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Esercito di terracotta: 45 anni fa gli archeologi scoprivano l’ottava meraviglia del mondo

Era la primavera del 1974 quando il contadino Yang Zhifa, lavorando nei pressi di un pozzo, trovò alcuni pezzi di terracotta e bronzo: inizia così, casualmente, la storia di una delle campagne archeologiche più famose del mondo, quella che ha riportato alla luce il Mausoleo dell’imperatore Qin Shi Huang e i suoi 8 mila soldati di terracotta. Ma questa è solo una piccola parte dell’immenso tesoro che, secondo gli archeologi, si nasconde ancora sotto il terreno.
A cura di Federica D'Alfonso
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L'esercito di terracotta di Qin Shi Huang venne scoperto nel 1974 da un contadino.
L'esercito di terracotta di Qin Shi Huang venne scoperto nel 1974 da un contadino.

Quarantacinque anni fa il mondo scopriva, casualmente, una delle sue meraviglie più incredibili: l’esercito di terracotta dell’imperatore Qin Shi Huang. Si tratta di un tesoro unico nel suo genere, composto da decine di migliaia di statue tutte diverse fra loro, complete di armi e cavalli, destinate ad accompagnare l’imperatore nel viaggio verso l’aldilà. Ma l’estensione del Mausoleo Shi Huangdi è talmente ampia che si ipotizza che gran parte di esso sia ancora sepolto sotto la terra. Magari un altro colpo di fortuna come quello che ebbe Yang Zhifa nel 1974 ci regalerà presto altre sorprese.

L’esercito di terracotta, una scoperta casuale

Alcuni archeologi al lavoro sulle prime statue, rinvenute nell'estate del 1974.
Alcuni archeologi al lavoro sulle prime statue, rinvenute nell'estate del 1974.

Fu infatti un contadino, Yang Zhifa, a scoprire per primo alcune punte di lancia e frammenti di terracotta che successivamente verranno identificati come parte dell’enorme esercito sotterraneo di Shi Huang: nella primavera del 1974 Yang e altri uomini del villaggio di Xiyang sono a lavoro su alcuni pozzi quando s’imbattono nella prima fossa sepolcrale contenente soldati e cavalli. Ma gli uomini non sono consapevoli della portata della scoperta, tanto che Zhifa rivende il bronzo trovato per pochi yuan, credendo si trattasse di semplici punte di freccia abbandonate nel terreno.

Grazie all'intervento di un impiegato del Ministero cinese gli studiosi s’interessarono alla zona in cui Yang aveva rinvenuto i primi pezzi di terracotta, ed in pochi mesi l’incredibile scoperta venne alla luce in tutta la sua maestosità: nei mesi di giugno e luglio di quarantacinque anni fa gli archeologi erano a lavoro per riportare in superficie la prima delle tre fosse fino ad ora aperte al pubblico.

Tre fosse, 8 mila soldati: ma il resto è ancora da scoprire

Oltre agli 8 mila soldati, l'esercito è composto da cavalli: ne sono stati rinvenuti centinaia.
Oltre agli 8 mila soldati, l'esercito è composto da cavalli: ne sono stati rinvenuti centinaia.

Si tratta dello spazio più ampio dei tre, che contiene circa 6 mila guerrieri disposti secondo un ordine preciso e razionale: nei suoi 210 metri di estensione e 6 metri di profondità i soldati sono schierati e pronti all'attacco, tutti rivolti verso est, armati di lancia, pugnale o alabarda. Per primi si incontrano i fanti, che precedono i soldati corazzati e i carri con cavalli, in tutto 38, e infine l’ala difensiva. L’esercito di Shi Huangdi costituisce non solo un esempio unico dell’arte cinese, ma anche un documento fondamentale delle strategie belliche e della cultura della guerra.

Fino ad ora sono state aperte “soltanto” tre fosse: si tratta, secondo le ricostruzioni degli archeologi, delle anticamere della ben più grande e maestosa camera sepolcrale dell’imperatore Qin Shi Huang, non ancora rinvenuta. L’enorme armata che si estende per circa 2 chilometri sarebbe soltanto l’avanguardia di un ben più prezioso tesoro, talmente importante da essere stato sepolto molto in profondità: gli studiosi hanno ipotizzato che per trovare la tomba si debbano attraversare tre livelli di falde acquifere, e mura ricoperte di bronzo e solfuro di mercurio.

La costruzione dell’intero Mausoleo, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO negli anni Ottanta, ha richiesto oltre 40 anni di lavoro e il sacrificio di 700 mila prigionieri: la fatica e l’ingegno umano hanno però sfidato i secoli, permettendo all'imperatore di giacere indisturbato per oltre 2 mila anni. Il suo esercito, fedele e disciplinato, continua a vegliare su di lui.

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