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Che cosa significa patrimoniale e i momenti storici in cui c’è già stata

Che cosa significa la parola patrimoniale? Ma soprattutto, in quali momenti storici, in Italia abbiamo avuto una patrimoniale cosiddetta “ordinaria”? Dal dibattito nato all’indomani della Grande Guerra, con il debito pubblico italiano alle stelle, fino alla patrimoniale del 1940: ecco tutti gli eventi della storia italiana in cui si è discusso di introdurre una tassa sui patrimoni.
A cura di Redazione Cultura
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Patrimoniale è una parola che di tanto in tanto viene evocata nel dibattito politico italiano. Appena sussurrata, in verità, poiché spesso scatena le più furiose polemiche tra sostenitori e detrattori di questo provvedimento, come ci raccontano le reazioni politiche di ieri a un emendamento introdotto in finanziaria da uno sparuto drappello di parlamentari di Leu e del Pd. Tuttavia ciò che spesso non viene compreso dal dibattito pubblico intorno all'ipotesi di introdurre un tale balzello è che non esiste una sola patrimoniale o un solo modo di applicare tale imposta, e che sono diversi i modi in cui essa può applicarsi, più o meno severamente nei confronti di chi detiene un certo patrimonio.  Ma cosa significa precisamente la parola patrimoniale? E poi: lo sapevate che nella storia del nostro Paese essa è già stata studiata e introdotta (in maniera ordinaria e non occasionale) in due occasioni?

Patrimoniale, il significato di una parola temuta

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Dal punto di vista fiscale per patrimoniale si intende "un'imposta che colpisce il patrimonio sia mobile che immobile (denaro, case, azioni, valori preziosi, obbligazioni). Può colpire sia le persone fisiche che quelle giuridiche. Può essere fissa o variabile. Secondo il dizionario della lingua italiana Treccani con patrimoniale si intende:

Del patrimonio; che costituisce il patrimonio, o lo concerne, o ne deriva: beni p.; asse p.; rendite p.; situazione p.; imposte p. (o sul patrimonio), quelle, ordinarie o straordinarie, che gravano sul complesso dei beni dei singoli contribuenti; fondo p., istituto introdotto nell’ordinamento italiano con la riforma del diritto di famiglia (1975), che comprende beni mobili o immobili, o titoli di credito, di proprietà di entrambi i coniugi, i cui frutti vengono impiegati per i bisogni della famiglia; sfera p., il complesso dei beni patrimoniali di una persona o di un ente. In diritto, capacità p., la capacità giuridica di disporre del proprio patrimonio: avere, acquistare, perdere la capacità p.; per l’attribuzione p., v. attribuzione. ◆ Avv. patrimonialménte, dal punto di vista patrimoniale, per quanto riguarda il patrimonio: l’azienda è patrimonialmente molto solida.

I momenti storici in cui in Italia c'è stata la patrimoniale

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Se dal punto di vista fiscale va fatta una distinzione tra patrimoniale ordinaria a integrazione del sistema tributario esistente per tassare gli incrementi di patrimonio e patrimoniale straordinaria (difatti una “leva sul capitale volta ad acquisire, mediante un prelievo una tantum, di norma progressivo, una parte del valore dei beni colpiti, per fronteggiare esigenze, parimenti straordinarie, di finanza pubblica"), è interessante notare come, nella storia d'Italia, indipendentemente dalle piccole e grandi patrimoniale straordinarie applicate negli ultimi decenni (l'ultima, nel 1992, sotto il Governo Amato), il dibattito attorno al tema di una patrimoniale ordinaria si è avuto in due ben precisi momenti storici, a ridosso della Grande Guerra nel 1919 e agli albori della Seconda guerra mondiale, nel 1940.

A dare una spinta alla realizzazione della patrimoniale ordinaria proposta dal Governo Nitti sin dal 1916, fu la Grande guerra, che favorì un enorme debito pubblico. La proposta elaborata da Meda già nel 1916 prevedeva, nell’ambito di una riforma generale del sistema tributario, un’imposta proporzionale dell’uno per mille sui patrimoni personali superiori a 10mila lire. Tuttavia questa iniziativa restò largamente inattuata, così la Commissione per il dopoguerra, sempre nel 1919, suggerì per i fautori dell’imposta straordinaria, aliquote crescenti dall’uno al 10 per mille.

Successivamente, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, nel 1940, iniziò la prima patrimoniale ordinaria italiana. Il tributo colpiva i beni, come risultanti da dichiarazione, di persone fisiche, società, associazioni e ogni altro ente, purché di valore superiore a 10mila lire, tra cui: i titoli di Stato, i buoni fruttiferi, i depositi bancari, il contante, i valori capitali di rendite o pensioni, gli oggetti d’arredamento e persino di “ornamento personale”.  Entrambe queste patrimoniali, in ogni caso, sono ben lontane dalla proposta presentata tra gli emendamenti alla finanziaria 2021 da alcuni parlamentari, che punta a tassare, peraltro in misura molto ridotta, i redditi sopra i 500mila euro.

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