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5 libri (+1) di cucina talmente belli da farvi abbandonare ogni luogo comune sul cibo

Tra psichedelia, birre, politica, linguistica, bevande, rivoluzioni e straordinarie avventure oltreoceano, addentriamoci nel mondo dei libri di cucina più belli (e strani) che affollano gli scaffali delle nostre librerie, da Michael Pollan a Massimo Montanari, fino a Wolf Bukowski e Sidney Mintz.
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Negli ultimi anni la cucina ha fatto brutalmente ingresso nella sfera dell'intrattenimento: le scorribande culinarie di Gordon Ramsey, gli affascinanti itinerari gastronomici di Andrew Zimmern e i suoi Orrori da gustare, il successo riscosso dalle dieci edizioni del più famoso talent show culinario al mondo, Masterchef, e dai programmi  a tema ristorazione dei vari Alessandro Borghese, Chef Rubio e Simone Rugiati hanno proiettato la gastronomia ai vertici della piramide dello svago. Una tendenza che, contrariamente a quanto atteso, nell'ultimo decennio non ha accennato a diminuire: i nostri palinsesti sono sempre più invasi da programmi a tema cooking, disposti a tutto per accaparrarsi l'attenzione e il tempo libero residui degli spettatori. Un paradigma che, ovviamente, ha finito per investire anche la letteratura: quando si entra in una libreria è impossibile non incrociare ricettari, biografie di chef stellati, saggi sulla corretta modalità d'impiego di un particolare ingrediente e chi più ne ha più ne metta. Nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di letture leggere, da sfogliare prima di accendere i fornelli; tuttavia, la galassia dei libri culinari è talmente vasta e eterogenea da ospitare titoli abbastanza "spiazzanti": la cucina è un tema che ha conquistato l'interesse di autrici e autori straordinari, che ne hanno fatto un gradiente attraverso cui leggere il presente e le sue contraddizioni. Tra psichedelia, birre, politica, linguistica e avventure oltreoceano, addentriamoci nel mondo dei libri di cucina più belli (e strani) che affollano gli scaffali delle nostre librerie.

Cotto, di Michael Pollan

Michael Pollan è un autore straordinario che non ha bisogno di presentazioni: il suo saggio più famoso, Come cambiare la tua mente, ha gettato nuova luce sul mondo degli psichedelici e sui tanti pregiudizi sull'LSD che anni di campagne di delegittimazione strumentali ci hanno costretto a introiettare, ponendo le basi per un vero e proprio "Rinascimento psichedelico". Pollan, però, non è soltanto un appassionato di politica e sostanze psicotrope, ma anche di cucina: il suo Cotto è un viaggio (un po' schizofrenico) all'insegna dei 4 elementi (acqua, aria, terra, fuoco) con cui cuciniamo da tempo immemore. Un libro capace di cambiare la concezione tradizionale di "cucina".

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Kitchen confidential. Avventure gastronomiche a New York, di Anthony Bourdain

Quando Anthony Bourdain, uno degli chef più acclamati di tutti i tempi, era ancora un bambino, fece una scoperta destinata a cambiargli la vita: durante una crociera con i genitori assaggiò, per la prima volta, una zuppa fredda a base di farro e patate, la vichyssoise. Fu la sua prima esperienza culinaria davvero consapevole e, col senno di poi, l'inizio di un'epopea straordinaria, scandita da ubriacature, droghe, sesso promiscuo nelle mense e ritmi di lavoro talmente insostenibili da far tremare il più accanito degli stakanovisti: un'autobiografia culinaria da leggere subito.

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Storia dello zucchero. Tra politica e cultura, di Sidney W. Mintz

In Occidente, lo zucchero ha rappresentato per interi secoli un elemento marginale: è stato impiegato farmaco, conservante, spezia (riservata unicamente ai pochi aristocratici che potevano permettersela), condimento o decorazione. Tuttavia, a partire dall'inizio del XIX secolo ha avuto una crescente, straordinaria fortuna, divenendo uno dei principali prodotti dell'industria alimentare. In questo classico di cultura antropologica e di storia dell'alimentazione, Sidney Mintz indaga le ragioni che hanno reso possibile trasformare questa sostanza in una componente costante delle nostre diete.

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Cucina politica, di Massimo Montanari

Il saggio di Montanari descrive la dimensione politica del linguaggio alimentare, in due direzioni. Da un lato guarda al cibo come segno di appartenenza a una comunità, capace di definire l'identità di gruppi sociali, economici, culturali, religiosi; dall'altro analizzando quelle strategie che lo trasformano in un vero e proprio veicolo di propaganda e di narrazioni collettive.

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Una storia del mondo in sei bicchieri, di Tom Standage

Tom Standage realizza una lettura inconsueta dell'evoluzione della civiltà umana, dal Neolitico al XX secolo, attraverso l'analisi di sei differenti bevande, ognuna delle quali si è rivelata a suo modo determinante in una certa epoca storica. Dalla birra degli Egizi alla Coca-Cola, il vero e proprio simbolo di un mondo globalizzato e interconnesso, dal vino dell'antica Roma al caffè, dai liquori al tè del colonialismo inglese: da leggere.

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Bonus track: La danza delle mozzarelle, di Wolf Bukowski

Wolf Bukowski, guest writer di Giap, il blog collettivo dei Wu Ming, e collaboratore di Internazionale, è famoso per il suo sguardo approfondito e radicale sul contemporaneo: La danze delle mozzarelle non fa eccezione. Tra ipermercati, gestione privatistica dei centri cittadini, precarietà lavorative e cibo sano prodotto a uso e consumo dei soli ricchi, l'industria gastronomica è diventata un nuovo polo di sfruttamento? E cosa si nasconde dietro la retorica dei vari Eataly, Coop, Slow Food?

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