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Biennale 2024, dopo Israele si chiede lo stop all’Iran, gli organizzatori: “Nessuno sarà escluso”

Nonostante le petizioni firmate da migliaia di persone e anche da artisti illustri né Israele, né l’Iran saranno esclusi dalla Biennale 2024, come spiegano gli organizzatori in una nota ufficiale.
A cura di Francesco Raiola
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Né Israele né l'Iran saranno esclusi dalla prossima Biennale di Venezia che si terrà dal 20 aprile al 24 novembre 2024. Lo comunicano gli organizzatori con una nota ufficiale a seguito di polemiche che in questi ultimi giorni li hanno visto protagonisti: prima un gruppo di artisti, infatti, aveva chiesto di cancellare la presenza israeliana dalla Biennale accusando il Paese di genocidio nei confronti dei palestinesi, mentre ieri era arrivata un'altra petizione che chiedeva l'esclusione della Repubblica Islamica dell'Iran per dare un segnale forte alla comunità internazionale senza farsi "complice di un governo criminale e sanguinario".

Nella nota ufficiale della Biennale, si legge che "in merito alla partecipazione all’Esposizione Internazionale d’Arte di Paesi presenti nei Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e in città, La Biennale di Venezia precisa che tutti i Paesi riconosciuti dalla Repubblica Italiana possono in totale autonomia richiedere di partecipare ufficialmente. La Biennale, di conseguenza, non può prendere in considerazione alcuna petizione o richiesta di escludere la presenza di Israele o Iran dalla prossima 60a Esposizione Internazionale d’Arte (20 aprile – 24 novembre 2024)". Mentre a chi li accusava di doppio standard per l'assenza della Russia nel 2022 rispondono che "che la chiusura del Padiglione della Russia alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte 2022 è stata decisa dal Commissario e dal Curatore nominati dal Ministro della Cultura della Federazione Russa, che ha comunicato che non parteciperà alla prossima 60. Esposizione Internazionale d’Arte".

Infine la nota sottolinea che artisti palestinesi sono ospiti di alcuni eventi collaterali: "Con riferimento a citate esclusioni di domande di ammissione a Evento Collaterale della 60a Esposizione, si precisa che su 72 progetti eleggibili, due vedevano la partecipazione di artisti palestinesi, uno dei quali è stato inserito fra i 30 Eventi Collaterali approvati dal Curatore Adriano Pedrosa, in totale autonomia e a suo insindacabile giudizio artistico. Ci sono anche artisti palestinesi nella 60a Esposizione Internazionale a cura di Adriano Pedrosa, come risulta dalla lista dei Partecipanti diffusa dalla Biennale il 31 gennaio 2024".

Un paio di giorni fa il collettivo "Art Not Genocide Alliance" (Anga) aveva aperto una petizione, che nel frattempo ha visto migliaia di firme, per chidere l'esclusione di Israele, ritenendo inaccettabile "offrire un palcoscenico a uno Stato impegnato in continui massacri contro il popolo palestinese a Gaza è inaccettabile. No al Padiglione Genocidio alla Biennale di Venezia". Una presa di posizione che aveva visto anche la dura risposta del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che aveva ritenuto "inaccettabile, oltre che vergognoso, il diktat di chi ritiene di essere il depositario della verità e con arroganza e odio pensa di minacciare la libertà di pensiero e di espressione creativa in una Nazione democratica e libera come l’Italia"

Ieri, poi, facendo seguito a una richiesta dello scorso ottobre, Woman Life Freedom Europe e Woman Life Freedom Italy avevano inviato una lettera indirizzata, tra gli altri al Presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto e al Direttore Generale della Biennale Andrea Del Mercato oltre alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Ministro Affari Esteri Antonio Tajani e al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per chiedere l'esclusione dell'Iran e ponendosi questa domanda: "Perché un'importante istituzione come La Biennale di Venezia si presta a legittimare la delegazione di un regime dittatoriale teoretico che da 45 anni censura ogni espressione artistica?". Tra i firmatari della petizione nomi noti come quelli dell'artista iraniana Shirin Neshat, della regista Marjane Satrapi, dell'avvocata Shirin Ebadi (premio Nobel per la pace 2003), dei registi Marco Bellocchio e Nanni Moretti, dei musicisti Paolo Fresu, Davide Toffolo, Franco Piersanti, e dei registi Francesca Archibugi e Daniele Luchetti, tra gli altri.

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