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Dalla scritta omofoba alla “paella” dell’antichità: i misteri del termopolio di Pompei

Diversi importanti dettagli emergono dalla scoperta del termopolio agli scavi di Pompei. Dai resti di animali e cibo che lasciano supporre la preparazione di piatti tipici della dieta dell’antichità, al mistero dell’iscrizione “omofoba” ritrovata sui muri della tavola calda: “Nicia cineade cacator”.
A cura di Redazione Cultura
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@Luigi Spina
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Negli scavi di Pompei, dove è riaffiorato il primo termopolio intatto, con insegna, affreschi e resti di alimenti nelle anfore, il Natale è stato festeggiato in modo speciale grazie alla preziosa scoperta durante i lavori alla Regio V del Parco Archeologico di Pompei diretto da Massimo Osanna, già nominato dal ministro Dario Franceschini quale direttore generale dei musei italiani. E l'anno nuovo, con la speranza di una riapertura a visitatori e turisti, si preannuncia così sotto i miglior auspici, dopo la presentazione al pubblico della bottega in cui venivano venduti cibi pronti da consumare al momento, l’equivalente del moderno street food. Il locale, ottimamente conservato, si trova vicino alla bottega dei gladiatori.

Che cos'è un termopolio: "tavola calda" dell'antichità

@Luigi Spina
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I termopoli, dove si servivano bevande e cibi caldi, come indica il nome di origine greca, conservati in grandi giare incassati nel bancone in muratura, erano molto diffusi nel mondo romano, dove era abitudine consumare il prandium (il pasto) fuori casa. Nella sola Pompei se ne contano una ottantina. Questo ritrovato alla Regio V all'interno del parco archeologico di Pompei è il più integro mai rinvenuto.

La "paella" servita nel termopolio di Pompei

@Luigi Spina
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Alcune rilevanti novità nel termopolio rinvenuto e presentato il giorno di Natale. In questa nuova fase di scavo sull’ultimo braccio di bancone portato alla luce, infatti, sono emerse altre pregevoli scene di nature morte, con rappresentazioni di animali, probabilmente macellati e venduti nel locale. Ma non è tutto.

Frammenti ossei, pertinenti gli stessi animali, sono stati inoltre rinvenuti all’interno di recipienti ricavati nello spessore del bancone contenenti cibi destinati alla vendita. Come le due anatre germane esposte a testa in giù, pronte ad essere preparate e consumate, un gallo e un cane al guinzaglio, quasi un monito alla maniera del famoso Cave Canem. Tutto lascia suapporre, dunque, che qui venissero preparati dei pasti che mischiassero carne e pesce, una sorta di "paella" dell'antica Pompei, come è stata ribattezzata già dai media di tutto il mondo.

L'iscrizione "omofoba" nel termopolio a Pompei

@Luigi Spina
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Nel termopolio pompeiano, come in tutta la restante Pompei, infine, vi sono diverse iscrizioni. Graffiti murari che sono semplicemente delle scritte così come potremmo ritrovarne nelle nostre città moderne. Nemmeno il recentemente ritrovato "fast food" dell'antichità fa eccezione con la sua iscrizione già definita "omofoba".

Una sbeffeggiante iscrizione graffita graffta, infatti, “Nicia cineade cacator” si può leggere sulla cornice che racchiude il dipinto del cane: dove Nicia (probabilmente un liberto proveniente dalla Grecia) è definito "Cacatore", "invertito", probabilmente lasciata da un buontempone che aveva voluto prendere in giro il proprietario o da qualcuno che lavorava nel termopolio.

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