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Concerto Primo maggio 2025

Concerto del Primo maggio, i Patagarri urlano Palestina libera: “La musica non può dimenticare gli ultimi”

I Patagarri hanno spiegato come mai hanno voluto urlare Palestina Libera sul palco del concerto del Primo maggio di Roma: “La musica non può dimenticare gli ultimi”.
A cura di Francesco Raiola
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I Patagarri al concerto del Primo Maggio
I Patagarri al concerto del Primo Maggio
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I Patagarri sono stati tra i protagonisti del pomeriggio del concerto del Primo maggio che si tiene a Piazza San Giovanni in Laterano a Roma. Il concerto organizzato da CGIL, CISL e UIL e che da anni rappresenta l'unione di musica e messaggi sociali è spesso stato un palco anche di contestazione politica o anche solo di megafono per chi ha meno voce. E così la band protagonista dell'ultima edizione di X Factor ha deciso di lanciare un messaggio, urlando Palestina libera, Free Palestine durante la propria esibizione, unico vero slogan politico dopo il Bella Ciao cantata in apertura da Leo Gassmann.

Perché i Patagarri hanno urlato Palestina libera

"Quando abbiamo scoperto la storia di questo brano, che risale al 1917 e che è legata alla legittimazione delle prime comunità ebraiche in Palestina, abbiamo capito che l'unico modo per suonarlo oggi era accompagnarlo con un messaggio chiaro: Palestina libera", ha raccontato all'AGI la band formata da Francesco Parazzoli (tromba e voce), Jacopo Protti (chitarra), Daniele Corradi (chitarra), Giovanni Monaco (clarinetto e sassofono) e Arturo Monico (trombone e percussioni) che si sono esibiti con  "I sogni", "Caravan" e "Hava Nagila", appunto.

La responsabilità dei cantanti: "Bisogna lanciare messaggi forti"

I Patagarri al Concerto del Primo maggio di Roma
I Patagarri al Concerto del Primo maggio di Roma

I Patagarri hanno anche spiegato come poter essere voce degli ultimi sia anche una possibilità che hanno i musicisti, coloro che hanno un megafono in mano: "In un momento come questo, in cui la situazione umanitaria è gravissima e molte voci vengono silenziate, pensiamo che la musica debba tornare a fare ciò per cui è nata: lanciare messaggi forti, prendere posizione, anche a costo di dividere", hanno spiegato sempre all'agenzia di stampa. E hanno continuato spiegando che "Molti artisti hanno paura di esporsi, ma se credi davvero in quello che dici, non puoi avere paura. La musica non può dimenticare gli ultimi, anche quelli dimenticati perfino dai social".

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