Ian Watkins, altri due arresti per la morte del cantante pedofilo accoltellato in carcere

Sono state arrestate altre due persone nell'ambito dell'omicidio nel carcere HMP Wakefield di Ian Watkins, ex cantante dei Lostprophets, accoltellato fuori dalla cella dove stava scontando una pena di 29 anni per reati sui minori, tra cui il tentato stupro di una bambina. L'accusa per questi nuovi nuovi arresti è cospirazione per omicidio. Due persone erano già state arrestate poche ore dopo l'omicidio, come aveva riportato la Polizia e ieri le forze dell'ordine hanno effettuato altri due arresti: due uomini di 23 e 39 anni sono stati arrestati presso l'HMP Wakefield con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'omicidio, come ha dichiarato la Polizia del West Yorkshire in un comunicato diffuso il 21 ottobre.
In precedenza erano stati arrestati con l'accusa di omicidio Rashid Gedel, di 25 anni e Samuel Dodsworth, di 43 anni, entrambi già in carcere all'HMP Wakefield e oggi sono in custodia cautelare in attesa di processo che dovrebbe tenersi a maggio 2026. Anche i due nuovi arrestati sono in custodia cautelare, sono stati interrogati, rilasciati su cauzione e sono in carcere mentre le indagini procedono. L'ispettore capo James Entwistle, funzionario investigativo senior della squadra omicidi e indagini principali, ha dichiarato: "Sono in corso indagini approfondite sull'omicidio di Ian Watkins e questi arresti ne fanno parte. La famiglia di Ian Watkins verrà aggiornata con l'avanzare delle indagini. Tuttavia, non prevediamo sviluppi immediati in questa fase".

L'ex leader dei Lostprophets, che stava scontando una pena di 29 anni, è morto dopo essere stato aggredito nel carcere di massima sicurezza del West Yorkshire. L'uomo era in carcere dal maggio 2013, dopo aver ammesso 13 reati, e già nell'agosto del 2023 era stato aggredito e aveva sventato un omicidio: pure allora fu aggredito con un coltello e tenuto in ostaggio nel carcere, ma ne uscì vivo. E di quell'esperienza ne aveva parlato anche in una lettera che aveva mandato a una fidanzata segreta a cui scriveva da anni e a cui aveva promesso di vedersi quando sarebbe uscito dalla prigione. La donna si era detta controllata dall'uomo e non riusciva a uscirne.
Nelle ore immediatamente successive all'omicidio aveva parlato anche una sua ex fidanzata Joanne Mjadzelics che a causa di quella relazione soffre di autolesionismo e Disturbo da Stress Post-Traumatico. La donna ha dichiarato al Daily Mail che aveva sempre paura che uscisse dal carcere e la rintracciasse, quindi la morte dell'uomo "è stata un sollievo (…). Sono sollevata, mi sento come se mi fossi tolta un peso dalla testa. Mi aspettavo che succedesse prima. È lì dentro da quasi 13 anni". Il mese scorso un rapporto sulle condizioni del carcere di Wakefield riportava come la violenza fosse notevolmente aumentata rispetto a un precedente rapporto risalente al 2022.