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Cozze allevate in mare contaminate da saxitossina

Una segnalazione del Ministero della Salute lancia l’allarme su un’intossicazione alimentare provocata dall’ingestione di molluschi contaminati, che hanno accumulato saxitossina e/o suoi prodotti di degradazione.
A cura di Davide Falcioni
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Che si debba fare attenzione quando si consumano molluschi è cosa arcinota, ma stavolta è opportuno avere un occhio di riguardo in più. L’elenco italiano del sistema di allerta inviata dal ministero della Salute italiano del 31 maggio (Dettagli di notifica – 2019.1996), include una segnalazione di allarme per sindrome paralitica da molluschi o PSP – Paralytic Shellfish Poisoning – un'intossicazione alimentare provocata dall'ingestione di molluschi contaminati, che hanno accumulato saxitossina e/o suoi prodotti di degradazione, in cozze allevate in mare.

Su ordine ministeriale in particolare è stato disposto il ritiro dal mercato dei prodotti contaminati distribuiti ad altri paesi membri della UE tra cui la Francia, dopo un controllo effettuato sul mercato il 27 maggio 2019. Il consumo dei molluschi è considerato uno dei principali responsabili di trasmissione all’uomo di diverse malattie d’origine batterica e virale oltre che intossicazioni da tossine. I molluschi accumulano la saxitossina filtrando acqua contenente cellule algali tossiche, soprattutto alcune microalghe (marea rossa). Anche diversi crostacei, come ad esempio le aragoste, possono accumulare tossine algali. Nelle acque temperate, la saxitossina viene prodotta da specie algali appartenenti al Phylium dei dinoflagellati, in particolare Gymnodinium catenatum, Alexandrium tamarense, A. catenella, A. fundyense e A. minutum. Molte di queste specie proliferano anche nelle acque dei nostri mari. La legislazione italiana ha recepito le indicazioni europee che prevedono un limite di tolleranza per le tossine PSP nei molluschi bivalvi di 800 µg/kg. Ostriche, cozze, pettini di mare e altri molluschi del genere Pecten sono gli alimenti più a rischio.

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