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Geolier mantiene la promessa e porta il premio della serata cover di Sanremo sulla tomba dell’amico

Geolier ha portato sulla tomba dell’amico Daniele il premio della vittoria della serata delle Cover al Festival di Sanremo mantenendo una promessa fatta.
A cura di Redazione Music
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Geoleir alla serata delle cover a Sanremo (ph Marco Alpozzi/Lapresse)
Geoleir alla serata delle cover a Sanremo (ph Marco Alpozzi/Lapresse)

Geolier ha mantenuto una promessa fatta a Sanremo e ha portato sulla tomba dell'amico Daniele Caprio, scomparso poco prima dell'inizio del Festival, il Premio della serata cove che ha vinto il venerdì sera. Alla fine dell'esibizione, quella dei famosi fischi dell'Ariston, Geolier aveva dedicato direttamente dal palco la vittoria – in coppia con Gigi D'Alessio, Luché e Guè – proprio al suo amico Daniele che qualche giorno prima era morto a causa di un tumore. Era un Geolier emozionato quello che aveva dedicato la vittoria all'amico e in tanti, in quel momento, si erano chiesti chi fosse Daniele, ai cui genitori Geolier ha fatto visita proprio ieri.

Il premio sulla tomba di Daniele

Il rapper napoletano, infatti, arrivato secondo al Festival con I p' me, tu p' te, ha mantenuto la promessa che aveva fatto e così prima si è recato a fare visita alla famiglia di Daniele e poi ha portato il premio sulla tomba dell'amico, lasciandolo in regalo, come aveva promesso sul palco. Era un'amicizia particolare quella tra il ragazzo e il rapper, i due si sentivano costantemente come ha spiegato lo stesso Geolier in alcune interviste e anche poco prima di partire per il Festival era andato a trovarlo per cercare di dargli conforto, quello che ormai, come ha detto sempre Geolier, non riusciva più a trovare a causa della malattia.

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Il rapporto tra Geolier e Daniele

Al Corriere del Mezzogiorno, Geolier aveva spiegato il perché di quella dedica: "Io e Daniele ci sentivamo tutti i giorni e quello che ho fatto nella prima serata del Festival è stato per lui così come quello che farò. Prima di partire non ho salutato nemmeno mia madre. Sono corso all’ospedale solo per salutare lui. Mi ha salutato dicendomi simpaticamente mi raccomando, sfunn tutt cos" e poi aveva aggiunto: "Quando ero con lui in ospedale, chiudeva la porta, parlava con me, si sfogava, diceva “non ce la faccio più, ho diciassette anni ma ne sento settanta”. Sorrideva, nonostante tutto il dolore che provava. Daniele mi ha insegnato tantissimo, mi ha cambiato".

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