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Il Festival del Giornalismo di Perugia compie 18 anni e mette la guerra al centro del dibattito

Da mercoledì 17 a domenica 21 aprile si terrà il Festival Internazionale del Giornalismo, che quest’anno avrà come tema portante la guerra.
A cura di Redazione Cultura
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Il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, che si terrà da mercoledì 17 a domenica 21 aprile, è arrivato alla sua diciottesima edizione e anche quest'anno sarà uno degli appuntamenti più importanti per il giornalismo mondiale. da anni il festival perugino si è affermato come un appuntamento immancabile per chiunque sia interessato ai media e all'informazione, portando in Umbria alcuni tra i personaggi – giornalisti, scrittori, attivisti, cantanti – più importanti a discutere di presente e futuro dell'informazione. Anche quest'anno il parterre sarà internazionale e numeroso con quasi 600 speaker provenienti da tutto il mondo, pronti ad alternarsi ai microfoni di più di 200 eventi in programma.

La portata internazionale del Festival è stata ribadita anche con l'invito, lo scorso ottobre, a New York, all’incontro annuale delle fondazioni filantropiche che sostengono il giornalismo in America e non solo, organizzato da Media Impact Funders dove i due fondatori e organizzatori, Arianna Ciccone e Christopher Potter, è stato chiesto di raccontare il modello del Festival che anche quest'anno tornerà ad affrontare temi come quelli del giornalismo, dell'attivismo, del mondo accademico e delle nuove frontiere della tecnologia e del digitale, tra le altre cose. Il tema principale di questa edizione, però, sarà la guerra, che sarà raccontata nelle sue varie sfaccettature anche con le testimonianze dirette degli inviati che lavorano nelle zone di conflitto del mondo.

Ci sarà, per esempio, Motaz Azaiza, il fotoreporter palestinese che sui suoi profili social ha documentato in presa diretta la distruzione e la crisi umanitaria causata da Israele nella Striscia di Gaza dopo l'attentato di Hamas del 7 ottobre, ci saranno Noa Landau e Hanin Majadli, rispettivamente vicedirettrice israeliana e direttrice della sezione in lingua araba del quotidiano israeliano Haaretz a cui si aggiungono firme come quelle di Alona Vinograd, CEO di Shomrim – The Center for Media and Democracy, un'organizzazione giornalistica israeliana indipendente e senza scopo di lucro, Sevgil Musaieva, direttrice del quotidiano ucraino Ukrainska Pravda, e Vivian Schiller, vice presidente e direttrice di Aspen Digital, Francesca Mannocchi, pluripremiata autrice di video-reportage, documentari, libri e Paola Caridi, saggista e giornalista, fondatrice e presidente di Lettera22.

A raccontare la guerra ci saranno anche, in collegamento video, Dimitry Muratov il direttore responsabile di Novaya Gazeta e co-vincitore – insieme a Maria Ressa – del Premio Nobel per la Pace 2021, Evgenia Kara Murza, moglie del giornalista e attivista politico russo condannato a 25 anni per aver pronunciato all’estero frasi di denuncia contro i crimini commessi dall’esercito russo in Ucraina, Elena Kostyuchenko, una delle più importanti giornaliste russe che dalle pagine del giornale online Meduza, la più grande realtà mediatica russa indipendente dichiarata ‘agente straniero' dalle autorità russe che hanno anche provato ad avvelenarla, Jeremy Bowen senior international editor della BBC News, Janine di Giovanni executive director del The Reckoning Project, a war crimes unit in Ukraine, Ron Haviv regista nominato agli Emmy e la pluripremiata fotogiornalista.

Un altro argomento sarà quello delle elezioni, da Taiwan agli Stati Uniti, dalla Russia al Bangladesh, all’Iran passando per le elezioni europee e quelle di Sudafrica, Indonesia e Pakistan di cui discuteranno, tra gli altri, Vignesh Vellore, uno dei fondatori e CEO di The News Minute, piattaforma di notizie esclusivamente digitale con sede a Bangalore; Siddharth Varadarajan, fondatore e redattore di The Wire India, Shahina K.K., senior editor di Outlook magazine, Julie Pace executive editor di The Associated Press, Brianne Pfannenstiel capo della redazione politica di The Des Moines Register. Modera Lih Yi Beh, coordinatore del programma Asia del Committee to Protect Journalists. E a proposito di elezioni europee sarà presente anche Fanpage.it col direttore Francesco Cancellato che presenterà il suo ultimo libro Nel continente nero (Rizzoli) sull'avanzata delle destre in Europa assieme a Tonia Mastrobuoni e Stefano Vergine.

Tra gli incontro perugini, poi, ci saranno anche la vincitrice del Nobel per la Pace, Maria Ressa, cofondatrice del sito giornalistico Rappler che nella seconda metà degli anni 2010 si è distinta per le critiche sull'operato del presidente filippino Rodrigo Duterte nell'ambito della sua "guerra alla droga", una conversazione dal respiro internazionale con lo scrittore Roberto Saviano e la giornalista Barbara Serra, Sky News Uk ed ex Al Jazeera che parleranno di criminalità e mafia. Ci sarà anche Zerocalcare che racconterà una serie di vicende poco note che sono di norma relegate al circuito ristretto della controinformazione, da Ilaria Salis ad Alfredo Cospito. Tra i temi che saranno trattati e approfonditi ci saranno anche il clima, la parità di genere, la diversità, l'intelligenza artificiale, i media in esilio.

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