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Crisi musei, il Metropolitan Museum of Art mette all’asta le proprie opere per pagare gli stipendi

La pandemia da coronavirus non ha risparmiato nessuno, neppure i dipendenti di un’istituzione culturale iconica come il Metropolitan Museum of Art. Il Met, uno dei musei più prestigiosi degli Stati Uniti, sta infatti vivendo una crisi nera, contrassegnata da un deficit di bilancio pari a 150 milioni di dollari e dal licenziamento di oltre 80 dipendenti.
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Metropolitan Museum of Art (Credits: Wikimedia Foundation)
Metropolitan Museum of Art (Credits: Wikimedia Foundation)

La pandemia da coronavirus non ha risparmiato nessuno, neppure i dipendenti di un'istituzione culturale iconica come il Metropolitan Museum of Art. Il Met, uno dei musei più prestigiosi degli Stati Uniti, sta infatti vivendo una crisi nera, contrassegnata da un deficit di bilancio pari a 150 milioni di dollari e dal licenziamento di oltre 80 dipendenti che, unitamente ai 93 che hanno accettato il pensionamento anticipato e ai 181 sottoposti a congedo prolungato lo scorso anno, fotografano una situazione di ridimensionamento drammatica. Una situazione figlia di una serie di concause, su tutte la riduzione dei contributi di beneficenza e delle sponsorizzazioni per i musei pubblici e privati.

Il Metropolitan Museum of Art organizza un'asta per pagare i dipendenti

Per provare a scacciare lo spettro del default, il Metropolitan Museum of Art ha deciso di compiere una scelta dolorosa e di ricorrere al suo programma di Deaccessioning (che consente la vendita di duplicati, multipli o copie di un'opera nella disponibilità del museo) per ottenere iniezioni di liquidità vitali per sostenere gli stipendi del personale. Per la messa in atto dell'operazione, il Met ha scelto di ricorrere ai servizi di Christie's, la più grande casa d'aste al mondo: a partire da ottobre, sarà possibile acquistare  – nell'arco di tre sessioni di vendita che si dipaneranno in una finestra di due anni, fino all'Aprile del 2020 – 219 duplicati di fotografie esposte nel museo. Tra le opere messe all'asta rientrano le incisioni di artisti come Pablo Picasso e Frank Stella, antiche istantanee della Guerra Civile americana e scatti di professionisti ormai consacrati alla fama mondiale, come quelli di Robert Frank, storico fotografo di Harper's Bazaar e collaboratore di lunga data dello scrittore Jack Kerouac, simbolo della corrente letteraria nota come Beat Generation. Ad assistere il Metropolitan Museum of Art nella sua attività di Deaccessioning ci sarà l'art dealer e gallerista tedesco Tobias Meyer, un battitore di considerata esperienza. La prima sessione di aste avrà inizio il 24 settembre e durerà fino al 7 ottobre.

Le parole del direttore del Metropolitan Museum of Art, Max Hollein

In un'intervista concessa ad Artnet News il direttore del Met, Max Hollein, ha ribadito che la decisione di ricorrere al deaccessiong è da considerarsi una extrema ratio, dettata da motivi di necessità e nell'interesse della salute economico-finanziaria del museo e dei suoi dipendenti: "Abbiamo fondi di dotazione significativi che sono destinati solo alle acquisizioni", ha detto, "Sembra invece appropriato usare i proventi del nostro programma di deaccessioning per sostenere gli stipendi del personale in questo anno straordinariamente difficile".

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