Il Diamante fiorentino riemerge dopo 85 anni: la storia del tesoro misterioso della famiglia De’ Medici e Asburgo

A distanza di 85 anni dall'ultima apparizione, il Diamante fiorentino, uno dei più importanti e introvabili gioielli, appartenuto inizialmente alla famiglia De' Medici, è stato ritrovato in una cassaforte di una banca canadese. Il diamante è una gemma di 137 carati, con 126 sfaccettature levigate, dalla forma a pera e dal colore giallo acido. A rivelarlo è stata un'inchiesta della giornalista del New York Times Robin Pogrebin, che fa risalire la pietra ai primi anni del 1600, attribuendola a Ferdinando II De' Medici, tra i primi a conservarla nella sua tesoreria. L'origine del Diamante fiorentino invece si lega alle miniere di Golconda in India, un tempo la fonte principale delle gemme di grandi dimensioni.
Il gioiello ha anche attraversato intricate relazioni familiari, coinvolgendo le famiglie aristocratiche più importanti degli ultimi 5 secoli, dalla discendenza degli Asburgo-Lorena fino all'imperatore Carlo I D'Austria. Negli anni, è stato alimentato un mito nel mondo della gioielleria e della storia dell'arte, attribuendo la sua scomparsa alla trafugazione nazista durante la Seconda guerra mondiale, ma anche più recentemente a una vendita sospetta nel 1981: si pensava infatti a un frammento della pietra venduta singolarmente.
Come il diamante è arrivato in Canada durante la Seconda guerra mondiale

Ma come si è arrivati alla riscoperta del diamante fiorentino? La storia tramandata e raccontata dagli eredi Karl, Lorenz e Simeon von Habsburg-Lothringen si rifà alla fine della Prima guerra mondiale, quando l'imperatore Carlo I d'Austria, per fuggire dal crollo imminente del suo impero, decise di trasferire i suoi gioielli reali in Svizzera, dove poi fuggì in esilio. Il Diamante fiorentino era entrato a far parte dei gioielli della corona austriaca durante l'incoronazione di Francesco I come Sacro Romano Imperatore nel 1745: il gioiello venne incastonato nella corona reale.
Duecento anni più tardi, durante l'avanzata nazista del 1940, la vedova dell'imperatore Carlo I decise di fuggire dall'Europa, portando con sé non solo i suoi 8 figli, ma anche una valigia di cartone contenente i gioielli di famiglia, tra cui il diamante fiorentino. Dopo un breve passaggio negli Stati Uniti, la famiglia si stabilì in Canada, esattamente nella regione del Québec, dove la donna affidò il Diamante fiorentino a una banca locale per la custodia.
La gemma rimarrà in Canada, esposta in un museo e non in vendita all'asta

Solo a due dei figli, Roberto e Rodolfo, venne tramandata l'ubicazione del diamante con la promessa che il gioiello sarebbe stato mantenuto in completa segretezza per almeno 100 anni dalla morte di Carlo I, avvenuta nel 1922. Arriviamo agli ultimi mesi, con i tre discendenti della famiglia asburgica, Karl, Lorenz e Simeon von Habsburg-Lothringen, che hanno deciso di aprire finalmente la cassaforte. Come riporta il New York Times, il gioiello sarebbe stato avvolto in un panno, distante dagli altri gioielli ritrovati.
A validare l'autenticità il gioielliere austriaco Christoph Köchert, discendente della storica casa A.E. Köchert, un tempo gioielliere ufficiale della corte imperiale. I discendenti della famiglia Asburgo hanno anche annunciato che la gemma rimarrà in Canada come segno di gratitudine per il paese che ha accolto Zita nel periodo bellico: una delle opzioni vedrebbe il gioiello, insieme agli altri ritrovamenti del caveau, esposto in un museo della città e non, come originariamente si potesse pensare, in vendita all'asta.