video suggerito
video suggerito

Cosa sappiamo dei biglietti a 10 euro e degli sconti per riempire i concerti negli stadi: “È il segreto di Pulcinella”

Sconti, convenzioni, biglietti a 10 euro per riempire stadi e Palazzetti, Fanpage ha chiesto ad alcune persone interne al mondo dei live della discografia di spiegarci cosa sta succedendo e se quella dei live è una bolla o meno: cosa sta succedendo nel mondo della musica?
A cura di Francesco Raiola
47 CONDIVISIONI
Pubblico a un concerto – ph Christoph Reichwein:picture alliance via Getty Images
Pubblico a un concerto – ph Christoph Reichwein:picture alliance via Getty Images

Nei giorni scorsi sui social si è molto parlato di un link Ticketone che permetteva di acquistare i biglietti – solo in alcuni settori – per alcuni concerti (quello più chiacchierato è stato quello di Elodie) al San Siro e al Maradona a 10 euro. Una cifra piccola rispetto a quelle originali che in questi anni sono cresciuti al punto da far parlare tutti, dai fan agli addetti ai lavori di "bolla". Lo stadio è diventato, oggi, uno status symbol, se vuoi mostrare di essere diventato/a un/a grande artista devi assolutamente annunciare uno stadio e, ovviamente, farlo almeno un anno prima per cercare di riempirlo quanto più possibile. Qualche giorno fa è intervenuto anche Federico Zampaglione, cantante dei Tiromancino che ha spiegato, dall'interno, come funziona un pezzo del meccanismo degli stadi da riempire a spese degli artisti. Proviamo a spiegare cosa sta succedendo per l'acquisto dei biglietti a 10 euro e degli sconti per riempire i concerti negli stadi.

Biglietti a prezzi stracciati per riempire i concerti

A oggi i veri sold out sono pochi, da Vasco a Cremonini, passando per Ultimo, Elisa e Mengoni, ma ci sono concerti che, comunque, portano nelle strutture dalle 30 alle 40-45 mila persone. Il problema è che talvolta per non lasciare spazi vuoti, troppo visibili, si trovano escamotage per riempirli. Ribadiamolo, non è un'operazione creata per un artista in particolare, è un metodo che – in forme diverse – esiste da sempre, sono spesso convenzioni che vengono attivate per favorire la vendita, ovviamente, assicurarsi un tot di biglietti venduti e soprattutto non lasciare lo stadio vuoto. Assoconcerti preferisce non commentare in mancanza di dati certi, per ora non vede bolle, anche a fronte degli ottimi numeri con cui si è chiuso il 2024, in attesa della raccolta dei dati dell’indotto economico dei live dell’estate 2025 che commenterà solo alla presentazione che si terrà a fine ottobre.

Le percentuali di vendita: "Anche il 20% degli incassi ricavato a 10 euro"

Una fonte che lavora nel mondo dei live racconta come questa usanza – che, ribadisce, non ha nulla di illegale – sia cominciata in maniera massiccia almeno un anno fa, ma che quest'anno ha avuto un aumento, portando questa pratica a riempire alcuni posti anche del 20% della capienza totale. Insomma, non parliamo di 400-500 biglietti, ma di numeri ben più alti che alla fine servono a non dare il colpo d'occhio vuoto sugli spalti. Ma, ci spiega, non è pratica comune, c'è anche chi si è rifiutato, preferendo spazi vuoti e onestà nei confronti di chi aveva comprato i biglietti a prezzo pieno.

Biglietti scontati e convenzioni: "È il segreto di Pulcinella"

A Fanpage un'altra una fonte interna al mondo musicale, che ha l'ha vissuta in varie vesti, dal management al booking, conferma che quello di cui si parla "è il segreto di Pulcinella", che dopo il Covid vari fattori hanno contribuito all'aumento dei prezzi dei concerti: "Ad esempio le poche tutele del settore hanno spinto un sacco di tecnici del mondo dello spettacolo a lavorare prima sui set cinematografici e in seguito nel mondo degli eventi corporate dove pagano molto di più. Quindi questo spostamento cosa ha portato? Ha portato le multinazionali del live a dover livellare il salario della gente per farla rimanere. E il costo delle produzioni è aumentato, ma aumentando il costo delle produzioni, da vero sistema capitalistico, invece di ridurre gli utili a monte, hanno aumentato il prezzo dei biglietti".

"Eppure questa è solo la meno impattante delle questioni, il cuore vero sta nelle grandi promesse di anticipi e produzioni sovradimensionante che le grandi agenzie fanno agli artisti per accaparrarseli. Ormai siamo arrivati che talvolta prendono un artista non tanto per fare numeri", continua la nostra fonte, "ma perché sanno che quella è una fetta di mercato, che anche nella sua nicchia continuerà a esserlo, e potranno così succhiare il più possibile da quella nicchia. Ora qual è il punto? Il punto è che per alzare l'asticella devono proporre delle cose che altri non possono proporre, quindi invece del club ti propongo i palazzetti e in questo caso è veramente come dice Zampaglione: gli dicono ‘Tu non ti devi preoccupare lo riempio io'. Non sempre è un vero e proprio ricatto, a volte è l'artista stesso che si sovradimensiona dopo le avance di una grande agenzia e finisce per avere un fee veramente basso (una quota sull'incasso totale, ndr) anche sul Palasport, ma proprio perché deve rientrare coi costi. E lo fa solo perché ormai il palazzetto è uno status, poi i soldi arriveranno con il tour estivo, sulle spalle dei promoter che acquisteranno lo spettacolo a un cachet a volte tre volte quello dell’anno prima, se non di più".

Perché si arriva a "svendere" i biglietti a 10 euro

Ma dov'è che fluttuano i costi di uno show? "Il problema, spesso e volentieri è la produzione che vuoi fare, ne ho viste alcune gonfiarsi in un istante, tra una passerella per stare in mezzo alla gente, il pianoforte a coda, i 200mq di ledwall, le ballerine etc, è un attimo che il piano di produzione passi dai 50.000 euro iniziali a mezzo milione a poche settimane dall'evento e a quel punto è ovvio che poi, se non vendi le prevendite, devi svendere i biglietti pure a 10 euro. Certo, non è detto che ci rientri, ma l'immagine è fondamentale, è uno status, e a parità di guadagno una location piena è meglio di una location mezza vuota".

Questa fonte spiega che "il grande problema è quando queste strategie sfuggono di mano, cioè una cosa è se devi riempire un settore, ti mancano 500, 600, 700 un'altra cosa è se devi riempire la tribuna". Il punto è che una volta questo fenomeno era circoscritto, ultimamente pare che si stia un po' esagerando. E come si rientra nelle spese? È vero che in parte paga l'artista? "Non ho visto molti dei casi che racconta Zampaglione, anche se esistono", ci dice un'altra fonte vicina a un'agenzia. A volte funziona così: ‘Quando chiudi un contratto di booking, prendi un anticipo che corrisponde a un certo numero di date, tipo che ti do 300.000 euro per 50 concerti. A un certo punto, se non riesci a fare quel numero di concerti e sei arrivato a fine contratto, per non allungare i termini, ti chiudo un evento aziendale che ti copre sei date. Oppure si fanno i super eventi, tipo un grande concerto con gli artisti amici ospiti, che ti fa rientrare anche di 10 concerti".

E quindi per quanto riguarda il famoso link Ticketone da cui siamo partiti? "Non so nel caso specifico cosa sia successo, ma quando usi una piattaforma di ticketing puoi impostare biglietti diversi a link diversi e anche biglietti nascosti a quel link, ovvero biglietti a cui puoi arrivare soltanto attraverso il link nascosto. Questa cosa si è sempre fatta, si può fare, nel mio settore è un metodo che si usa per fare i test sugli advertising. Ma questa cosa avviene sempre, succede con le grandi aziende, per esempio, che a ridosso del concerto offrono ai dipendenti biglietti a prezzi scontatissimi. Questa cosa è illegale? No. È una grande mancanza di rispetto nei confronti del pubblico? Assolutamente sì".

Perché annunciare uno stadio senza pubblico

Ma fermiamoci un attimo: è così indispensabile fissare uno stadio se non si ha la certezza di riempirlo? È fondamentale annunciare addirittura un tour negli stadi – invece che una data unica – se sospettiamo di non avere un pubblico così enorme o, semplicemente, in certe città questi artisti hanno già suonato pochi mesi (un anno, un anno e mezzo) prima?  Lo è solo se pensiamo al discorso dello status symbol di cui sopra: ovviamente usiamo lo stadio come sineddoche, perché il discorso vale per gli ippodromi e i campivolo etc, ovvero strutture che possono accogliere decine di migliaia di persone (e non sempre assicurare una esperienza che valga la pena).

Sconti e convenzioni sui biglietti: come funzionano

Torniamo agli sconti: esistono da sempre delle convenzioni, come in ogni settore, ovvero sconti speciali per le aziende, per esempio, pacchetti a prezzi scontati che servono a blindare un certo numero di biglietti. Lo riferiscono a Fanpage.it svariate persone che da anni lavorano nella discografia, nulla di particolare, se non fosse che oggi i social rendono tutto più visibile: "È una pratica che alcune agenzie usano spesso un po' dappertutto e quando c'è bisogno. A Napoli qualcuno ne ha usufruito per qualche migliaio, ma c'è anche chi si è impuntato per non farlo". In più, oltre alle convenzioni nazionali, avvengono anche accordi speciali con aziende delle singole città: per esempio a Napoli c'era un teatro che regalava due biglietti per il concerto di Elodie per chiunque acquistasse un abbonamento per la prossima stagione. Non c'è nulla di illegale, lo ribadiamo, il problema potrebbe nascere sul lungo termine, col rischio che qualcuno, per concerti che si sa non andare sold out subito, potrebbe aspettare di acquistare i biglietti più sotto data per approfittare degli sconti e non pagarli a prezzo pieno.

Pubblico al concerto – ph Pigi Cipelli:Mondadori Portfolio via Getty Images
Pubblico al concerto – ph Pigi Cipelli:Mondadori Portfolio via Getty Images

La denuncia del Codacons sul caso concerti gonfiati

Sull'argomento arriva anche il Codacons che parla di "caso dei concerti gonfiati": "Il Codacons ha deciso infatti di presentare un esposto all’Autorità garante della concorrenza chiedendo di accertare se il comportamento delle società organizzatrici di eventi musicali e degli stessi artisti coinvolti possa rappresentare una pratica scorretta e ingannevole a danno dei consumatori – si legge nella nota -. Diversi artisti ed esperti del mondo musicale hanno confermato la prassi di immettere sul mercato biglietti a prezzi ridottissimi a ridosso dei concerti, quando le vendite si rivelano inferiori alle aspettative. Non solo. Una quota di biglietti verrebbe addirittura regalata, allo scopo di riempire gli impianti".

L'associazione dei consumatori sottolinea come questa pratica danneggi "in modo evidente chi tali biglietti li ha acquistati a prezzo pieno, spesso sborsando cifre astronomiche per assistere allo spettacolo del proprio artista preferito. Una condotta che potrebbe realizzare la fattispecie di pratica commerciale sia scorretta che ingannevole – vietata dal Codice del Consumo – a danno dei consumatori, e su cui l’Antitrust deve intervenire aprendo una apposita istruttoria nei confronti delle società organizzatrici di concerti in Italia.

L'accusa di Federico Zampaglione contro chi organizza concerti

Ma cosa diceva Federico Zampaglione nel suo post? Il cantautore accusava chi organizza concerti di illudere l'artista fiero e contento dopo una canzone andata virale facendogli fare il passo più lungo della gamba, annunciando luoghi tropo ampi che non potrà mai riempire. A quel punto mettergli davanti l'alternativa: o chiudiamo oppure buttiamo dentro quanta più gente possibile con biglietti scontati e omaggio e le spese, però, vanno a carico dell'artista che sarà costretto con gli introiti di album e live futuri a ripagare il debito. Insomma, un sistema, continua il cantante, che andrebbe a discapito degli artisti, alimentando una bolla, appunto.

Enzo Mazza, Ceo di FIMI: "La discografia non ha colpe"

"L'industria discografica non organizza concerti, quella è materia di manager e società di live, quindi sono due cose separate – ci tiene a spiegare Enzo Mazza, Ceo di FIMI, dopo le polemiche di questi ultimi giorni, "è sbagliato legare l'attività concertistica alle loro attività sullo streaming perché le aziende discografiche fanno un altro mestiere, hanno l'obiettivo di ottimizzare i profitti e i ricavi dalla vendita di musica, dal commercio di musica, quindi dall'off-stream. L'industria discografica lavora per raccogliere diritti su tutto quello che sono le utilizzazioni di musica registrata".

Mazza dice la sua anche su chi parla di "bolla dei live": "Ho difficoltà anche a parlare di bolla, visto che è un segmento in forte salute, è il settore centrale della musica e quello che ha la fetta maggiore dei 3 miliardi che vale l'industria in Italia. Poi c'è senza dubbio un problema, ovvero che alcuni cantanti oggi sono anche influencer e quello che forse non è ancora chiaro a tutti è che non è automatico che tutta questa cosa di follower e di streaming si trasformi in un risultato dal punto di vista dell'acquisto di biglietti". "Tutto il mondo della musica opera tantissimo con attività promozionali, di richiamo, addirittura in America si regalano i biglietti con le edizioni limitate dei dischi", continua Mazza, "queste operazioni fatte dagli artisti e le operazioni con i marchi, con gli sponsor, ci sono da sempre. Adesso sono più forti perché ovviamente ci sono più canali per comunicare". Insomma, queste pratiche sono comuni, e sono legali, ma rischiano di portare – numeri a parte – disaffezione da parte del pubblico, oltre a creare pregiudizio negativo verso artisti che, alla fine, uniscono comunità di persone, regalando due ore di spensieratezza e musica.

47 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views