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A Parma Capitale della Cultura la Svevia diventa Svezia: la targa celebrativa è col refuso

A Parma, Capitale italiana della Cultura nel 2020, è stata svelata una targa commemorativa della Battaglia di Parma nel 770esimo anniversario della sconfitta di Federico II di Svevia, che nella targa celebrativa istituita dal Comune del capoluogo parmigiano, amministrato da Federico Pizzarotti, è diventato di Svezia.
A cura di Redazione Cultura
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A Parma Capitale della Cultura italiana 2020 succede che Federico II di Svevia diventi, di colpo, di Svezia. E che lo si scolpisca nel marmo. Svista che però resta impressa con la potenza di un refuso – e di quelli importanti – su una targa che proprio il Comune del capoluogo parmigiano ha voluto per celebrare il 770esimo anniversario della storica Battaglia di Parma 18.2.1248 – 18.2.2018, cioè l’epocale sconfitta di Federico II a Victoria, svelando una lapide commemorativa all'ingresso della sala del Consiglio comunale in municipio.

Peraltro, due anni dopo il suddetto anniversario, considerato che siamo ormai giunti nel 2020. Sta creando dunque qualche imbarazzo politico al sindaco Federico Pizzarotti quella lastra marmorea che reca la seguente iscrizione:

Il Consiglio Comunale nella ricorrenza del 770° anniversario dell’evento, ricorda la sortita del popolo di Parma che ruppe l’assedio dell’imperatore Federico II di Svevia e salvaguardò l’autonomia e la libertà del civico comune. La Battaglia di Parma ricorda la sortita del popolo di Parma che ruppe l’assedio dell’imperatore Federico II di Svezia e salvaguardò l’autonomia e la libertà del civico comune.

Svezia, non Svevia, dunque. Piccolo errore, che però gli avversari politici del sindaco non mancano di rimarcare, essendo diventato il refuso oggetto di scherno virale in rete. "Siete ignoranti" accusano dall'opposizione. In particolare, la Lega di Salvini è partita all'assalto del sindaco, mentre la targa commemorativa intanto sta lì. Col suo refuso perfetto, nemmeno poi tanto grave, ma che agli amministratori della Capitale italiana della cultura 2020 non farà poi così piacere.

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