuale emergenza sanitaria e le misure di contenimento a breve termine aprono pochi spiragli di possibilità organizzative.

Un grido di allarme, dunque, che arriva forte da un mondo che teme di finire trascurato e poco valorizzato dagli strumenti messi in atto dal Governo, che pure al resto del comparto culturale sono fin qui apparsi come uno strumento utile a fronteggiare i primi mesi di crisi, che tuttavia nel caso dei festival rischia di non essere semplicemente passeggera:

Le azioni da porre in essere dovrebbero contenere l’impatto dell’emergenza sanitaria su una filiera apparentemente ‘invisibile’ che, tuttavia, contribuisce allo sviluppo dei territori e continua a dare lustro all’Italia nel panorama delle industrie culturali creative internazionali, così come lo fanno le industrie delle arti visive (cinema e teatro, infatti, sono stati esplicitamente considerati nel testo che riguarda il Fondo Cultura del Decreto Rilancio).

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