Alexia: “La famiglia mi ha risucchiata, certi giudizi sono stati pesanti. Alla musica italiana manca il Festivalbar”

In attesa del prossimo 26 marzo, quando ritornerà protagonista sul palco del Fabrique di Milano, Alexia ha finalmente preso "una boccata d'aria" con due brani in lingua inglese che proiettano il suo ritorno nella musica dance. Si tratta di I Feel Feelings e Follow, una scelta controcorrente rispetto al passato recente, lanciata anche dalla sua presenza lo scorso anno al Tomorrowland, ospite del dj Nervo. Poi il ricordo di Pippo Baudo, conduttore del Festival di Sanremo 2003 in cui vinse con Per dire di no e una riflessione sul fenomeno del revenge porn, culminata con episodi come il forum Phica.eu. Qui l'intervista ad Alexia.
Com'è stato l'ultimo anno, dopo il ritorno a Tomorrowland?
Sono ritornata alla musica cantata in inglese, quindi con il desiderio di ritornare un po’ come atteggiamento, come mentalità, a quelle che sono state le mie origini. mi sono veramente resa conto che per le persone io rappresento un momento storico importante della musica dance in Italia. È stata una sfida importante per me.
Cosa ti preoccupava di più?
Nel canto non sapevo se certe cose le avrei ancora affrontate. Mi riferisco anche alla natura fisica con cui si approccia a questo tipo di musica. Per anni avevo raccontato storie diverse della musica pop italiana e volevo ritornare col piglio di una ragazzina degli anni ’90.
Come ti sei sentita dopo l'uscita di Follow?
Una boccata d'aria, mi sentivo che finalmente ero ritornata. So che è importante la mia musica in italiano, soprattutto perché raccontano una storia e vengono considerate, però alla fine mi sono ritrovata in ciò che voglio fare.
C'è qualcosa che ti ha bloccato in passato?
Tante cose. C'è stata la famiglia: quando sono diventata madre e mi sono sposata, la famiglia richiede un equilibrio che non è facile da gestire. È come se fossi stata risucchiata da un’altra situazione, e la difficoltà era mettere da parte ciò che ero prima. Poi sicuramente il vizio di voler sempre rispondere alle aspettative di tutti quelli che mi circondavano. Ovviamente, il giudizio di alcune persone diventava molto pesante: in passato, nei confronti di alcune persone legate al mio lavoro, e più recentemente, verso la mia famiglia.
Adesso cosa desideri?
La cosa più importante che potrebbe capitarmi è riuscire a creare un feeling con un DJ di portata internazionale. In parte mi è già capitato per Tomorrowland con Nervo, ma discograficamente non abbiamo ancora deciso di realizzare alcune cose, perché c’erano contestualmente altre progettualità sia loro, sia mie.
Qual è l'elemento che senti più distante rispetto al passato nella musica dance?
Oggi i dj sono i veri protagonisti, si è ribaltata la considerazione nei confronti delle nostre voci.
Nell'ultima intervista, mi avevi parlato del peso del giudizio di tua figlia nel tuo percorso musicale. Come ha preso il tuo ritorno definitivo?
Mi vedono come avrei voluto: nel modo giusto, facendo i passi corretti, prendendomi ciò che era mio e che per tanto tempo era stato lontano. Perché lavorare così intensamente mi aveva distrutta. Ora si rendono conto che sto facendo la cosa giusta.
Cosa credi che oggi fermi il potenziale mainstream della musica dance in Italia?
Credo dinamiche commerciali, anche se la musica dance ha un potenziale infinito. Quando accendi la radio popolare, sei sommerso da una certa programmazione. Ma il bacino enorme di persone che ama questo tipo di musica c’è. Tanto è vero che oggi i DJ, quando ripropongono brani dei primi anni ’90: sono i brani più ballati nelle serate "commerciali".
Mancano allora degli eventi mainstream che possano metterli al centro della programmazione?
Ho qualche dubbio sulla musica dance cantata in italiano, perché è complessa. Ma sicuramente mancano situazioni come Festivalbar che potevano contribuire a creare un movimento. Invece, per esempio, secondo me il Festival di Sanremo dovrebbe ritornare a una natura, una struttura più classica.
Ricordando la tua vittoria a Sanremo nel 2003, c'era Pippo Baudo alla conduzione: che ricordi hai di lui?
Una figura paterna, anche perché mi ricordava una sorta di guida. Ricordo l’imponenza e la capacità di gestire le situazioni. Era generoso e competente, capace di cogliere la minima difficoltà negli occhi di qualsiasi artista e di aiutarlo a risolverla, permettendogli di rimettersi in gioco subito. Ovviamente, quando sei sul palco dell’Ariston le reazioni possono essere molteplici. Non siamo tutti uguali, e non puoi prevedere cosa troverai sul palco. Non posso che dire un gran bene di lui. Sapevo che non stava bene, e comunque era da tanto tempo che non si vedeva in tv. Questo momento è arrivato come se fosse la morte di una persona vicina.
Era una persona che mi è stata vicina, che mi voleva bene e a cui io volevo bene.

Credi che sia un po' scomparsa la musica in televisione?
Purtroppo la musica in televisione oggi non funziona più come prima: i palinsesti hanno preso una direzione particolare, con programmi e reality show pensati solo per un certo tipo di pubblico, cosa che trovo molto particolare. Non mi appassionano certe cose, e questo purtroppo ha lasciato poco spazio alla musica. In un momento soprattutto in cui si sta ricominciando a suonare dal vivo.
In che senso?
Sono esterofilo e guardando agli Stati Uniti, credo si stia ritornando a registrare musica suonata dal vivo e i risultati sono incredibili: c'è Bruno Mars per esempio, ma anche Lady Gaga. Questa musica lì va in tv, e questo processo potrebbe ricominciare anche in Italia.
Cosa ti aspetti sarà l'appuntamento del Fabrique a Milano?
Quello che immagino nella mia testa è una festa, una celebrazione di ciò che sono stata per le persone che mi hanno seguita fino a oggi. Una rappresentazione di quei momenti e tempi in cui eravamo forse più giovani, più positivi, con un futuro diverso. Sicuramente, come ci siamo detti all’inizio, l’obiettivo è mostrare che questa musica, anche suonata con una band, ha un potenziale ancora strepitoso e che può veramente farsi sentire.
Volevo chiederti anche una considerazione sul tema del revenge porn e sulla presenza di forum come Phica.eu. Come si reagisce a una scoperta del genere?
Malissimo. Mi ha sconvolta. Questa cosa mi fa stare male. Purtroppo siamo circondati da uno schifo generale, lo vediamo nelle immagini quotidiane, oggi ancora di più con i social media, sempre aggiornati. Ci sono cose tremende che non si dovrebbero più tollerare nel 2025, eppure vengono ancora discusse e concesse a persone senza un minimo di dignità. C’è un appiattimento assurdo, una desolazione personale: uomini e donne lavorano per portare a casa il minimo, e questo genera frustrazione e risposte animalesche. Bisogna ripartire da zero, dalla casa, dalla famiglia. Se lo schifo continua ad essere intorno a te, è normale sentirsi così.
Cosa pensi bisogna fare?
Sentire continuamente, aiutare i propri figli anche se non c’è qualcuno che lo fa. Oggi ho preso tre sacchi di libri che i miei ragazzi avevano letto e li porterò in un centro culturale dove persone senza mezzi potranno leggerli o consultarli. Centinaia di libri in italiano, inglese, francese e spagnolo. Sento che questo è il minimo che posso fare per dare a chi non ha mezzi la possibilità di accedere alla cultura. È importante lavorare sulla cultura delle persone: l’Italia non ama la bellezza come dovrebbe, e bisogna aiutare in questo senso.