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Coppia uccisa a Pordenone: le quattro ipotesi sul misterioso omicidio

Dalla pista dell’omicidio passionale, passando per l’universo della finanza, fino alla vendetta. Cinque ipotesi, nessun solido movente, nessun indagato all’orizzonte. Gli investigatori brancolano nel buio in merito all’esecuzione dei due fidanzati, Trifone Ragone e Teresa Costanza.
A cura di B. C.
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Si fa sempre più fitto il giallo sul duplice omicidio di Pordenone. Una svolta nelle indagini pare non voglia proprio arrivare. Il movente dell'esecuzione dei due fidanzati trentenni, Trifone Ragone e Teresa Costanza, è ancora tutto da chiarire, nonostante la task force messa in campo dagli inquirenti: i carabinieri del reparto operativo del capoluogo friulano, le squadre speciali di Ris e Ros, due medici legali, un perito balistico. Per adesso non si esclude davvero nessuna ipotesi. “Non mi sono mai trovato di fronte a un delitto del genere”, spiega al Corsera, l’investigatore scientifico per eccellenza, Giampiero Lago, comandante del Ris di Parma.” Un delitto “caratterizzato da una così marcata sproporzione fra il profilo normale delle due vittime e le modalità di esecuzione che fanno pensare alla criminalità più spietata – spiega Lago -. È questa l’anomalia che rende difficile la soluzione del giallo, a meno di sorprese dell’ultima ora”. Per l’investigatore a questo punto diventa fondamentale il contributo scientifico e tecnico:  il Ris farà analisi di tipo balistico, biologico e dattiloscopico su ogni traccia già repertata, come impronte e proiettili.

Una delle ipotesi è quella legata alla passionale e a quella dei locali notturni:

 “Perché Teresa e Trifone erano belli – si legge nel pezzo di Andrea Pasqualetto – perché arrotondavano i loro stipendi con lavori che potevano provocare invidie e gelosie, lei ballerina, lui animatore di addii al nubilato, accompagnatore di signore agée . Ci sta dunque il marito tradito, lo spasimante respinto, lo stalker, l’ex inconsolabile. Ma un’esecuzione in stile mafioso e due morti sembrano troppi per un movente del genere”.

C’è anche la pista finanziaria che porta a Milano, dove Teresa ha fatto l’assicuratrice e la ragazza immagine e conosceva vari imprenditori, anche del mondo della movida locale.

C'è poi quella legata alla mafia: le origini siciliane di Teresa, con il precedente dello zio vittima vent’anni fa di ‘lupara bianca’, ha poi fatto pensare a Cosa Nostra, scrive ancora il Corsera. “Ma è troppo datato l’episodio”, sospetta l’investigatore. “Infine il mondo della palestra, il traffico di anabolizzanti, il doping. Trifone era un pesista e voleva raggiungere certi risultati. Si è pensato allora al coinvolgimento in un traffico di sostanze proibite. Ma non sembra un business così lucroso da giustificare un duplice delitto”, considera Andrea Pasqualetto.

Non si esclude neanche l’ipotesi della vendetta :

Facendo il giro del palasport, cioè dalla parte opposta della pesistica olimpica dove si allenava Trifone, scopri che esiste un’altra palestra, questa di body building, frequentata da molti albanesi, romeni, da alcuni buttafuori e, fino a martedì scorso, da Teresa. E lì c’è un atleta che fa un discorso di questo tipo: “Un pregiudicato che ogni tanto viene da queste parti mi ha detto che secondo lui Trifone è stato ucciso perché era intervenuto in discoteca a sedare una rissa fra due albanesi finiti poi in ospedale”.
Secondo il pregiudicato si sarebbe trattato di una spietata vendetta. In questo caso alcune cose tornerebbero: l’arma, la poco professionale 7.65 usata però all’Est, la freddezza e “la mano professionista” che ora ipotizzano. Ma anche in questo caso la domanda non cambia: possibile che per una rissa si arrivi a premeditare un’esecuzione?

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